“Biologico, dai valori al valore”, l’analisi e i commenti dall’assemblea del Consorzio Il Biologico

Consorzio il biologico

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Il 23 maggio a Bologna, nel corso della 35.ma assemblea dei soci della Cooperativa Consorzio Il Biologico, che ha eletto il nuovo CDA confermando al vertice Massimo Monti e Paolo Pari quale vice (vedi news), si è tenuta la tavola rotonda “Biologico, dai valori al valore”, moderata dal direttore di Greenplanet Antonio Felice. 

È stata Maria Grazia Mammuccini, presidente di FederBio, ad aprire i lavori invitando a riflettere su ciò che rappresenta la sfida dell’agro-ecologia e il giusto prezzo. “Il Green Deal non è un capriccio degli ambientalisti, parlare di azioni ambientali significa parlare di qualcosa economicamente impattante, di cui non si può più fare a meno. Oggi più che mai – dichiara Mammuccini – bisogna tenere alta l’asticella del biologico e guardare al comparto come ad un sistema di valori”.

Dunque, partendo dal presupposto che il concetto di filiera organizzata garantisce reddito a tutte le realtà che operano al suo interno, indipendentemente dalla loro dimensione, e che il bio ha la concreta possibilità (che deve saper sfruttare) di poter arrivare al mercato anche attraverso i sistemi territoriali, Paolo Pari ha rimarcato la necessità di fare squadra. “Dobbiamo lavorare insieme per una comunicazione corretta e omogenea a livello di sistema, con poche, chiare parole chiave condivise da tutti così da attribuire valore assoluto al biologico”, sostiene il direttore di Almaverde Bio. Una visione che deve riflettersi anche in tema di gestione commerciale: “Non si può offrire il bio con le stesse logiche di 10 anni fa – sottolinea Pari -. Il settore deve essere organizzato in termini di categoria affinché si superi la mera questione del prezzo”.

Rincara Nicoletta Maffini, presidente di AssoBio, sostenendo l’importanza di agire anche a livello politico per garantire al settore il giusto sostegno e una doverosa tutela.

“Soprattutto in questo momento di grande difficoltà a causa delle problematiche legate al clima – denuncia Maffini – alcuni settori, come quello dell’apicoltura, sono in grande crisi. In Europa siamo invasi da falso miele, quasi la metà del prodotto potrebbe essere una frode, ovvero uno scadente mix di pollini vari e zucchero. È dunque quanto mai necessario coinvolgere le istituzioni per impedire questo tipo di distorsione del mercato”.

L’esigenza di fare sistema è elemento comune anche alle tre confederazioni nazionali dell’agricoltura rappresentate al tavolo da Francesco Giardina, direttore Coldiretti Bio, Paolo Parisini, presidente Sezione Emilia-Romagna Agricoltura Biologica di Confagricoltura, e Giuseppe De Noia, presidente Anabio Cia.

“Affermare che il biologico è uno stile di vita – commenta Giardina – significa perdere quel pezzo di narrazione che riguarda l’agricoltura, da cui il bio stesso nasce. Bisogna rimettere al centro l’agricoltore e puntare sull’agricoltura come valore da cui partire dando risposte concrete al settore”.

Per farlo, sottolinea Parisini, è necessario concentrarsi su una miglior programmazione dell’offerta, liberare il settore dall’eccessiva burocrazia e investire in maggior ricerca e selezione delle sementi, a garanzia della biodiversità e della produttività.

La multifunzionalità del biologico, come baluardo per la tutela dei territori e delle piccole imprese familiari, è stata infine ricordata da De Noia, che sottolinea che il taglio degli incentivi per la conversione al bio deve essere controbilanciato da una giusta valorizzazione del prodotto.

Infine, la questione delle TEA, mai esplicitamente nominata ma aleggiata in molti interventi al tavolo, è emersa dirompente a fine lavori. Giardina si è detto assolutamente contrario. A fare il punto su quanto si muove a Bruxelles, almeno in questo momento, è stata Simona Caselli, presidente di Granlatte e capo Affari europei per l’Agroalimentare di Legacoop e neo eletta nel CDA del Consorzio. Caselli ha sollecitato l’intera platea ad andare a votare alle imminenti elezioni europee per essere più presenti in UE, in modo da assicurarsi che i temi del cambiamento climatico e della sicurezza alimentare continuino a rappresentare una priorità per la prossima legislatura.

Chiara Brandi

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