Anche nel 2020, l’ortofrutta bio Made in Italy ha proseguito la sua crescita costante grazie anche a una conoscenza e un interesse sempre più diffuso fra i consumatori europei che si confermano alla ricerca di prodotti salutari e rispettosi dell’ambiente.
Oggi l’Europa sta mettendo a punto la strategia From Farm to Fork che vedrà il biologico sempre più protagonista in termini di superficie coltivata con l’obiettivo di raggiungere il 25% dell’intera superficie agricola a biologico nel 2030.
Per questo Made in Nature, progetto finanziato per 1,7 milioni di euro dall’Unione europea e Cso Italy, ha chiamato a raccolta i big dell’ortofrutta italiana (Brio, Canova, Conserve Italia, Lagnasco Group, RK Growers, Veritas Biofrutta e Mazzoni Surgelati ) in un webinar in cui sono state presentate le aziende protagoniste e l’importanza del biologico in fase di acquisto e consumo.
Il biologico italiano è sempre più importante, come evidenziano i dati del report 2020 di Ismea-Sinab che rendono l’Italia il primo Paese europeo per numero di aziende agricole impegnate nel biologico, con oltre 80mila operatori coinvolti e una superficie destinata di quasi 2 milioni di ettari (15,8% della Superficie Agricola Utilizzata) di gran lunga sopra la media UE (circa 8%), superiore a competitor come Spagna (10,1%), Germania (9,07%) e Francia (8,06%), con un valore superiore ai 3,3 miliardi di euro e un peso del 4% sul carrello degli italiani. Il valore dell’export del biologico italiano è passato da 1,18 miliardi di euro del 2011 ai 2,26 miliardi di euro rilevati nel 2019 (Fonte: IFOAM). La crescita è esponenziale ma le potenzialità sono ancora elevate sia sul mercato europeo dove per esempio la Francia importa oltre il 60% dell’ortofrutta bio o la Germania che presenta analoghe percentuali (Fonte: Agence Bio).
Massimo Perotto di Lagnasco Group mette in evidenza un periodo molto brillante per il mirtillo biologico nella prima fase dell’anno, proseguita molto positivamente soprattutto in Germania e Nord Europa con l’offerta anche del mirtillo certificato Demeter come biodinamico. L’Italia ha una domanda meno brillante, confermata anche per le mele Gala che quest’anno hanno quotazioni minori e prezzi più bassi in GDO ma nonostante questo in Italia i consumi non stanno crescendo. Molto soddisfacente invece il mercato europeo.
Per quanto riguarda il marchio Veritas del Gruppo Mazzoni si conferma un mercato molto altalenante principalmente a causa del Covid. L’estero continua a crescere mentre in Italia sono andati molto in affanno tutti gli operatori che lavoravano con mense bio e ristorazione. Nel complesso l’annata è comunque positiva. Sul fronte dell’ortofrutta trasformata a marchio Valfrutta bio del Gruppo Conserve Italia Stefania Costa tratteggia una fotografia dell’andamento dell’annata che vede il costante trend di crescita ma con una fase, soprattutto estiva autunnale con i consumi stagnanti. Il prodotto top performer della gamma sono i ceci bio cresciuti a doppia cifra costante negli ultimi due anni. Mauro Panzani, responsabile succhi di frutta bio del gruppo evidenzia un calo tendenziale dei consumi di succhi di frutta convenzionali in Italia ma una costante crescita dell’offerta bio che richiederebbe maggiore comunicazione al consumatore.
Anche per Luca Zocca Direttore Marketing di Brio Alce Nero si conferma un grande interesse dei mercati europei verso i prodotti a marchio. L’innovazione di prodotto e la scelta di packaging sostenibile ad alto impatto comunicativo hanno dato risultati eccellenti in questa annata difficile. Manca la possibilità di fare azioni dirette nei punti vendita e partecipare a fiere e realizzare incontri con i buyer che erano previsti da progetto ma quest’anno sono stati frenati.
Il Direttore di Almaverde Bio Paolo Pari evidenzia la positività dell’annata per il biologico, che è comunque un settore richiesto e performante. In Italia, dopo gli acquisti vivaci dei mesi del primo lockdown ci sono stati atteggiamenti diversi da parte dei consumatori con un approccio all’acquisto meno decifrabile. Sull’estero le potenzialità sono ottime, soprattutto sui prodotti alto rotanti e presenti per l’intero arco stagionale con i quali è possibile fare economie di scala aumentando i volumi di vendita e arrivando a prezzi molto competitivi.
Maria Ida Settembrino