La bozza di decreto ministeriale sulle contaminazioni accidentali nel settore biologico, proposta dal Ministero dell’Agricoltura, ha suscitato forti critiche da parte di rappresentanti e associazioni di settore in Italia.
Maria Grazia Mammuccini di FederBio, Giuseppe Romano dell’Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica (AIAB) e il WWF Italia hanno espresso, anche se con toni diversi, profonde preoccupazioni per un provvedimento che, a loro avviso, rischia di compromettere i progressi e la sostenibilità del comparto biologico italiano.
La bozza, che dovrebbe entrare in vigore a partire dal 2025, impone due misure centrali ma contraddittorie. L’articolo 3 vieta e sanziona la presenza accidentale di pesticidi nei prodotti biologici, anche in tracce inferiori allo zero tecnico (0,01 mg/kg), rendendo obbligatorio per i produttori bio garantire l’assenza completa di contaminazioni. L’articolo 5, invece, introduce una tolleranza per la presenza accidentale di alcuni pesticidi, come il glifosato, in concentrazioni fino a venti volte superiori al limite attuale per i prodotti bio. Queste disposizioni hanno scatenato reazioni fortemente critiche, con i rappresentanti del biologico e delle associazioni ambientali che temono un effetto negativo su migliaia di aziende agricole.
La posizione di AIAB
Romano critica apertamente il decreto, definendolo una delegittimazione del biologico, sottolinea come le recenti normative penalizzino gli agricoltori biologici, costringendoli a difendersi da accuse anche in caso di contaminazioni accidentali, mentre gli agricoltori convenzionali possono continuare a usare pesticidi senza incorrere in simili rischi.
AIAB vuole ripotare l’attenzione di tutti, compresi i legislatori e gli amministratori locali, su un passaggio dell’articolo 13 della Legge 9 marzo 2022 n. 23 relativo all’istituzione dei biodistretti e distretti biologici che, al comma 2, recita “i distretti biologici si caratterizzano, altresì, per il limitato uso dei prodotti fitosanitari al loro interno”.
Gli agricoltori convenzionali adottano le pratiche necessarie per impedire l’inquinamento accidentale delle coltivazioni biologiche. Questa norma, se correttamente applicata e controllata, rappresenta una disposizione fondamentale innovativa e finalmente di tutela dell’agricoltore biologico e del cittadino perché potrebbe effettivamente ridurre in modo significativo i problemi legati alle contaminazioni accidentali che mettono a rischio l’agricoltura biologica. AIAB ritiene che tutte le organizzazioni del biologico dovrebbero unirsi per richiederne una rigorosa applicazione.
“Per tutti questi motivi e per definire gli aspetti di maggior tutela possibile nei confronti di cittadini e produttori agricoli – dice Romano – abbiamo proposto al MASAF un confronto tecnico. È nostra convinzione infatti che, il DM 309/11 debba essere totalmente revisionato, perché ampiamente superato nei fatti e, in particolare, l’art 3 venga cancellato e il 5 ampiamente rivisto” conclude.
La posizione di FederBio
Al contrario di Romano Maria Grazia Mammuccini ha una posizione di cauta apertura, vedendo nel decreto un possibile passo avanti nella gestione delle contaminazioni accidentali, dato che prevede indagini per stabilirne la responsabilità. Sebbene esprima alcune riserve, come quella sulla difficoltà di mantenere le tracce di contaminanti bio sotto lo 0,01 mg/kg, Mammuccini riconosce nel decreto uno sforzo per garantire una tutela ai produttori bio. Tale tutela permetterebbe infatti la certificazione bio, a patto che le contaminazioni accidentali non superino certi limiti e siano riconosciute come tali.
La presidente di FederBio suggerisce inoltre l’applicazione del principio di “chi inquina paga”, chiedendo che le aziende convenzionali vicine ai terreni bio siano responsabili di prevenire contaminazioni accidentali tramite barriere fisiche o distanze di sicurezza. Secondo FederBio, il decreto potrebbe risultare più efficace se definisse in maniera più chiara i limiti e le condizioni di tolleranza, evitando di imporre oneri ingiustificati ai produttori biologici
In un articolo uscito sulla testata “Gambero Rosso”, l’allarmismo riguardante il decreto è stato definito eccessivo da Mammuccini, che vede nel decreto stesso un passo avanti potenzialmente positivo. Una considerazione che ha avuto subito risposta da parte di Romano: “Riguardo alla presa posizione di Federbio, espressa dalla sua presidente Maria Grazia Mammuccini che definisce i toni di AIAB eccessivi siamo dispiaciuti ma non stupiti. Del resto la Federazione, che peraltro appoggia pienamente l’architettura punitiva nazionale (Decreto legislativo 148/2023, Decreto non conformità e altri), che costituisce il reale problema di legittimazione del settore, continua a inserire elementi divisivi all’interno di un comparto che ora più che mai dovrebbe invece essere unito nella richiesta di un cambio di passo da parte della politica”.
La Redazione