Tavolo sul Bio e Piano d’Azione, i commenti dei protagonisti del settore

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Il Piano d’Azione nazionale per la produzione biologica e i prodotti biologici 2023-2025 proposto dal MASAF è stato presentato nella sua prima redazione in occasione del secondo Tavolo sul biologico organizzato presso il Ministero mercoledì scorso, 12 aprile. Un Piano d’azione fortemente atteso dai protagonisti della filiera, al fine di dare una strategia politica e una linea d’indirizzo a tutto il settore e mettere in campo strumenti per rilanciare i consumi.

Il Piano, secondo i principali rappresentanti di settore radunati al Tavolo e interpellati da GreenPlanet, dà indicazioni importanti sugli obiettivi che si intendono raggiungere. Ad illustrarlo il sottosegretario Luigi D’Eramo, che a GreenPlanet ha sottolineato come “quello che si sta portando avanti con tutti gli attori del settore sia un utile confronto che costituisce la base per arrivare a soluzioni condivise che permettano a questo comparto, che è strategico, di crescere e di poter centrare gli ambiziosi obiettivi a cui puntiamo a livello nazionale”. “Per dare continuità a questo dialogo – ha aggiunto il sottosegretario – l’intenzione è convocare un altro incontro entro fine maggio, inizio giugno”.

Nel tavolo da poco concluso è emersa la preoccupazione, portata da AIAB e FederBio, per un Piano d’azione che possa avere una reale ricaduta in tutte le Regioni per il conseguimento degli obiettivi che si prefigge, in linea con in Piano Strategico della PAC che ha come target il 25% di SAU al 2027. “Per questo motivo – ha annunciato a GreenPlanet il presidente AIAB, Giuseppe Romano – il sottosegretario D’Eramo si è impegnato a riconvocare a breve il tavolo alla presenza di Federico Caner, assessore della Regione Veneto e coordinatore delle Regioni”.

Ma vediamo le considerazioni su questo importante Tavolo rilasciate a GreenPlanet dai principali rappresentanti del settore bio.

Maria Grazia Mammuccini, presidente FederBio

“Ho visto nella volontà del sottosegretario un impegno forte per capire, partendo dallo scenario complessivo, cosa fare nei tre anni in maniera molto concreta. Quindi ho fiducia che il tavolo possa fare un lavoro positivo, se la parte politica mantiene questo impegno pressante, puntando ad individuare priorità e strumenti di attuazione in maniera condivisa con le associazioni. Abbiamo apprezzato in particolare, nella spinta per l’aumento dei consumi interni e del mercato in generale, – ha proseguito la presidente di FederBio – alcune proposte molto concrete come il marchio del Made in Italy Bio. E inoltre, sempre nella parte relativa ai consumi, altre azioni molto concrete come l’aumento delle mense bio e la campagna di informazione e comunicazione per rendere chiaro ai cittadini il valore del bio. Quello che per noi manca, e ci auguriamo venga integrato, – ha aggiunto Mammuccini – è il supporto all’aumento della produzione, concomitante all’aumento dei consumi. Poiché nel piano di azione ci sono le misure a superficie del piano strategico nazionale della PAC, indicate chiaramente e già concretizzate, ma noi abbiamo chiesto una riserva dei fondi del 25% per l’ assistenza tecnica alle aziende, la formazione, la comunicazione e la promozione, anche nell’ambito dello sviluppo dei distretti biologici”.

Giuseppe Romano, presidente Aiab

“Noi sosteniamo da sempre l’importanza del biologico italiano come marchio di riferimento, utile a rilanciare il mercato interno, ma anche ad affermare il nostro prodotto nell’export e quindi nei mercati esteri, fondamentali dal punto di vista economico per le nostre aziende. Da questo punto di vista vogliamo fare un plauso all’impostazione data dal Ministero al Marchio Made in Italy, in modo particolare per l’istituzione di una banca dati delle transazioni, che garantirà la tracciabilità di tutti i processi. In più, nel Piano è prevista anche la parte di assistenza tecnica per le aziende agricole medie e medio-piccole, uno strumento determinante per andare incontro ai processi di miglioramento di gestione e per superare le difficoltà burocratiche che le aziende spesso incontrano”.

“È necessario anche – ha aggiunto Romano – rafforzare il ruolo degli agricoltori valorizzando lo strumento dell’ organizzazione inter-professionale, in particolare per un settore strategico come quello dell’ortofrutta, tra i più complesso dal punto di vista della gestione economica e di mercato, ma anche un segmento produttivo fondamentale per il biologico”.

Nicoletta Maffini, vice presidente AssoBio

“AssoBio esprime piena soddisfazione per l’incontro avvenuto con il sottosegretario. Apprezziamo molto la volontà politica di riunire le rappresentanze economiche in apposite sessioni di lavoro per la definizione di strategie e orientamenti a tutela del settore. Riteniamo determinante stimolare il consumo di alimenti bio attraverso adeguati investimenti in comunicazione; il rafforzamento della presenza del biologico nella ristorazione collettiva, in modo particolare quella sanitaria; l’introduzione di un credito di imposta sui costi di certificazione per evitare che tale onere si riverberi su produttori, trasformatori e distributori, fino al prezzo finale; la riduzione dell’aliquota IVA sui prodotti freschi (frutta e verdura in particolare). La strategia Farm to Fork prevede infatti la possibilità di incentivi fiscali che promuovano la transizione verso un sistema alimentare sostenibile. Infine, riteniamo fondamentale la creazione di una piattaforma di tracciabilità per garantire la massima trasparenza della filiera. Ministero e Associazioni economiche possono rappresentare quel valore che, ognuno nel proprio ruolo, può restituire alla collettività in termini di conoscenza, competenza e opportunità”.

Alleanza Cooperative Agroalimentare

“Bene che il Piano di azione presentato al Tavolo contenga azioni a sostegno dell’offerta e accompagni la conversione, ma è necessario che queste aziende rimangano nel sistema del bio nel tempo, quindi apprezziamo che il Piano sia orientato a sostenere la domanda. Bene anche che si voglia potenziare il monitoraggio statistico: acquisire dati e informazioni e migliorare le statistiche è fondamentale per il comparto. In quanto al Marchio, Alleanza Cooperative Agroalimentare è favorevole ad un marchio che possa essere utilizzato da tutti coloro che già oggi possono inserire in etichetta agricoltura italiana, non siamo favorevoli a legare il Marchio a requisiti più stringenti o restrittivi”.

Anaprobio/Copagri

”Riteniamo che gli obiettivi indicati dal Piano siano tutti validi, ma occorre darsi delle priorità e va specificato con quali strumenti, anche di carattere finanziario, li si vuole raggiungere. Le priorità per Copagri/Anaprobio sono: il rafforzamento del ruolo dei produttori nelle filiere e l’abbattimento degli oneri burocratici e finanziari del Sistema di Certificazione. La prima può essere raggiunta attraverso la promozione ed il supporto dei contratti di filiera, la costituzione e/o il rafforzamento delle organizzazioni di produttori biologici, il supporto all’internazionalizzazione e l’attuazione di quanto stabilito dall’art.6 della Legge 9 marzo 2022, n. 23 relativamente al marchio biologico italiano. La seconda, tramite l’istituzione del credito di imposta sulle spese di certificazione e una riforma del Sistema di Controllo che preveda uno snellimento degli aspetti amministrativi nonché una minore discrezionalità degli Organismi di Certificazione accreditati”.

Cristina Latessa

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