Bio e GDO, determinante il ruolo della Marca del Distributore

convegno bio Marca2023

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Lo scenario evolutivo del biologico, le opportunità per ottimizzarne le potenzialità nella distribuzione moderna, le criticità che richiedono l’individuazione di nuovi strumenti e le possibilità di collaborazione tra produttori e distributori sono stati i temi al centro del convegno “Bio nella distribuzione Moderna italiana”, tenutosi lo scorso giovedì 19 gennaio a Marca byBolognafiere e organizzato nell’ambito del progetto Being Organic in EU.

Nonostante il periodo congiunturale, caratterizzato da un contesto contrassegnato da insidie come quella del greenwashing e dalla contrazione economica, i dati presentati durante il workshop dalla Responsabile Market intelligence di Nomisma Silvia Zucconi evidenziano per il bio una crescita reale, a fronte di un incremento molto contenuto del totale del carrello alimentare (+0,4% a volume).

I canali di distribuzione del biologico

Dai dati presentati da Nomisma su fonte Nielsen emerge che il 58% del totale delle vendite di bio in Italia vengono effettuate nella Distribuzione Moderna. Nel 2022, gli acquisti bio in questo canale si attestano a 2,3 miliardi di euro, con un incremento del +1,6% a valore rispetto al 2021 (anno terminante gennaio 2023 perimetro omnichannel).
Paragonata al totale del paniere agroalimentare la crescita del bio a valore è più contenuta (1,6% a fronte del 7,8%) ma si tratta di un incremento reale considerando la dinamica a volume dove il bio cresce di 1,5% mentre il totale del carrello alimentare è sostanzialmente fermo (+0,4%). Determinante per il bio il ruolo della Marca del Distributore che oggi rappresenta oltre il 50% delle vendite e che esprime una crescita del 4% a valore a fronte della frenata nel bio registrata invece dalle marche industriali (-0,9%).

Il paniere di acquisto dei prodotti bio

Per quanto riguarda le categorie di prodotti bio più acquistati all’interno della Distribuzione Moderna, al primo posto ci sono le proposte affini alla cosiddetta Drogheria Alimentare (pasta, prodotti da forno, conserve, sughi) con un peso del 57% sul totale delle vendite a valore, seguono con il 21% il Fresco (formaggi, salumi, yogurt, uova) e l’Ortofrutta (12%).
A livello generale i prodotti maggiormente venduti rimangono uova, confetture e spalmabili base di frutta e sostitutivi del latte.

Il consumatore di biologico

Nel 2022, continua l’analisi realizzata da Nomisma, l’89% delle famiglie italiane ha acquistato alimenti bio almeno una volta. Il bio continua dunque ad essere un punto di riferimento degli stili alimentari: 7 consumatori su 10 in Italia sono soddisfatti della presenza di prodotti bio freschi e il 62% valuta positivamente la disposizione dei prodotti bio sugli scaffali all’interno dei punti vendita. Inoltre, 6 consumatori su 10 vorrebbero avere informazioni più dettagliate sulle caratteristiche, sul metodo di produzione e sui valori nutrizionali degli alimenti biologici. Nello specifico, il 58% vuole saperne di più sui benefici che il prodotto può apportare a dieta e salute; la stessa percentuale chiede anche ulteriori dettagli sulla distintività del biologico rispetto al convenzionale. Più di 6 consumatori su 10, inoltre, vogliono avere maggiori informazioni sul contributo alla sostenibilità (ambientale, sociale ed economica) legate al metodo biologico.

Le dichiarazioni dei relatori

Silvia Zucconi, responsabile Market intelligence Nomisma: “La Marca del Distributore si è costruita nel tempo una forte reputazione nel segmento biologico conquistando la fiducia del consumatore grazie a un’attenta attività di selezione e controllo dei copacker e, soprattutto, grazie alla creazione di assortimenti profondi e coerenti alle esigenze del consumatore, con grande capacità di offrire sostenibilità a 360° anche in relazione al packaging dei prodotti. La Grande Distribuzione ha oggi un ruolo decisivo per promuovere azioni di educazione alimentare nei confronti del consumatore, per trasferire in modo chiaro le informazioni, on pack e sul punto vendita, sulla distintività dei prodotti biologici e sul contributo attivo alla sostenibilità”.

Maria Grazia Mammuccini, presidente FederBio: “Le scelte alimentari hanno un ruolo determinante nella tutela della salute e dell’ambiente, ecco perché è estremamente importante puntare sulla stagionalità e sul consumo di alimenti biologici che assicurano resilienza e sostenibilità. I dati di crescita di vendita di prodotti bio nella Distribuzione Moderna sono positivi, ma non bastano. L’1,6% è una percentuale troppo bassa se si considera che l’obiettivo, in linea con le politiche del Green Deal EU, è di triplicare le superfici coltivate a bio entro il 2030. Diventa quindi fondamentale far crescere i consumi consolidando le iniziative di formazione ed educazione alimentare per spiegare con chiarezza come vengono prodotti gli alimenti biologici nel rispetto della natura e i benefici per la tutela del suolo, della biodiversità, oltre che evidenziare il contributo per la mitigazione al cambiamento climatico”.

Roberto Zanoni, presidente di AssoBio: “I dati che Nomisma ha presentato hanno dell’incredibile: l’Italia vende all’estero ciò che non apprezziamo in casa e così restiamo scarsi consumatori di biologico nel nostro Paese, ma non basta essere bravi esportatori. Se promuoviamo i valori del bio dobbiamo mettere i consumatori in condizione di apprezzarli. La GDO ci ha messo la faccia valorizzando il settore, ma spesso l’offerta e l’assortimento restano limitati e in molti casi non è possibile acquistare una spesa bio completa. Servono, inoltre, scelte politiche su questioni su cui AssoBio è al lavoro da tempo con le istituzioni: trasparenza, costi di certificazione, piattaforma di tracciabilità, giusto prezzo e comunicazione. È evidente che non bastano sconti e promozioni per promuovere il settore, per questo motivo lanciamo l’idea di una Settimana del Bio da attuarsi in tutti i canali di vendita, compresa la ristorazione, per raccontare meglio la filiera e per creare una vera cultura del biologico nel nostro Paese”.

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