Bioland Südtirol tra l’analisi di mercato, le sfide dei produttori e il nuovo marchio nazionale

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Durante la manifestazione Fa’ la cosa giusta a Milano, Bioland Südtirol ha presentato un’analisi del mercato biologico italiano, evidenziando una contraddizione di fondo: il settore è in espansione grazie agli incentivi pubblici, ma gli operatori affrontano difficoltà strutturali che ne mettono a rischio la sostenibilità economica.

Incentivi e ostacoli: il paradosso del biologico

L’Italia ha investito oltre 2 miliardi di euro nel biologico attraverso il Piano Strategico della PAC, con misure come la SRA29 che mirano a rafforzare la filiera. Tuttavia, molti produttori denunciano una mancata integrazione tra gli aiuti pubblici e le strategie di mercato, rendendo difficile la creazione di un sistema stabile e remunerativo.

“Si sta esacerbando la distanza tra le misure messe in atto e i bisogni reali degli operatori, con il rischio di disorientare chi ha investito nel biologico”, ha dichiarato Silvia Piconcelli, responsabile agricoltura biologica di Confagricoltura.

Verso un marchio nazionale per il biologico

Per rafforzare la competitività del settore, il governo sta lavorando all’introduzione di un marchio nazionale che certifichi non solo il metodo di produzione biologico, ma anche l’origine italiana delle materie prime. Previsto dalla Legge del 9 marzo 2022 e dal Piano di Azione per il Biologico, il marchio sarà utilizzabile su base volontaria e disciplinato da un decreto ministeriale. L’obiettivo è aumentare la riconoscibilità dei prodotti italiani e offrire ai consumatori una garanzia aggiuntiva sulla provenienza.

“È essenziale rafforzare la fiducia nel sistema di certificazione e garantire condizioni di concorrenza eque rispetto agli altri Stati membri”, ha sottolineato Piconcelli, evidenziando la necessità di evitare la fuoriuscita di operatori dal sistema certificato.

Aggregazione e strategie di mercato per il futuro

Oltre a un marchio nazionale, la chiave per la crescita del biologico italiano sarà una maggiore aggregazione tra produttori e una strategia di comunicazione efficace. Attualmente, l’aumento del valore delle vendite è dovuto più all’inflazione che a una crescita reale della domanda.

“Serve un sistema di filiera più equo e innovativo, capace di ridurre i costi e affrontare le sfide del mercato”, ha concluso Piconcelli.

Il futuro del biologico italiano dipenderà dalla capacità di superare le attuali criticità, rafforzando il legame tra incentivi, strategie di mercato e valorizzazione territoriale.

Fonte: Ufficio Stampa Bioland

Notizie da GreenPlanet

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