Piacenza, agricoltura sostenibile come priorità

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Possiamo dire che è stato un successo. Il convegno organizzato da CCPB srl e l’Istituto di Entomologia e Patologia Vegetale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza ha visto la presenza di un folto pubblico, con la sala ‘G. Piana’ gremita e tante persone in piedi, e una stimolante serie di interventi. Riassumendo, tutti gli ospiti che rappresentavano buona parte della filiera dell’agroalimentare del nostro Paese, vedono una grande opportunità nelle nuove disposizioni sull’utilizzo dei fitofarmaci. Da punti di vista diversi e con vari suggerimenti e critiche, tutti i presenti hanno offerto una lettura positiva dei temi che legano produzione agricola integrata e sostenibilità ambientale.

Pietro Cravedi, direttore dell’Istituto di Entomologia e Patologia vegetale, ha ricordato come quando si è iniziato a parlare di agricoltura integrata ancora ‘non si immaginava il successo odierno’. Lino Nori, presidente del Consorzio Il Biologico, ha posto la prima cruciale domanda: ‘come le tecniche di produzione integrata possono oggi rientrare nella sostenibilità ambientale?’. A raccogliere l’interrogativo Gabriele Canali dell’Università di Piacenza, che descrivendo gli scenari della sostenibilità per l’agroalimentare ha sottolineato come questa rappresenti ‘una priorità per la collettività e quindi necessità di un intervento pubblico ancora maggiore, anche perché integrata e biologico hanno fatto passi avanti migliori rispetto ai settori produttivi dello stesso comparto agroalimentare’.

A rappresentare il settore pubblico Floriano Mazzini del Servizio fitosanitario regionale dell’Emilia Romagna ha esposto le ultime novità sul recepimento della direttiva comunitaria sui fitofarmaci spiegando quanto ‘possano essere un’opportunità generale se rientrano in un piano nazionale comune’, a cui il Ministero delle Politiche Agricole sta lavorando in questi mesi. Fabio Osti del Cnr – Ibimet, illustrando i legami e le convergenze tra sostenibilità ambientale e agricoltura integrata, ha ribadito come ‘non sia più possibile disgiungere la produzione dal rispetto per l’ambiente e la salvaguardia del territorio’, un metodo per farlo è quello di ‘utilizzare la tecnica dell’LCA che consente di valutare gli impatti ambientali di una filiera e migliorarne così le pratiche di produzione’. Su questo tema Fabrizio Piva di CCPB Srl si è concentrato sul supporto che la certificazione di Impatto ambientale verificato offre all’integrato.

Lorenzo Tosi, giornalista di Edagricole – Sole 24 Ore, ha moderato una tavola rotonda a cui hanno discusso quelli che ha definito ‘i magnifici 7 della filiera agricola italiana’: Giampiero Reggidori Apo Conerpo, Enrico Barone Conserve Italia, Marco Rosso Agrofarma, Andrea Braggio Ibma Italia, Roberta De Natale Auchan-Simply, Maurizio Brasina Coop Italia, Luca Magnani Esselunga. Ospiti che hanno parlato a viso aperto di tutti gli aspetti che toccano le opportunità e dei limiti dell’agricoltura integrata e dell’uso sostenibile dei fitofarmaci: dalla sicurezza alimentare alla comunicazione al consumatore, dai costi di produzione alle prospettive offerte dalla certificazione, dalla capacità di seguire norme e direttive comunitarie all’attesa per la stesura definitiva del Piano di Azione Nazionale (PAN) per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari.

Le conclusioni sono state affidate ad Antonio Frattarelli del Dipartimento delle Politiche europee e internazionali e dello sviluppo rurale del Mipaaf, che oltre a riferire le ultime novità e le tempistiche del lavoro del Ministero ha invitato tutti a partecipare alla consultazione pubblica online sul PAN.

Sulla pagina Facebook  del CCPB potete trovare alcune foto della giornata. Da questi link potete scaricare le relazioni di Fabrizio Piva e Floriano Mazzini.

 

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