A processo l’attivista anti-pesticidi, ma lo scontro non fa bene a nessuno

pestici mele

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Si è aperto martedì 15 settembre a Bolzano il processo contro Karl Bär, referente per la politica agricola e commerciale dell’associazione tedesca Umweltinstitut München, che da decenni si batte contro l’uso indiscriminato dei pesticidi in agricoltura. Il motivo all’origine della causa è una campagna sulla diffusione di queste sostanze nei meleti dell’Alto Adige, a seguito dell’inchiesta dello scrittore e cineasta austriaco Alexander Schiebel, autore del libro “Das Wunder von Mals” (Il miracolo di Malles), anch’egli sotto accusa in un procedimento analogo.

“Senza entrare nel merito del procedimento legale in corso – affermano le associazioni di Cambia la Terra – occorre sottolineare come questa vicenda abbia portato di nuovo alla cronaca il tema dell’uso massiccio dei pesticidi e il conflitto con le comunità locali”.

La campagna Cambia la Terra, promossa da FederBio con Isde-Medici per l’ambiente, Legambiente, Lipu e WWF, nasce proprio per informare e far crescere la consapevolezza sull’impatto dell’agricoltura industriale basata sulla chimica di sintesi.

Allo stesso tempo la campagna intende promuovere un diverso approccio all’agricoltura verso l’agroecologia di cui biologico e biodinamico sono l’espressione più diffusa. Difendendo il diritto dei cittadini e di tutti gli agricoltori che usano solo prodotti di origine naturale a tutelarsi rispetto all’utilizzo di fitofarmaci di sintesi chimica, dannosi per l’ambiente e per la salute, così come il diritto di tutti a fare informazione su ciò che essi comportano.

“Esprimiamo la nostra vicinanza a Karl Bär e a tutte le persone coinvolte in questa vicenda – continuano le associazioni di Cambia la Terra – . Auspichiamo che la questione pesticidi non sia trattata nelle aule di giustizia ma nell’ambito di una ampia, seria e partecipata riflessione in Provincia di Bolzano e in generale nel nostro Paese. Ci auguriamo che vi sia una riflessione sulle conseguenze che il loro uso indiscriminato può causare alla biodiversità e alla salute dei cittadini, come dimostrato dalla stragrande maggioranza degli studi. Il nostro auspicio è che i querelanti possano ritirare prima possibile le accuse, per confrontarsi in modo più sereno e costruttivo con chi si oppone all’uso dei pesticidi, nei luoghi più appropriati come le istituzioni, locali e nazionali, e in incontri pubblici che coinvolgano cittadini e agricoltori. Uno scontro frontale di questa natura può solo danneggiare l’intero sistema agroalimentare della Provincia di Bolzano, compreso il settore bio che rappresenta un’eccellenza. Rischia di vanificare l’impegno e gli sforzi messi in atto dalle organizzazioni locali per promuovere un biologico di qualità, grazie all’applicazione di rigorose linee guida che prevedono standard aggiuntivi rispetto alle normative vigenti come, ad esempio, sta facendo Bioland Südtirol. È ora che l’agricoltura italiana, europea e mondiale facciano la loro parte nelle sfide del XXI secolo, per fermare la perdita di biodiversità e nella lotta al cambiamento climatico. E una delle strade è proprio la drastica riduzione dell’uso di fitofarmaci, come richiesto anche delle strategie europee Farm to Fork e Biodiversità”.

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