Il presidente dell’Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica (AIAB), Giuseppe Romano, ha partecipato alla riunione indetta dal sottosegretario Luigi D’Eramo presso il Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste sullo stato dell’arte del Piano di azione del settore biologico e sulle criticità operative e le proposte inerenti al settore dell’agricoltura biologica.
“Ringraziamo – ha detto Romano – il sottosegretario D’Eramo per la convocazione di questi tavoli, che sono strategici e utili per dare le linee guida del settore anche da un punto di vista politico e non solo tecnico. Noi come AIAB abbiamo portato degli spunti di miglioramento per il sistema, in primis sul processo di informatizzazione: è necessario investire per spostare il biologico sui sistemi informatici grafici, anziché su quelli attuali alfanumerici, perché questo consentirebbe una riduzione importante della burocrazia per l’agricoltore e per chi fa assistenza tecnica alle aziende. La nostra richiesta al sottosegretario è stata quindi quella di interloquire quanto prima con AGEA Coordinamento affinché il biologico possa essere gestito in un sistema in real time tra le amministrazioni, così da garantire un miglioramento del monitoraggio da parte di tutti gli enti di controllo e le autorità competenti, ma anche per velocizzare quanto più possibile il pagamento dei contributi comunitari per il biologico alle aziende”.
“Abbiamo inoltre sottolineato – continua Romano – la necessità che il mondo del biologico assuma una posizione quanto più unitaria possibile sulle questioni sollevate dalle manifestazioni dei trattori, ribadendo con forza che il biologico e il green deal non sono il problema della mancanza di reddito degli agricoltori, ma sono anzi una delle strade per uscire da questa crisi. Il bio è la punta di diamante del sistema agricolo nazionale e tale deve rimanere con coraggio e dando prospettive di medio lungo termine al settore. AIAB ha sollecitato il Ministero a monitorare sull’organizzazione interprofessionale, strategico per dare risposte al settore, che sia uno strumento inclusivo e partecipato.”
“Altro tema che abbiamo toccato – aggiunge Romano – è stato quello di un comportamento etico di approccio alle comunicazioni. Questo perché servizi fuorvianti, come ad esempio quello di cui si sta parlando in questi ultimi giorni che ha gettato fango sul sistema, disintegrano centinaia di migliaia di euro di fondi di investimenti pubblici sulla comunicazione del bio. È invece importante continuare a promuovere campagne di informazione verso i consumatori sui valori dell’intera filiera del biologico, quindi ambientali ma anche sociali e di impegno nella garanzia del reddito dell’agricoltore”.
“Infine – conclude Romano – abbiamo voluto sottolineare l’assoluta necessità di continuare a investire e promuovere la ricerca nel bio. Una ricerca fatta al fianco degli agricoltori e con gli agricoltori per il bene del settore e che consenta quindi al settore bio di essere sempre più innovativo e avanzato”.
Fonte: Ufficio Stampa AIAB