Osservatorio SANA, i commenti: necessario agire per non perdere la leadership

osservatorio sana 2021

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Il comparto cresce ma meno del passato e, soprattutto, meno dei competitor. È questa la sentenza senza appello dei dati rilasciati durante i due giorni di Rivoluzione Bio e, in particolare dall’Osservatorio SANA (vedi news). Per non perdere competitività e mantenere il primato è necessario coesione e sostegno da parte di tutti, Istituzioni e Politica in primis, chiamati ad approvare al più presto in via definitiva la tanto attesa legge sul bio e a sviluppare un PSN in grado di sostenere concretamente la crescita dei consumi di biologico. Riportiamo di seguito i primi commenti “a caldo” ai dati dei principali rappresentati del mondo della produzione.

FEDERBIO
“Il biologico si conferma fondamentale per il rilancio del sistema agroalimentare italiano, anche se il tasso di crescita della SAU bio si è rivelato inferiore a quello dei maggiori Paesi UE. Considerando che in questo momento si stanno definendo le scelte prioritarie del Piano strategico Nazionale della PAC post 2022 che determineranno lo sviluppo del settore agricolo e alimentare per i prossimi dieci anni, riteniamo che sia il momento ideale per intervenire e colmare il gap di crescita con gli altri Paesi. Crediamo dunque che sia imprescindibile un’immediata approvazione della legge sul biologico per avere a disposizione tutti gli strumenti necessari, a partire dal Piano d’Azione, per affrontare le sfide del settore. Il biologico è essenziale per l’affermazione di un modello agricolo che rispetti l’ambiente, contribuisca a mitigare l’impatto climatico, creando inoltre nuove opportunità di occupazione, in particolare per i giovani e le donne”, ha dichiarato Maria Grazia Mammuccini, presidente FederBio.

ASSOBIO
“L’Osservatorio SANA dimostra una volta di più che il biologico sta crescendo in Italia come in tutto il mondo. Ma mentre siamo i primi in Europa per numero di coltivatori biologici (oltre 70mila) e di imprese di trasformazione (oltre 10mila), la spesa pro capite cresce lentamente: appena 70 euro contro i 188 euro in Francia, 180 euro in Germania (dati Fibl & Ifoam, 2021). Comunicazione, formazione e ricerca universitaria, istruzione scolastica: sono queste le linee su cui il governo italiano dovrebbe investire per innescare un processo virtuoso nello sviluppo di un’economia agricola biologica anche in Italia. Una svolta culturale necessaria, per sostenere produttori e distributori impegnati a fornire ogni giorno beni sostenibili a tutti i livelli della filiera, dal prodotto all’imballaggio, come dimostra ‘l’Indagine AssoBio sul  packaging sostenibile’, presentata da Assobio al Sanatech”, ha commentato il presidente di Assobio Roberto Zanoni.

AIAB
“Nessuno stupore se i dati sul bio presentati dall’Osservatorio SANA ci raccontano di un settore in crescita ormai da oltre un decennio, se i cittadini consumatori  hanno capito che quella è la strada da seguire e se il settore è ormai un consolidato comparto economico del nostro Paese. Altri dati provenienti dal rapporto Coop 2021 – Economia, consumi e stili di vita degli italiani di oggi e di domani (pubblicati il 7 settembre) ci dicono che nei prossimi dieci anni il cibo sarà sempre più biologico per il 47% dei consumatori italiani a fronte di un 14% degli intervistati che continuerà a preferire  il convenzionale. Una vera e propria battuta d’arresto per i prodotti ottenuti con coltivazioni ad alto utilizzo di input che impattano sull’ambiente. Secondo il Rapporto Coop, 1 italiano su 2, in periodo di pandemia ha cambiato le proprie abitudini alimentari prestando maggiore attenzione alla sostenibilità dei metodi produttivi: ben l’88% dei consumatori associa al cibo il concetto di sostenibilità, per il 33% questo significa un metodo di produzione rispettoso dell’ambiente, per un altro 33% attenzione agli imballaggi, per il 21% è sinonimo di origine e filiera e per il 9% di responsabilità etica. Il terreno sembra davvero pronto per il salto che dovrà fare la produzione agroalimentare nel futuro, tanto che, sempre secondo il Rapporto Coop, l’83% degli italiani  si dichiara disposto a spendere di più pur di acquistare prodotti con qualità certificata. Per accompagnare questi trend dunque è necessario che la crescita delle produzioni agricole bio avvenga in parallelo a quella dei consumi. Il nostro Paese fissi quindi nel proprio Piano Strategico Nazionale un obiettivo più alto della proposta europea: al 30% di superficie agricola coltivata a biologico entro il 2027 e sostenga questa crescita con le risorse necessarie”. Così Giuseppe Romano, presidente di AIAB.

CIA -AGRICOLTORI ITALIANI
“Una legge nazionale sul biologico rappresenta il pilastro fondamentale per la costruzione del futuro agricolo del Paese, come indicato dal Green Deal Ue, che vede proprio nel biologico uno dei driver principali per la transizione del sistema agroalimentare verso la sostenibilità. L’Italia è, attualmente, leader del comparto in Europa con 80mila operatori e 2 milioni di ettari coltivati. Secondo i dati dell’Osservatorio SANA i consumi interni sono cresciuti del 5% rispetto al 2020 e il carrello della spesa bio degli italiani si è attestato su 4,6 miliardi di euro. Ma anche nell’export, l’Italia è la seconda nazione al mondo (la prima in UE) e il biologico rappresenta il 6% delle nostre esportazioni nell’agroalimentare. La rivoluzione bio è, dunque, già in atto ma il settore non può rischiare un arretramento rispetto ai Paesi competitor europei, sempre più agguerriti. Tocca ora alla politica rendere pienamente applicabili i principi dell’agroecologia per consentire al biologico italiano di continuare a produrre valore per il Paese, recependo le esigenze dei cittadini e in coerenza con le diverse strategie UE”, è infine il commento di Dino Scanavino,  presidente di CIA – Agricoltori Italiani. 

 

La Redazione

 

 

 

 

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