Mentre l’Europa fa dietrofront rispetto ai programmi enunciati nel Green Deal, il Giappone prosegue nel suo programma denominato Midori, lanciato nel 2021, evoluzione del precedente Measures for Achievement of Decarbonisation and Resilience with Innovation (MeADRI). Un programma che ha lo scopo di tenere insieme la sicurezza alimentare con quella del pianeta. Senza trascurare le legittime richieste degli agricoltori tradizionali, e coinvolgendoli nel rinnovamento.
Gli obiettivi non sono molto diversi da quelli che si era data l’Europa e, in alcuni punti, sono anche più ambiziosi.
Tuttavia Midori non solo non sta suscitando le ondate di proteste come quelle che si sono viste per le strade d’Europa, Italia compresa, ma sta al contrario coinvolgendo tutta la popolazione in uno sforzo senza precedenti. Le risposte sono diverse, ma originano tutte dall’operazione culturale che regge l’intero programma, e che gli ideatori del Midori hanno compreso essere indispensabile, assegnandole un ruolo cruciale.
Fino da subito, infatti, le autorità hanno pubblicizzato il piano non solo come cambiamento necessario per adeguare un sistema ormai obsoleto e inquinante, ma anche anche positivo per la salute umana. Argomenti che, in Europa, non si sentono quasi più, rimpiazzati stabilmente da discussioni che vertono solo su argomenti economici di breve respiro.
Grande importanza è stata data all’aspetto educativo, senza tralasciare l’aspetto demografico e socioeconomico, ma uno dei provvedimenti che marca maggiormente la distanza rispetto all’Europa è quello relativo ai sussidi: entro il 2027, si potrà accedere a essi solo in cambio di miglioramenti ambientali. Già dal prossimo mese di aprile, chi ne richiede uno dovrà dimostrare di impiegare una quantità appropriata (cioè: il minimo indispensabile) di fertilizzanti e pesticidi, e di aver ridotto il consumo di carburanti fossili e la produzione di rifiuti (che devono essere gestiti in modo corretto), adottando anche alcune misure volte a tutelare la biodiversità.
Il paradosso – emerso anche in un meeting tenutosi di recente al CREA di Roma, in occasione del Forum Italia-Giappone 2023, organizzato dalla Japan Italy Economic Federation (JIEF) – è che la strategia Midori, lanciata nel 2021, si ispira apertamente a quella From Farm to Fork europea, a sua volta annunciata nel 2020.
Quest’ultima sta naufragando ogni giorno di più. In nome di qualche seggio in più, l’Europa sta deludendo milioni di cittadini che avevano creduto nella svolta verde e nel ruolo di leader che il Vecchio Continente si stava ritagliando. Il Giappone, invece, si vuole intestate il Green Deal asiatico, rafforzando il proprio sistema, contribuendo a mitigare il clima e diventando un modello anche per i Paesi vicini.
Fonte: Il Fatto Alimentare