Assobio: sale al 3,2% il peso del bio sul totale della spesa alimentare

Roberto-Zanoni

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Continua il momento favorevole del comparto del bio: nel primo trimestre 2021 si consolida l’incremento dei consumi registrato un anno fa, quando ebbe punte del +20% a marzo-aprile, grazie a una crescita a valore tendenziale dello 0,9%. Tra i canali di distribuzione, la spesa online aggiunge un +79% rispetto a un anno fa (+150% in tutto il 2020) e i discount crescono del 10,5% (dati Nielsen).

Le contraddizioni strutturali del mercato tuttavia restano: l’Italia vanta una delle maggiori quote nazionali di superficie agricola utilizzata a biologico in Europa, con un 15,8%, ma la spesa pro capite (pre-Covid) è di 60 euro all’anno, contro i 144 in Germania, 174 in Francia, 338 in Svizzera e 344 in Danimarca (dati Fibl & Ifoam, 2021). Questo, nonostante il nostro sia il primo Paese in Europa e secondo al mondo nell’esportazione di prodotti biologici, con oltre 2,6 miliardi di euro, circa il 6% di tutto l’export agroalimentare nazionale.

“I dati dimostrano che il biologico non è una nicchia e il potenziale per un aumento dei consumi interni c’è – ha osservato Roberto Zanoni, presidente di Assobio (nella foto di apertura) -. Va comunicato il suo valore reale. Da un lato il governo dovrebbe investire in formazione nelle scuole e nella ricerca universitaria, con master e corsi di laurea in agricoltura biologica, per ripensare in chiave nuova il mondo della formazione. Dall’altro lato, si dovrebbe creare maggiore consapevolezza nel consumatore e avviare economie di scala, favorendo il passaggio ad un’autentica agriecologia e ad una maggiore competitività del comparto”.

Per favorire gli orientamenti del Green Deal e delle strategie a esso collegate sarebbe opportuno alleviare i costi di certificazione biologica che gravano sulla filiera: “Tale onere si riverbera su produttori, trasformatori e distributori, fino al prezzo finale: virtuosi e tassati, insomma. Riconoscere a questi operatori un credito di imposta, oltre a favorire la conversione delle superfici, aiuterebbe anche i consumi, insieme a un auspicabile taglio dell’IVA sui prodotti dell’ortofrutta biologica: la strategia ‘Farm to fork’ prevede infatti che tutti gli europei possano contare su alimenti sani, economicamente accessibili e sostenibili”.

La promozione della tracciabilità, la valorizzazione dei loghi di qualità europea in etichetta, la comunicazione, sono alcune leve per incrementare la fiducia dei consumatori, avvalendosi delle tecnologie digitali, avanzate dalla stessa Commissione di Bruxelles, in una recente comunicazione al Parlamento europeo. “Urge investire nell’innovazione digitale, creando una piattaforma di tracciamento validata dal ministero delle Politiche agricole, che dovrà essere utilizzata da tutti, produttori e operatori del biologico, dal campo alla tavola – ha concluso Zanoni -. È ora di un vero cambio di passo a tutti i livelli, dalle scuole ai decisori politici, dagli opinion leader ai distributori, per riconoscere nel biologico l’asset che potrà dare al Paese un ruolo da protagonista nel futuro green e sostenibile d’Europa”.

Fonte: Ufficio stampa Assobio

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