AIAB, AssoBio, Associazione per l’Agricoltura Biodinamica e FederBio hanno inviato nei giorni scorsi una lettera al presidente Mario Draghi e al ministro Stefano Patuanelli per chiedere che lo sviluppo del biologico costituisca un elemento centrale della transizione ecologica del sistema agricolo e alimentare.
Mentre l’Europa punta fortemente sulla conversione al biologico con il Green Deal e le strategie di attuazione Farm to Fork e Biodiversità, che hanno l’obiettivo ambizioso di triplicare le superfici agricole coltivate a biologico e ridurre l’uso dei pesticidi e degli antibiotici del 50% entro il 2030, l’Italia sta perdendo un’opportunità concreta per lo sviluppo di un settore che può contribuire alla ripresa economica del Paese.
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza non prevede infatti investimenti strategici per favorire la conversione al biologico, settore che vede l’Italia fra i Paesi leader in Ue.
Con oltre 80.000 imprese certificate e più di due milioni di ettari di superficie agricola coltivata o in conversione al biologico, il 16% della superficie agricola totale, l’Italia è un punto di riferimento non solo per la produzione ma anche per la trasformazione e l’esportazione, con quasi 7 miliardi di euro di fatturato complessivo.
Il biologico è un settore che continua a crescere a ritmi decisamente elevati sia come consumi che come produzione, inoltre attrae imprenditoria giovanile, investimenti e genera nuova occupazione, inserendosi perfettamente nell’ambito di un’economia sempre più circolare e “verde”.
Deluse dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che, a differenza delle strategie europee, non fa alcun riferimento al biologico, le principali Associazioni del bio hanno scritto al presidente del Consiglio per sollecitare interventi finalizzati alla conversione al biologico, quale asset fondamentale per il rilancio del sistema agroalimentare.
In particolare, nella lettera si auspica che nel percorso di stesura definitiva del PNRR possano essere accolte le proposte che le Associazioni avevano già avanzato nel corso dell’audizione presso la Commissione agricoltura della Camera, nessuna delle quali è stata inserita nel parere condizionato che è stato espresso.
Nello specifico si fa riferimento alla digitalizzazione e innovazione del sistema del biologico per favorire la trasparenza delle filiere e la semplificazione per le imprese del settore, a interventi diretti a promuovere lo sviluppo dei distretti biologici e delle filiere di “Made in Italy Bio” e alla promozione di ricerca e innovazione per il biologico finalizzata alla transizione ecologica dei sistemi agricoli e alimentari.
Infine, nelle riforme collegate al PNRR relative alla revisione del sistema della fiscalità ambientale per il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030, le Associazioni sollecitano l’inserimento del biologico come sistema produttivo con impatto positivo sull’ambiente e sulla salute anche al fine d’incentivarne i consumi in coerenza con le strategie europee del Green Deal.
“Siamo in un momento decisivo per la transizione agroecologica dell’agricoltura. Abbiamo scritto al presidente Draghi e al ministro Patuanelli per chiedere di considerare le nostre proposte nella stesura definitiva del PNRR nella convinzione che investire per la conversione al biologico e per la promozione dei distretti bio rappresenti non solo un approccio efficace nel contrasto al cambiamento climatico e nella tutela della biodiversità, ma anche un’opportunità concreta per l’occupazione delle donne, dei giovani e per il rilancio economico di tanti territori rurali, a partire dal Mezzogiorno, in piena coerenza con le tre priorità trasversali indicate nel Piano.Vorremmo poter dare un contributo fattivo al lavoro del Governo per definire un nuovo modello agricolo, alimentare e territoriale che, anche a partire dal G20 a Presidenza italiana, possa caratterizzarsi per un approccio ecologico al contempo europeo e fortemente identitario per l’Italia su cui costruire il futuro dell’economia agricola, alimentare e territoriale. Riteniamo davvero incredibile che, mentre la Commissione Ue ha appena presentato il Piano d’azione 2021-2027 finalizzato allo sviluppo del bio sia per quanto riguarda la produzione che i consumi, con una significativa dotazione di risorse dedicate e messe a disposizione degli Stati membri, in Italia non si punti sul biologico rischiando così di perdere la leadership di un settore in grande espansione, che può diventare il motore per il rilancio dell’intero sistema agroalimentare e contribuire alla ripresa economica del nostro Paese”, hanno commentato le quattro Associazioni del biologico.
Fonte: Ufficio stampa FederBio