Un significativo intervento di Maria Grazia Mammuccini, presidente di FederBio, ha aperto il convegno “Conoscere il Biologico – Storie di successo del bio italiano” organizzato da GreenPlanet in collaborazione con Fondazione FICO lunedì 14 ottobre.
Al convegno sono state presentate quattro testimonianze aziendali, quelle di Probios SpA (biscotti e molti altri trasformati), Brio (ortofrutta fresca e trasformata), Conapi (miele, composte) e Granarolo (latte bio). Per Probios è intervenuta Rossella Bartolozzi, manager e co-titolare dell’azienda toscana, per Brio Andrea Bertoldi, direttore generale della SpA, per Conapi-Mielizia Nicoletta Maffini, responsabile marketing, e per Granarolo Giovanni Giambi, titolare e direttore generale di Agrisfera (primo produttore italiano di latte bio), ottimamente presentati da Duccio Caccioni, coordinatore scientifico di Fondazione FICO. I lavori sono stati seguiti da un pubblico selezionato e attento, fatto di addetti ai lavori e stampa specializzata.
“Siamo entrati in una fase strategica – ha sottolineato la presidente di FederBio – nella quale il biologico è chiamato a diventare uno degli elementi cardine dell’agricoltura del futuro. Oggi tutto quello che abbiamo di fronte sugli effetti dell’agricoltura industriale figlia dello sviluppo tecnologico del dopoguerra ci dice che dobbiamo pensare per il futuro all’agro-ecologia e dunque al biologico. I dati sono emblematici e drammatici. A fine luglio è uscito un report del CREA sullo stato del suolo italiano che certifica che siamo a un livello medio di sostanza organica dell’1%. I ricercatori hanno lanciato un grido d’allarme perché sotto il 3% c’è il rischio della desertificazione e il rischio è tanto più alto nelle zone che sono state così a lungo le più fertili del suolo italiano a partire dalla Pianura Padana”.
“C’è bisogno quindi – ha affermato ancora Maria Grazia Mammuccini – di un altro riferimento. Il biologico e il biodinamico portano a un recupero della fertilità dei terreni e in generale ad una ripresa della biodiversità superando l’uso della chimica di sintesi il cui impatto sull’ambiente non è più sopportabile. Da parte nostra tuttavia dobbiamo impegnarci ad alzare ulteriormente l’asticella della qualità e della sicurezza del biologico italiano. Ma nello stesso tempo dobbiamo far capire molto chiaramente che se cadiamo anche nel biologico nella rincorsa al prezzo più basso distruggiamo quella che è davvero un’opportunità strategica per il futuro dell’agricoltura e di tutti noi”.
Mammuccini, dato il contesto di questo convegno organizzato dal nuovo GreenPlanet, ha voluto anche sottolineare il ruolo dell’informazione di settore. “GreenPanet – ha detto – è una testata storica che è nata insieme al biologico e che oggi si rilancia in una situazione in cui non c’è meno necessità di allora di informazione, anzi. Nella fase che stiamo attraversando, di importanza strategica non solo per noi ma per tutta l’agricoltura, di informazione c’è infatti assolutamente bisogno perché conoscenza e trasparenza sono fondamentali nei rapporti di filiera e nel rapporto con il consumatore, conoscenza e trasparenza sulle aziende e sui prodotti, che è proprio la funzione che GreenPlanet intende svolgere”.
In sintesi, serve una vera e propria rivoluzione bio, fatta anche di informazione. (a.f.)