Non c’è stato solo il voto sulla Nature Restoration Law (vedi news) in Consiglio Ambiente dell’Unione Europea. I Ministri dei Ventisette hanno raggiunto l’accordo su una serie di proposte relative alla Direttiva Green Claims, un provvedimento volto a contrastare il greenwashing e a fornire ai consumatori informazioni affidabili e verificabili per decisioni d’acquisto più ecologiche, proposto per la prima volta nel marzo 2023 e approvato dall’Europarlamento un anno dopo (vedi news).
L’orientamento generale del Consiglio costituirà la base per i triloghi sulla forma finale della direttiva, i cui negoziati inizieranno nel nuovo ciclo legislativo.
La decisione arriva per l’urgenza ormai inderogabile di fornire ai consumatori dichiarazioni ambientali precise per poter prendere decisioni informate. Ad oggi, infatti, la maggior parte delle dichiarazioni ambientali sono vaghe, fuorvianti o infondate. La nuova direttiva stabilisce requisiti minimi per comprovare, comunicare e verificare le asserzioni ambientali esplicite.
Questa proposta si rivolge specificamente alle dichiarazioni ambientali esplicite e alle etichette ambientali volontarie utilizzate dalle aziende per promuovere i loro prodotti. Include anche i sistemi di etichettatura ambientale esistenti e futuri, sia pubblici che privati. La nuova Direttiva distingue tra dichiarazioni ed etichette ambientali, specificando chiaramente gli obblighi per ciascun comparto. Le aziende devono utilizzare criteri chiari e prove scientifiche aggiornate per corroborare le loro asserzioni. Le dichiarazioni e le etichette devono essere chiare, comprensibili e specifiche rispetto alle caratteristiche ambientali dichiarate. Alcuni esempi comprendono la durabilità, riciclabilità o biodiversità.
Un principio fondamentale è la verifica ex ante delle dichiarazioni ambientali da parte di esperti indipendenti, per garantire la loro veridicità prima della pubblicazione. Tuttavia, è prevista una procedura semplificata per esentare alcune tipologie di asserzioni dalla verifica di terze parti, purché le imprese forniscano un documento tecnico di conformità.
Le microimprese avranno 14 mesi in più per adeguarsi alle nuove norme e beneficeranno di misure di supporto, come linee guida e strumenti per ridurre gli oneri amministrativi, oltre a possibili sostegni finanziari e formazione. I sistemi di etichettatura ecologica EN ISO 14024 tipo 1 riconosciuti ufficialmente in uno stato membro saranno esentati dalla verifica se rispettano le nuove norme. Il riconoscimento in un Paese permette dunque la validità in tutta la UE.
Inoltre, la direttiva introduce nuovi requisiti per le dichiarazioni relative al clima, comprese quelle che coinvolgono i crediti di carbonio. Le aziende devono fornire dettagli sul tipo e la quantità. Devono anche dichiarare se sono permanenti o temporanei. Verrà fatta una distinzione fra crediti per azioni climatiche e crediti di compensazione, cioè tra quelli che dovrebbero avere un effetto “addizionale” e quelli che invece bilanciano un’attività inquinante. In entrambi i casi, i problemi di metodologia hanno ampiamente dimostrato la fallacia del sistema di finanziarizzazione del clima.
Copa Cogeca: giusta flessibilità all’uso dei crediti di carbonio
A seguito dell’adozione del Green Claims, l’Approccio Generale del Consiglio da parte dei ministri dell’Ambiente, il Copa-Cogeca “si congratula per il lavoro svolto negli ultimi mesi in seno al Consiglio che ha portato all’adozione di un testo equilibrato”. L’Approccio generale, spiega Copa-Cogeca, “prende in considerazione la realtà delle aziende agricole e dà la giusta flessibilità all’uso dei crediti di carbonio nel mercato volontario”. Copa Cogeca, conclude il comunicato ufficiale, “spera di vedere questi miglioramenti difesi durante i prossimi negoziati istituzionali a tre”.
Tra gli altri elementi, Copa-Cogeca accoglie con favore la possibilità di apprendere il processo di verifica per le richieste (procedura semplificata) su pratiche agricole che già rientrano nel quadro ambientale della Politica agricola comune. ambientale della Politica agricola comune. “Una decisione -sottolinea la nota- che va anche nella giusta direzione nel contesto della semplificazione della Pac”.
Copa-Cogeca, prosegue la nota, “accolgono con favore la continuità che i ministri dell’Ambiente hanno deciso di mantenere il quadro di certificazione dell’eliminazione del carbonio nell’Approccio generale”, consentendo agli operatori “di utilizzare i crediti di carbonio per bilanciare le emissioni, mantenendo i requisiti della proposta originale di comunicare in modo trasparente i crediti utilizzati. Questa opzione per gli operatori faciliterà il lavoro per il raggiungimento gli obiettivi climatici dell’UE”.
La Redazione