Patata americana, alimento etnico e naturale

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Zero Branco non finisce di sorprendere. Il piccolo centro del Trevigiano, al confine con la provincia di Venezia, che, grazie al grande lavoro di OPO Veneto, può considerarsi la capitale europea del radicchio rosso, adesso sta guidando il rilancio in Italia della patata americana o patata dolce o batata che dir si voglia, nel rispetto della qualità dell’ambiente e di un’alimentazione naturale.

Sabato, 12 ottobre, Zero Branco ha ospitato, nella sede dell’OPO, il convegno nazionale sulle prospettive e lo sviluppo di questa coltura che, grazie al cosiddetto consumo etnico (gli immigrati), è in crescita nel nostro Paese.

"Il nostro imperativo – sintetizza Cesare Bellò, consigliere delegato di OPO Veneto – è produrre qualità in un ambiente di qualità. Vale per il radicchio ma anche per gli altri due prodotti che fanno reddito, nel corso dell’anno, per i nostri agricoltori: l’asparago bianco e, in autunno, la patata americana".

Si scopre così che la ‘patata americana di Zero Branco’ così come la ‘patata americana di Anguillara e Stroppare’, entrambe a pasta bianca (la produzione mondiale maggiore è a pasta gialla, molto meno remunerativa) sono due prodotti tradizionali con un loro mercato di nicchia consolidato.

La coltivazione ha il suo cuore italiano proprio qui, tra le province di Venezia e Treviso, così come tra Rovigo e Padova, con estensioni in provincia di Latina e nel Leccese. Complessivamente, in Italia si producono di questo particolare tubero 20 mila tonnellate circa su un’stensione di 1.500 ettari. Nel mondo le cifre sono enormi: 135 milioni di tonnellate su 9 milioni di ettari, con Cina, Uganda, Indonesia, Vietnam, Nigeria, India, Giappone, Kenya, Filippine e Stati Uniti maggiori Paesi produttori. Cibo da popoli delle regioni tropicali.

Ma la patata americana non è solo alimento etnico, c’è di più: essa rientra nella tendenza dei consumi dei cibi puliti, naturali, senza chimica. Per essere coltivata, conservata e per arrivare sulla tavola del consumatore la patata dolce non necessita di alcun trattamento chimico, impatto ambientale zero, anche se è un lavoro duro coltivarla. Dunque le sue potenzialità – come suggerisce un agronomo di lungo corso come Ettore Ramponi dell’OPO – sono interessanti, anche perché permette ai coltivatori di realizzare redditi soddisfacenti.

Il convegno di Zero Bianco è stato particolarmente affollato soprattutto da esperti (sono coinvolti nel progetto di rilancio l’Università di Padova e persino l’Istituto di architettura di Venezia, IUAV, per il design delle confezioni) e coltivatori veneti, che hanno mostrato la loro approfondita conoscenza del prodotto.

Federico Nadaletto, agronomo di OPO Veneto, ha ricordato che la coltivazione è partita nel Trevigiano negli Anni Cinquanta. La produzione si svolge tra agosto e ottobre. Tra Zero Branco e i vicini Comuni di Scorzé e Trebaseleghe, sono 100 gli ettari coltivati e la resa media è di circa 18 tonnellate per ettaro.

"E’ una pianta rustica – ha spiegato Nadaletto – adattabile ma che teme le temperature rigide. Ha pochissimi parassiti e, se coltivarla costa non poca fatica, perché sono richieste molte operazioni manuali, tuttavia non richiede sostanze di sintesi".

Michele Trevisan, responsabile dell’area commerciale di OPO Veneto, si è detto ottimista sulle prospettive di mercato. Attualmente, la vendita avviene per il 25% nella GDO, per il 20% nella ristorazione e il resto segue la strada dei mercati all’ingrosso o della vendita diretta.

Il prezzo alla produzione della patata americana a pasta bianca varia tra 60 centesimi e un euro e mezzo a seconda del mercato mentre sul mercato mondiale la patata americana a pasta gialla è quotata spesso non più di 8 centesimi al chilo. La strada che ha portato al successo il radicchio rosso ha dato gli insegnamenti che permetteranno all’OPO Veneto di Zero Branco di incrementare la diffusione alimentare di questo prodotto di nicchia "a polpa carnosa, saporita e profumata" (parole di Ettore Ramponi). (a.f.)

Nella foto Francesco Daminato (a sinistra), presidente di Opo Veneto, assieme al produttore Luciano Brognera, con una patata americana di Zero Branco appena raccolta.

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