Vinitaly: è boom di bio. La parola ai produttori

STANDARD PER SITO GREENPLANET

Condividi su:

Facebook
Twitter
LinkedIn

Vinitaly e le aziende vitivinicole biologiche. Abbiamo sondato questo rapporto proprio nei giorni di Vinitaly, passeggiando tra gli stand, cogliendo l’atmosfera che si respira al loro interno e facendo visita alle aziende.

Nello specifico, Vinitaly Bio è il salone dedicato al vino biologico certificato prodotto in Italia e all’estero. Vinitaly quest’anno ha organizzato la settima edizione di questo salone, motivato dall’interesse, in piena espansione, come suffragato dai dati, dei consumatori nei confronti dei vini biologici, per poter offrire una vetrina a livello nazionale per i produttori che vogliono promuovere i propri vini biologici. Ci saranno riusciti? Lo abbiamo chiesto proprio alle aziende. Di seguito alcune dichiarazioni da parte dei diretti interessati.

Intanto, un dato piuttosto esaustivo della fiducia riposta dagli espositori su questo salone: da 69 espositori presenti nel 2020, edizione poi annullata per pandemia, l’edizione Vinitaly Bio 2022 vede la presenza di ben 115 espositori provenienti da tutte le regioni italiane.

Non ci siamo limitati a visitare solamente il padiglione dedicato a Vinitaly Bio, ma siamo andati a trovare anche alcune aziende che hanno collocato il proprio stand nel padiglione della rispettiva regione d’origine.

Cantina Fornacina di Montalcino

“Semplicità, naturalezza e conduzione famigliare” sono i valori fondanti di quest’azienda che produce Brunello dal 1981. L’Azienda Agricola “FORNACINA” si trova alle porte della città di Montalcino, dal latino “Mons Ilcinus” cioè “monte dei lecci”, che in fitte macchie, coprivano un tempo la collina su cui sorge. Cinque ettari di vigneto, 22.000 circa le bottiglie prodotte. Brunello di Montalcino, Rosso di Montalcino e Grappa di Brunello: questo è il frutto del lavoro della famiglia Biliorsi.  2004 è l’anno in cui l’azienda ha ottenuto la Certificazione ICEA per la produzione di uve con Sistema Biologico, dopo tre anni di conversione.                                                                                                                                                                              Perché biologico? “Nella sostanza già lo eravamo, si trattava solo di certificarlo. All’inizio non ne davamo molta evidenza, perché si coglieva una certa diffidenza, ma adesso è avvenuta un’inversione di tendenza e il biologico è un valore aggiunto”.     Il Vinitaly, secondo Biliorsi, è una delle migliori vetrine che esistano: “Durante il lockdown abbiamo apprezzato l’efficienza degli strumenti tecnologici per comunicare, ma l’uomo rimane un’animale sociale e ha bisogno di incontrare persone fisicamente”.                                                                                                                                                                                                            I vini di quest’azienda trovano un ottimo riscontro all’estero, soprattutto negli Stati Uniti e nel Canada, mentre “l’Italia è molto regionalizzata e non c’è molto spazio, nella varie regioni, per vini di regioni diverse”.

Fattoria Sorbaiano

“Meravigliosa è la natura delle viti di tirare a sé il sapore altrui” è il claim di Fattoria Sorbaiano, sita in una zona collinare, in Località Sorbaiano di Montecatini Val di Cecina, Pisa. 27 ettari di vigneto specializzato nella DOC Montescudaio, dove “hanno trovato un habitat ideale i migliori cloni di Sangiovese che danno produzioni di alto livello qualitativo”. La produzione annua di vino è di 70.000 bottiglie tra bianco, rosso e vinsanto. Il 20% della produzione viene veicolata all’estero, principalmente verso il Nord Europa.                                                                                                                                              Vinitaly? “È stata un’edizione molto positiva e poi, a Vinitaly, non puoi non partecipare”, ci risponde Paolo Gotti, Sales Director.  Fattoria Sorbaiano è biologica da 4/5 anni. Perché? “A motivarci è stata la questione ambientale”.

Azienda Agricola Quila

QUILA di Isola d’Asti (AT) nasce nel 2019 come progetto personale di Bisso A., giornalista enologico, che sul biglietto da visita si definisce “tuttologo”, ha anche lavorato come enologo nella zona del Barolo e in svariati paesi del mondo: Cile, Sud Africa, Francia, Grecia, Portogallo e Stati Uniti. Il suo Barolo “Aculei” dell’annata 2016 ha vinto il premio “Best in Show” al DWWA-2020 (97 punti) ed è stato inserito tra i 50 migliori vini del mondo dai giurati del più grande concorso enologico internazionale.  Un progetto recente, quello di Bisso, ma con molta personalità, al punto da scegliere di partecipare da subito a Vinitaly condividendo lo stand con ad un’altra cantina di cui è enologo, l’Azienda Agricola Taverna di Neive. QUILA è in conversione biologica dal 2020. Tra i vini prodotti: Piemonte DOC Moscato Secco, Langhe DOC Favorita, Piemonte DOC Rosso, Langhe DOC Nebbiolo e Langhe DOC Rosso.

Ceralti Borgheri

“Chimica ragionata”, così Walter Alfeo descrive il modo di fare vino dell’Azienda Agricola Ceralti di Donoratico (LI). Ceralti è profondamente radicata nella zona di Castagneto Carducci, vicino a Bolgheri, da generazioni. Dal 1860 per la precisione. Una storia alle spalle e anni di continuità nei prodotti che hanno permesso di raggiungere uno standard di alta qualità. E il biologico? Come si è inserito? “È merito di mio figlio, che ha proposto di convertire la produzione a biologico, dando il via ad una evoluzione green per l’azienda. Ero scettico, ma è stata una scelta vincente, un grande successo”. Per questa ragione l’azienda ha maturato la scelta di partecipare a Vinitaly Bio. Il 25%/30% della produzione viene venduta all’estero, in particolare in Svizzera, Austria e Germania.

Staffilo Winery

La natura in bottiglia è il claim dell’azienda agricola Staffilo, situata tra Venezia e Treviso, produttrice di Prosecco DOC e vini esclusivamente biologici.  “Ho scelto il biologico per l’amore ed il rispetto che nutro verso la terra e l’armonia della natura” racconta Patrizia, la titolare dell’azienda. Il biologico, unitamente all’approccio di economia circolare che l’azienda cerca di adottare, è, infatti, considerato dall’azienda un valore aggiunto, e una forma di rispetto nei confronti della terra, dell’armonia per la natura e del consumatore. Anche il packaging è in materiale ecosostenibile. Questo atteggiamento trova un valido riscontro nei mercati esteri, secondo Patrizia, dove “la mentalità è più aperta”.  Vinitaly Bio? “Un’ottima rampa di lancio”.

Azienda Vitivinicola La Zerba

L’Azienda Vitivinicola Biologica La Zerba di Tassarolo (AL) è situata nell’Appennino Ligure-Piemontese, nel cuore della zona collinare che circonda le pittoresche colline del Gavi.  12 ettari: 10 a Cortese e 2 a Barbera. Formano un corpo unico intorno alla cantina che è stata fondata nel 1973. Andrea Mascherini, enologo, che abita proprio in quest’area, ha scelto convertire la produzione a biologico. Da anni l’azienda effettua solo diserbo meccanico e concimazione con letame bio e sovescio e ora i vini prodotti sono: Gavi DOCG La Zerba bio 2020, Gavi DOCG Terrarossa bio 2020, Gavi DOCG Anfora bio 2020, Gavi DOCG Primin 2017 e Piemonte DOC Barbera bio 2019.  Per quanto riguarda il destino commerciale di queste bottiglie: “il 90% di Gavi va all’estero”.  Vinitaly Bio? “Portatore di fruttuosi incontri”.

Società Agricola Provolo

L’inizio della storia dell’azienda Provolo di Mezzane di Sotto (VR) risale ai primi anni del Novecento, a 1927, per la precisione, quando Guglielmo Provolo acquistò il piccolo appezzamento di terra che lavorava da alcuni anni. Da quella scelta coraggiosa, quattro generazioni si sono passate il testimone, alla ricerca della “propria armonia tra l’epoca vissuta e la tradizione ereditata”.                                                                                                                                                                                              A raccontarci il presente di quest’azienda è la quarta generazione, Matteo Provolo che spiega la scelta di convertire la produzione a biologico. Alcune linee sono, infatti, certificate bio dal 2019. “Mio padre si è sempre preso cura della terra secondo un approccio biologico; è stata una scelta precisa di rispetto dell’ecosistema e anche legata alla salute di chi abita queste terre, cioè la nostra famiglia; si trattava solo di certificarlo e far sì che anche i potenziali consumatori lo sapessero”.  Come ha impattato la scelta di essere biologici, ad oggi? “Allo stato attuale, questa scelta ha determinato un notevole incremento delle vendite”.                                                                                                                                                                                L’azienda produce Valpolicella, Rosso Veneto, Valpolicella Ripasso Superiore, Oseleta Veronese, Amarone della Valpolicella, fra i rossi. Fra i bianchi, invece, Soave, Bianco Veneto e Garganega Veronese. Tra i vini Esclusivi annoverano l’Amarone Riserva e il Metodo Classico. A chiudere il cerchio delle varie proposte dell’azienda due vini dolci: passito veneto e Recioto della Valpolicella.  Una linea speciale è poi caratterizzata da Linea Gadoi, ideata “limitando le interferenze umane e lasciare che la natura agisca da sola” e per reinterpretare grandi classici come il Valpolicella. Perché Gadoi? “Nel dialetto veronese viene usato per chiamare i fiori di iris; queste piante presentano caratteristiche molto simili alle viti per numerosi motivi: si adattano a condizioni difficili, crescono in terreni poveri e asciutti, non soffrono il caldo estivo e la mancanza di acqua”.

Società Agricola F.lli Corvezzo

Il 2017 è l’anno in cui è avvenuto il completamento del processo di conversione Bio di tutti i vigneti dell’azienda Corvezzo con sede a Cessalto (TV). Un dato rilevante: il vigneto atto a Prosecco Bio Corvezzo è il primo in Italia per estensione.  Sono 200 gli ettari totali di proprietà dell’azienda. Pecrchè bio? Giovanni Corvezzo, figlio di Renzo, nel 2009, dopo un’esperienza di lavoro in Francia, entra alla guida dell’azienda e comincia a immaginarsi una produzione vitivinicola senza l’utilizzo di sostanze di sintesi, biologica certificata. Il padre gli accorda fiducia e gli propone di testare questa idea solo su 10 ettari. Giovanni vince la scommessa. E ora l’intera produzione è biologica. Vinitaly? Il riscontro da parte di questa azienda è più che positivo.

Stefania Tessari

Seguici sui social

Notizie da GreenPlanet

news correlate

INSERISCI IL TUO INDIRIZZO EMAIL E RESTA AGGIORNATO CON LE ULTIME NOVITÀ