Via libera della Camera alle TEA. Preoccupazione nel mondo bio

TEA

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Ha avuto il via libera nelle commissioni congiunte Agricoltura e Ambiente del Senato l’emendamento al Dl Siccità che rende possibile la sperimentazione in campo aperto delle tecniche di evoluzione assistita in agricoltura (TEA). Ad annunciare l’approvazione è il presidente della Commissione Industria, agricoltura e produzione agroalimentare, Luca De Carlo (FdI), primo firmatario dell’emendamento che la descrive “come una svolta epocale per il mondo agricolo”, mentre per il ministro Lollobrigida “avremo piante più resistenti alla siccità”.

Ma per AIAB, Assobio e FederBio il Parlamento ha dato il via libera a una deregulation pericolosa per i consumatori e per i produttori biologici. La ratio della norma approvata è definire i prodotti delle NGT/TEA non equiparabili agli OGM ma assimilabili a varietà derivate da mutazioni naturali o selezioni tradizionali. Tutto ciò – sostengono le tre associazioni del bio – per scavalcare la normativa attualmente in vigore nel nostro Paese che vieta la sperimentazione in campo aperto degli OGM senza attendere le disposizioni europee in materia.

La Corte di giustizia europea ha emesso un giudizio in cui ribadisce come le NGT non possano essere considerate fuori dal perimetro della Direttiva 2001/18, che definisce e regola gli OGM, chiedendo che vengano sottoposte alle stesse procedure per l’approvazione delle varietà destinate alla coltivazione e delle sperimentazioni in campo aperto obbligando a una valutazione del rischio, tracciabilità ed etichettatura. L’Europa sta decidendo come affrontare questa nuova sfida tecnologica, attraverso pareri scientifici e consultazioni istituzionali. “L’Italia – si legge nel comunicato di AIAB, Assobio e FederBio – è un Paese che ha da sempre vietato la coltivazione di OGM per uso alimentare sul suo territorio. Questa volta però  ha preso una scorciatoia inaccettabile, soprattutto per la libertà di scelta e la trasparenza delle informazioni che vengono fornite ai consumatori. Una scorciatoia che rischia di tagliare le gambe allo sviluppo del biologico, una risorsa necessaria non solo alla salute della Terra e delle persone, ma anche al mercato, visto che i prodotti bio italiani non vedono flessioni nelle esportazioni sui mercati esteri e rappresentano una voce decisiva del Made in Italy di qualità”.

“Il Governo e il Parlamento italiano stanno di fatto puntando alla deregolamentazione del settore, considerando le NGT assimilabili alle varietà tradizionali. In altre parole, con questa impostazione si punta all’obiettivo di coltivare i nuovi prodotti senza sottostare a nessuna regola o limitazione”, denunciano. “Con un via libera di questo genere alle NGT, la prima vittima sarebbe l’agricoltura biologica visto che si pregiudica uno degli aspetti distintivi fondamentali del metodo bio che esclude le NGT dal processo produttivo. Contemporaneamente i consumatori non sarebbero più in condizioni di poter scegliere cosa mettere sulla loro tavola e potrebbero comprare prodotti contenenti modificazioni genetiche senza neanche saperlo. E il settore del biologico perderebbe un tratto distintivo fondamentale rispetto al convenzionale”.

“Così, l’obiettivo europeo del 25% di superficie agricola coltivato a bio perde completamente di senso”, affermano le associazioni del biologico. “Da una parte chiedi più impegno per l’agricoltura bio, dall’altro neghi la possibilità di distinguerla da un prodotto convenzionale, almeno per quanto riguarda l’assenza di modificazioni genetiche”.

Non è quindi una presa di posizione ideologica quella del mondo del biologico: “Prima del via libera a un cambiamento di queste dimensioni, è indispensabile, come sostenuto da IFOAM a livello europeo, che anche sulle NGT sia condotta un’attenta valutazione del rischio e soprattutto vengano elaborati metodi e strategie per identificare i prodotti derivanti dalle NGT affinché si possano attivare i necessari controlli. Questo è fondamentale per garantire tracciabilità e trasparenza e dare quindi ai cittadini la possibilità di effettuare acquisti alimentari consapevoli e agli agricoltori di scegliere il metodo di produzione. Quello che vogliamo sottolineare è che questa accelerazione tutta italiana è deleteria per un settore che i consumatori vogliono diverso da quello convenzionale. Sappiamo con precisione che le sementi convenzionali OGM possono trasferire le loro caratteristiche di campo in campo, dando luogo a contaminazioni accidentali. Finora il biologico è stato tutelato: da oggi in poi potrebbe non esserlo più”.

AiAB, Assobio e FederBio – che fanno loro le posizioni espresse dalla Coalizione Italia Libera da OGM – chiedono che questo colpo di mano che mette assieme gli interventi contro la siccità e il via libera alle NGT sia immediatamente fermato. “Se l’obiettivo di questo governo è la protezione dell’agricoltura Made in Italy, il voto di ieri contrasta totalmente con questa ispirazione. Così si equipara l’agricoltura di qualità e la tipicità italiana alle distese agricole iper industrializzate del Nord Europa e degli Stati Uniti: un vero boomerang. Se il Ministero delle Politiche Agricole vuole confermare il fatto che è anche il Ministero del Made In Italy, deve agire di conseguenza.

Anche Italia Bio si dichiara contraria alla sperimentazione, dal momento che le aspettative poste sulle TEA, di consentire “l’utilizzo di geni delle piante più resistenti alla siccità e alle condizioni metereologiche per migliorare le performance in campo agricolo”, sono palesemente sovrastimate. “L’agricoltura è una cosa seria – sostiene Italia Bio – e va lasciata alle mani dei contadini e alla cultura del territorio”.

 

 

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