Venticinque anni di biologico, di filiera condivisa, di un’idea che ha saputo unire imprese diverse sotto un marchio comune, con l’obiettivo di rendere il cibo sano, sicuro e sostenibile una realtà accessibile a tutti. È la storia di Almaverde Bio, celebrata venerdì sera nella suggestiva cornice del Grand Hotel da Vinci a Cesenatico.
A ripercorrere le origini è stato il presidente del Consorzio Ernesto Fornari: un racconto che parte ben prima del 2000, con l’intuizione di figure come l’entomologo Giorgio Celli – scienziato, comunicatore e primo promotore di una nuova idea di agricoltura – e con una Regione Emilia-Romagna capace di investire in tecnici, strutture e formazione per avviare il percorso della lotta integrata prima e del biologico poi.
È in questo contesto che, nel 1997, nasce l’idea di creare una società per valorizzare la produzione biologica, scelta che porterà tre anni dopo alla fondazione di Almaverde Bio. Un quarto di secolo dopo, Almaverde Bio è il marchio della omonima Società Consortile che associa imprese specializzate nei vari segmenti di filiera: dall’ortofrutta fresca, di IV Gamma e secca con Canova, ai trasformati di frutta e verdura e surgelati di Fruttagel, ai prodotti ittici con Circeo Pesca, alle uova con Eurovo, alle farine con Molino Spadoni, fino a Futura per polpe, omogeneizzati di frutta e gastronomia vegetale.
“Almaverde è nata da una visione lungimirante – ha sottolineato Fornari – e oggi è un marchio noto e rassicurante, che risponde alla domanda di qualità, gusto e sostenibilità”. Secondo Havas Media Network Research è percepito dalla maggioranza dei consumatori come italiano, attento all’ambiente e al territorio, con una notorietà sollecitata dell’83%.
“Almaverde è e sarà sempre solo biologico – ha aggiunto il direttore Paolo Pari – senza doppie linee o versioni convenzionali: è una scelta etica, oltre che commerciale”.
Pari ha ripercorso anche l’evoluzione della comunicazione, dai primi spot senza musica che hanno sdoganato il bio presso il grande pubblico, alle campagne sulla tracciabilità (“Il prodotto racconta”), alla promozione del benessere e della sostenibilità (“Passa al bio”), fino a “Volersi bene”, che sancisce il bio come scelta certa e condivisa. Il claim attuale, “Continuiamo a volerci bene”, ribadisce i valori di cura, rispetto e responsabilità.
A seguire, il dialogo con l’attore Giovanni Storti ha offerto uno sguardo originale sul significato contemporaneo del biologico. “Il biologico non è solo un’etichetta, è un atto d’amore verso la terra, verso chi la coltiva e verso noi stessi – ha dichiarato Storti –. Dietro ogni prodotto Almaverde Bio ci sono storie di persone, di rispetto per la biodiversità, di scelte consapevoli e coraggiose. È bello sapere che c’è chi lavora per proteggere il suolo, gli insetti impollinatori, la fertilità naturale”.
Durante la serata, è stato poi premiato Renzo Piraccini, ideatore del progetto e figura centrale nella sua fase di avvio.: “Fare una marca in ortofrutta, venticinque anni fa, era una scommessa. Ma Almaverde è stata un volano per le imprese e oggi ha tutte le condizioni per una nuova fase di sviluppo”.
Premiati anche i rappresentanti delle aziende socie – da Canova a Fruttagel, Futura, Molino Spadoni, Circeo Pesca, Eurovo – che hanno ribadito l’importanza di un marchio condiviso che valorizza la qualità e rende il biologico più accessibile.
Rispetto a questo, il vice presidente Stanislao Fabbrino ha ribadito il ruolo di Almaverde nel democratizzare il bio: “Industrializzarlo non significa snaturarlo, ma renderlo disponibile. Serve una filiera strutturata: Fruttagel trasforma 90.000 tonnellate di materia prima l’anno, il 20% delle quali è bio. Non basta il mercatino contadino: serve una filiera controllata e strutturata”.
I dati confermano la forza del progetto: nel 2024 Almaverde Bio ha registrato un fatturato di 37,5 milioni di euro (+8,5% rispetto al 2023), , confermandosi un progetto solido e in crescita.
Innovazione, coerenza e visione comune sono i tre pilastri su cui si fonda la nuova fase del Consorzio. Dalla riduzione degli zuccheri nei succhi alla scelta di packaging compostabili e plastic-free, Almaverde continua a rinnovarsi, restando fedele ai propri valori.
Chiara Brandi