“La Giornata della Terra non può essere solo un appuntamento sul calendario, ma deve trasformarsi un momento di seria e attenta riflessione sullo stato di salute del nostro pianeta. Non possiamo pensare che guerre e crisi sanitarie non abbiamo gravi ripercussioni anche sulla crisi ambientale che stiamo vivendo, anzi subendo”.
E’ quanto dichiara Giuseppe Romano, presidente dell’Associazione Italiana di Agricoltura Biologica (AIAB) in occasione della Giornata mondiale della Terra che si celebra domani, lunedì 22 aprile 2024.
“Non possiamo nascondere che il nostro pianeta – aggiunge Romano – è sempre più in difficoltà perché sfruttato e inquinato da produzioni industriali che devono soddisfare i bisogni di una popolazione in continuo aumento. Le stime prevedono che nel 2050 ci saranno 9 miliardi di persone ad abitare questo pianeta. Una bella sfida dare da mangiare a tutti e soddisfare i bisogni di tanta umanità senza fare grandi danni. L’umanità utilizza oggi circa il 60% in più di quanto la terra è capace di offrire“.
“In questo quadro così fosco – continua Romano – si avvisano i primi segnali di risveglio e di presa di coscienza di quanto sta accadendo. Infatti, si sta diffondendo una sempre maggiore attenzione alla tutela dell’ambiente e della propria salute e da parte dei consumatori, che ha portato a un’ampia diffusione di prodotti biologici negli ultimi 20 anni. Di conseguenza, le coltivazioni biologiche in Italia sono raddoppiate rispetto a due decenni fa. Il cibo biologico permette di evitare, tra le altre cose, i pesticidi chimici che possono rappresentare un rischio per la salute. Gli alimenti provenienti da agricoltura biologica hanno un contenuto di antiossidanti tra il 20 e il 70% più elevato rispetto a quelli provenienti dall’agricoltura tradizionale”.
“L’agricoltura biologica – sottolinea Romano – è una tipologia di coltivazione che si muove nel perfetto rispetto della natura. Questo vuole dire che non vengono utilizzati pesticidi chimici potenzialmente devastanti per la salute del consumatore. È sempre più frequente la scelta delle persone di acquistare alimenti biologici al posto di quelli convenzionali, una scelta dovuta a una precisa voglia di ritornare a una situazione più naturale e salutare rispetto a quelle proposte negli ultimi decenni dai metodi di produzione industriali. Ma questo grande cambiamento di rotta non è solo del pubblico, sono infatti anche numerosissimi i piccoli produttori che decidono di rinnovare i propri metodi di produzione, puntando con forza sul fattore biologico”.
“Il settore Bio – spiega ancora Romano – è in grande crescita, con un +5,1% di superficie per i terreni biologici, per un totale di 16,9 milioni di ettari di bio nei paesi dell’UE. In particolare, siamo molto soddisfatti dell’incremento della superficie agricola utilizzata nel contesto europeo. Soprattutto è bene rilevare come l’Italia sia stabilmente tra i paesi più biologici in Europa, con 2,3 milioni di ettari di terreni bio. Perciò vogliamo evidenziare come sia assolutamente necessario non avere paura di credere e investire in questo tipo di agricoltura, che rappresenta uno degli strumenti più importanti per uscire dalla gravissima crisi climatica che stiamo affrontando e che vede ormai il sistema agricolo quasi al collasso”.
“Bisogna quindi spingere – conclude Romano – verso una transizione agro-ecologica dell’agricoltura, che non è più procrastinabile, anche se comporta scelte importanti e difficili. Sappiamo che l’Italia è tra i paesi più forti da questo punto di vista, e quindi sappiamo che siamo in grado di vincere la sfida. Fondamentale, però, è operare in stretta collaborazione con gli agricoltori, favorendo così le attività di accompagnamento alla crescita di questo settore. Questa è l’unica strada percorribile per salvare la nostra terra”.
Agricoltura biologica nucleo generatore del cambiamento
AIAB si unisce alla celebrazione della Giornata della Terra 2024, un’occasione per richiamare l’attenzione di tutti a riconoscere i valori non negoziabili delle risorse naturali che abbiamo ricevuto in dono e che violiamo sistematicamente nel nostro agire quotidiano.
L’agricoltura biologica, che AIAB promuove dalla sua costituzione, è metodo e processo di produzione, certificato, per produrre cibo nel rispetto dei principi di benessere, ecologia, equità e precauzione; un modello di produzione e consumo che promuove un cambiamento di sistema e coinvolge tutta la comunità: produttori e consumatori, operatori economici, amministratori e associazioni.
In questi ultimi mesi a tutti i livelli, i valori non negoziabili e i principi dell’agricoltura biologica sono stati violati e calpestati dai decisori politici europei e nazionali, alla ricerca di un consenso da parte di produttori agricoli schiavi di un’agro-industria che li usa come un qualsiasi mezzo di produzione a cui chiedere massimo rendimento pagando sempre meno.
Una realtà economica che ignora (o fa finta di farlo) la gravità della perdita sistematica di fertilità dei suoli e di biodiversità (con lo sdoganamento di OGM e NGT), che produce cibo spazzatura inquinando le acque e i mari arrivando a generare subdole patologie nell’avifauna quali le plasticosi. E che, soprattutto, ignora quale sia il vero costo del cibo.
Nel frattempo siamo tutti anestetizzati da un’agricoltura industriale, che usa pesticidi e veleni, esaurisce le risorse naturali e distrugge la variabilità genetica della vegetazione spontanea. Convinti che non ci sia una valida alternativa a tutto questo.
Ma è proprio questo l’errore. Inutile cercare soluzioni negli isterismi dell’eco-ansia o del negazionismo di un problema oggettivo. E’ l’agricoltura biologica il nucleo generatore del cambiamento. C’è molto da fare in ricerca e trasferimento dell’innovazione e il nostro impegno, ribadito in questa Giornata in cui si celebra la Terra, parte da qui.
Fonte: Ufficio Stampa AIAB