It’s Bio: Ecco i tre ingredienti vincenti per il successo del bio in ortofrutta

It's Bio

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Il workshop organizzato nell’ambito delle attività del progetto Europeo It’s Bio cofinanziato da Aop Gruppo Vi.Va e, in particolare, da Almaverde Bio, Canova e Apofruit ha dato numerosi spunti di discussione e approfondimento sugli aspetti strategici che danno valore al biologico in ortofrutta.

Negli ultimi 10 anni (dal 2012 al 2023) la penetrazione del biologico ha raggiunto il 90% delle famiglie italiane, passando da 13 a 23 milioni di famiglie acquirenti. Secondo i dati Nomisma, presentati alla scorsa edizione di Marca, il mercato complessivo dei prodotti biologici ha raggiunto i 5.754 mln di euro (a.t. luglio ’23), segnando un + 7% a valore nei consumi casalinghi (4.207 mln di euro) e 1.268 mln di euro (+18%) nel fuori casa.

Al contrario, nel periodo gennaio – settembre del 2023, secondo dati CSO Italy, le vendite di ortofrutta bio hanno raggiunto poco meno di 520 milioni di euro segnando un +2% a valore e un -9% a volume sul 2022.

Nonostante la sia pur tenue controtendenza nel food in generale, l’ortofrutta biologica ha registrato una contrazione dei consumi. La tendenza di consumo 2024, come riportato dal Rapporto Coop Winter vede in deciso miglioramento la propensione all’acquisto di ortofrutta con il 45% del campione di consumatori che sarà guidato nell’acquisto 2024 dalla scelta di prodotti salutari. Il benessere ed il rispetto dell’ambiente sono i due driver principale per gli acquisti di ortofrutta biologica, secondo i dati presentati da Claudio Scalise di SGMARKETING.

La ricerca presentata da SGMARKETING sulla propensione all’acquisto di biologico da parte della GDO italiana evidenzia in generale una percezione difensiva da parte dei buyers intervistati che vedono il settore ancora in difficoltà anche nel medio periodo. A fronte di questo vissuto si evidenzia una segmentazione della categoria con la presenza di 3 diversi fasce di consumo, gli heavy, i medi ed i light consumer verso i quali bisogna sviluppare politiche di vendita differenziate.

In particolare, dalla ricerca emergono alcune strategie che le insegne stanno realizzando per valorizzare il biologico nella propria offerta, per rilanciare i consumi della categoria. Tra le principali si segnalano: il ripensamento del layout espositivo, la riorganizzazione dell’assortimento dando maggiore enfasi ai prodotti di stagione, la riorganizzazione della comunicazione del reparto per evidenziare meglio le valenze del biologico, lo sviluppo della MDD e la riorganizzazione delle promozioni.

Queste indicazioni rafforzano la scelta del Gruppo Apofruit che, come evidenzia il direttore generale Ernesto Fornari, ha l’agricoltura biologica nel suo DNA.

Apofruit parte con la produzione biologica nel 1993, fonda Canova, la Società specializzata in ortofrutta biologica, nel 1997 e dà vita, infine, nel 2000, al marchio Almaverde Bio, leader del biologico italiano.

Il cuore del successo dell’ecosistema biologico Apofruit è Canova, una società ad altissima specializzazione che, sicuramente è unica in Italia e che dispone di 4 stabilimenti di Apofruit dedicati, un parco tecnologico per la lavorazione dei prodotti all’avanguardia. Numerose celle e aree di lavorazione refrigerate, 4 partner con piattaforme operative distribuiti su tutto il territorio nazionale da O.P. Terra di Bari (uva da tavola), GULLINO (mele, kiwi), COOP. SOLE (fragole, meloni, insalate), TERRE DELL’ETRURIA (ortaggi). Sono 4 infine le Piattaforme specialiste di prodotto di IV e V Gamma, legumi secchi e cereali.

“Una specializzazione del genere – rimarca Ernesto Fornari – consente di raggiungere volumi elevati e soprattutto di offrire al consumatore di biologico una continuità di assortimento e una gamma profonda di prodotti di altissima qualità perché coltivati nelle aree strategiche e più vocate di produzione italiana. Il biologico per Apofruit – aggiunge Fornari – significa valorizzare la produzione supportando i soci produttori anche nella sperimentazione di nuove tecniche produttive al fine di avere un risultato positivo. In 27 anni abbiamo sviluppato la produzione biologica mettendo a disposizione dei nostri soci strumenti e tecnici altamente specializzati e risorse per effettuare investimenti per migliorare le tecniche produttive in campo e in post raccolta, senza tralasciare l’innovazione di prodotto con l’inserimento in produzione biologica di nuove varietà come Kiwi giallo, Candine® Bio, Kaki Maxim Uva senza semi, nuove drupacee, nuovi agrumi bio come Tango/Tangold”.

“Il biologico, per noi – conclude Fornari – è un impegno a dare valore alla produzione, garantita anche dalle numerose certificazioni che mettiamo in campo, dalle standard, a quelle dedicate al biodinamico come Naturland, Biosuisse, Agricoltura Biodinamica (Verdèa)”.

Il valore del biologico è la parola chiave del workshop It’s Bio, un valore che parte dal campo e dall’impegno diretto della produzione e arriva al punto vendita che, per Almaverde Bio possiede una declinazione assolutamente unica nel panorama nazionale nelle ISOLE a marchio.

Ne parla Paolo Pari, direttore di Almaverde Bio, che presenta risultati molto positivi per le vendite con 7,9 milioni di euro nel 2023 pari al + 17% sia in valore che in volume rispetto al 2022, a parità di rete.

“Le Isole Almaverde Bio oggi sono 58, distribuite sull’intero territorio nazionale. La formula vincente – afferma Paolo Pari – è l’organizzazione dell’offerta in grado di rispondere alle esigenze dei diversi approcci di consumo. Riusciamo a offrire i prodotti giusti per i consumatori alto spendenti di biologico, grazie alla profondità di gamma, ma riusciamo anche ad intercettare i consumatori di bio occasionali che scelgono le nostre offerte molto competitive perché legate alle circostanze di produzione stagionali. Il legame diretto con la produzione rende l’offerta delle Isole Almaverde Bio elastica e con un ottimo rapporto qualità/prezzo.”

Un elemento vincente per dare valore alla produzione biologica è la comunicazione e su questo fronte fanno scuola le promozioni comunicate nelle Isole Almaverde Bio con una bella evidenza della categoria di stagione come recentemente avvenuto con tutta la gamma delle brassicacee (vedi news).

C’è però una comunicazione più alta che deve sempre accompagnare il biologico e supportare le scelte dei consumatori e per questa scende in campo il Progetto triennale It’s Bio, i cui risultati parziali sono stati presentati da Mario Tamanti, direttore di Aop Gruppo Vi.Va.

“I risultati del primo biennio del progetto It’s Bio – dichiara Tamanti – sono estremamente positivi se consideriamo il numero di utenti/consumatori coinvolti. Nel biennio sono state realizzate 350 giornate promozionali in-store rafforzate, in alcuni casi dalla presenza di una promoter e in altri dalla presenza di food influencer che hanno realizzato speciali bio cooking show nel punto vendita. La campagna promozionale It’s Bio si è poi sviluppata in modalità digital, con forte attività sui canali social dedicati e sul canale YouTube dove si sono raggiunte 330.000 visualizzazioni dei 12 video informativi realizzati per il progetto”.

“Aop GRUPPO VI.VA – conclude Tamanti – è l’organismo a cui l’Unione Europea ha affidato questo progetto ed è una realtà nazionale con 23.000 ettari coltivati di cui il 10% sono in regime biologico. Il progetto It’s Bio ha un compito fondamentale ed è quello di comunicare i valori del bio ai consumatori e agli operatori, valori che possono essere sintetizzati in tre punti: la salubrità dei prodotti, la sostenibilità ambientale e la garanzia certificata del metodo di produzione. Requisiti vincenti per i consumatori che sono sempre più sensibili alla propria salute e benessere e alla salvaguardia dell’ambiente”.

Nella foto di apertura da sx: Tamanti, Pari, Scalise, Fornari

Fonte: Ufficio stampa It’s Bio

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