Medio Oriente e prodotti esotici sono stati i protagonisti dei SANA Novità Awards. I buyer internazionali intervenuti alla 34esima edizione del Salone del biologico che si è chiuso domenica scorsa nel quartiere fieristico bolognese, hanno, infatti, decretato come prodotti preferiti l’Halva (rigorosamente bio), che è un dolce tipico del Vicino e Medio Oriente, dell’azienda espositrice Sesâmes; My Abby Face Oil Rose, l’olio alle rose di My Abby Abyssian, e il Balsamo per l’anima, il nuovo piacevole tè di YogiTea, azienda tedesca che specializzata nella produzione di infusi di erbe e spezie basati su ricette ayurvediche sviluppate in 3mila anni di storia della filosofia indiana.
Mentre gli Awards veri e propri, dedicati ai prodotti più innovativi presenti sul mercato biologico, sono andati alla tavoletta di cioccolato raw fondente biologico all’avena dell’azienda Cacao Crudo per l’area Food; al Vitamin C&24k Gold, la nuova linea skincare antiage dell’Erbolario nel settore Care&Beauty ed Eco-Woody, il cubetto in legno di faggio da cui nascono piante e alberi veri di ABC Gadgets per il Green Lifestyle, azienda bolognese.
“Per il mondo della cosmesi – commenta Laura Pedrini, presidente del Gruppo Cosmetici Erboristeria di Cosmetica Italia – i prodotti a connotazione naturale e sostenibile rappresentano ormai una scelta di acquisto consolidata tra i consumatori: basti pensare che nel 2021 i consumi di questa tipologia di prodotto hanno superato i 2,6 miliardi di euro. Una richiesta che si pone in maniera trasversale a differenti canali distributivi, dalla grande distribuzione all’online, superando i tradizionali confini dell’erboristeria”.
Lo scenario del Bio tracciato al SANA
Fil rouge di questa 34esima edizione del SANA – che ha visto ripopolarsi i padiglioni della fiera del biologico italiana (quest’anno erano sei, inclusa la seconda edizione del Sanatech, ospitata nel blocco 30, che dal 2021 propone anche una rassegna dedicata alla filiera produttiva del biologico e del naturale) – è stata la questione della spinta della la domanda interna di Bio che, secondo i dati dell’Osservatorio SANA, dopo il picco registrato nel periodo pandemico, adesso è rallentata fino, quasi, alla stagnazione.
In realtà, i dati statistici risentono in parte anche del fatto che i prodotti biologici sugli scaffali della grande distribuzione, che movimenta volumi molto grandi, sono in aumento, soprattutto negli ultimi cinque anni. Nel senso che, se anche la domanda sia aumentata (più o meno significativamente) l’aumento dell’offerta è stato ancora molto maggiore. Anche per questo, almeno sul mercato interno, si parla di (quasi) stagnazione dei consumi.
Tra il rallentamento anche l’avvicinarsi della forbice di prezzo tra bio e convenzionale che però, sul fronte produttivo, diventa un vantaggio dal momento che, a parità di prezzo delle materie prime per produrre, gli agricoltori, stanno optando per scelte più sostenibili.
In questa fase di Transizione ecologica, l’Italia si presenta sul mercato europeo e globale come leader indiscusso per l’export, seconda solo agli Stati Uniti, e benchmarketer per il know how (sul mercato globale) e per le superfici (in Europa).
Da qui l’idea, la sfida, di affiancare a SANA, il Sanatech, una rassegna dedicata ai produttori del biologico e del naturale che ha pagato lo scotto di arrivare in un periodo dell’anno che coincide con la piena campagna agricola ma che si è pure ampiamente riscattato sul fronte della convegnistica, registrando una media di 1.500 partecipanti giornalieri al fitto programma di workshop e meeting con tutte le principali novità politiche, istituzionali e dal mondo della ricerca e aziendale, dedicate alla produzione del biologico.
Tra i temi caldi: la questione del Nutri Score
L’affermarsi su larga scala del movimento del biologico, uno dei temi caldi è il fatto che molti player e molti consumatori, ormai, associno il biologico alla riduzione del consumo di carne, non solo in un’ottica di ridurre l’impatto ambientale ma anche di avere una dieta più bilanciata. Su questo punto nevralgico si prevedono inevitabili colpi di coda del mercato e, in genere dentro il sistema agroalimentare posto che l’Italia è un grande produttori di salumi e di carne pregiata, soprattutto dopo i recenti sviluppi da Bruxelles (vedi news).
Gli strumenti a sostegno della domanda
Tuttavia, l’incognita del mercato interno è ancora aperta. Da qui l’ipotesi di spingere maggiormente anche sul public procurement (appalti mense) per assorbire una quota certa della produzione nazionale.
Un punto, questo, che è stato sfiorato da tutti principali rappresentati istituzionali del settore biologico, a cominciare dai presidenti delle associazioni di rappresentanza del Bio come, fra gli altri, i due sponsor della fiera FederBio e AssoBio.
Per fare da booster della domanda interna (non più e non solo relegata ai negozi specializzati che registrano peraltro grosse difficoltà), nel corso dell’inaugurazione è stato siglato un protocollo di intesa per l’Osservatorio SANA, anche in funzione di programmare la produzione di prodotto biologico non solo tra trasformatori e GDO ma anche tra produttori e trasformatori di modo da evitare sperequazioni di mercato anche sui prezzi posto che, allo stato attuale, la crisi economica, nel settore biologico, rimane interamente assorbita dai margini dei produttori che si assottigliano sempre di più.
Una richiesta a gran voce è emersa dalla fiera: quella di arrivare alla gestione politica e di mercato del comparto (per la verità lo stesso problema vale anche per il convenzionale) con un approccio sistemico che ancora in Italia manca.
Le politiche dedicate al settore, nel Bel Paese, sono ancora emergenziali, nonostante la valangata di soldi che arrivano dall’Europa su più fronti (non dalla PAC ma anche dai fondi della ricerca Horizon che dedicano al settore biologico il 30% delle risorse).
Oggi si interviene solo sulle problematiche che emergono ora a causa delle gelate, ad esempio, ora a causa delle grandinate oppure, tema più attuale che mai, a causa della difficoltà di reperire materie prime e della crisi economica causata dalla guerra.
“Sana è nata 34 anni fa – ha detto Gianpiero Calzolari, presidente di BolognaFiere, nel discorso inaugurale – grazie all’intuizione di pochi, ma oggi si rivela uno strumento indispensabile per le nostre imprese, per potere fare pace con il Pianeta. Questi ultimi mesi di siccità ci dicono che dobbiamo cambiare in fretta, invertendo la direzione e introducendo pratiche produttive più virtuose. Dobbiamo avere il coraggio di guardare lontano e non limitarci a questa congiuntura economica. In questo senso, il SANA si conferma il luogo più importante per discuterne”.
I numeri della Fiera
I dati diffusi dalla fiera dopo la chiusura dei battenti sono incoraggianti: hanno partecipato oltre 150 buyer internazionali da 30 Paesi del mondo grazie al supporto di ICE – Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane e 700 espositori. I visitatori sono in crescita del 50% rispetto al 2021 nonostante l’evento abbia assunto per la prima volta quest’anno un chiaro orientamento al B2B; tra gli stand c’erano ben 19 collettive straniere oltre a quelle di alcune delle principali regioni italiane produttive del biologico come Sicilia, Calabria, Puglia, Emilia-Romagna e Marche.
I commenti
“È stata l’edizione della vera ripartenza – ha commentato Maria Grazia Mammuccini, presidente FederBio – che ha fatto incontrare di nuovo in presenza tutti gli operatori del settore, le istituzioni e i principali interlocutori a partire dal mondo scientifico. Tutto ciò è stato fondamentale anche per Rivoluzione Bio e i tanti convegni e incontri tecnici che si sono tenuti in occasione di SANA, che hanno consentito di fare il punto in un momento chiave per tutto il biologico nel quale, con la transizione ecologica, abbiamo di fronte un passaggio epocale. Una fase che risulta ancora più complessa per le molteplici crisi che stiamo attraversando a partire da quella climatica, al conflitto nel cuore dell’Europa, che mettono sempre al centro agricoltura, cibo ed energia. Una riflessione e un approfondimento comune erano indispensabili, anche per il percorso di attuazione della legge, la definizione Piano d’Azione Europeo sul biologico e la programmazione dei fondi destinati al settore nel Piano strategico nazionale della PAC”.
“Siamo soddisfatti dell’andamento dei consumi biologici che nonostante guerra, pandemia e siccità hanno continuato anche quest’anno la loro crescita in special modo nel consumo fuori casa. Formazione, comunicazione e ricerca – ha affermato Roberto Zanoni, presidente AssoBio – saranno al centro delle nostre azioni per favorire anche in futuro lo sviluppo del settore. Le emergenze e la guerra non possono essere un pretesto per fare clamorosi passi indietro e allontanarci dal percorso virtuoso che abbiamo costruito finora”.
Mariangela Latella