Che rapporto hanno i consumatori con il biologico? Che conoscenza hanno del settore? A queste domande ha risposto un convegno organizzato nell’ambito di Biofach, che ha analizzato il comportamento d’acquisto dei prodotti bio in diversi mercati.
Per quanto riguarda gli Stati Uniti, una indagine di Euromonitor International per conto di Organic Trade Association ha dimostrato che l’88% dei consumatori americani ha dimestichezza con il termine “biologico”. Sono però i consumatori più giovani (Millennials e Gen Z) ad attribuirgli maggior valore, rispetto ai Baby Boomers e alla Generazione X. Sebbene il 59% degli intervistati sia disponibile a spendere di più per comperare bio (percentuale maggiore rispetto ad altri alimenti con valenze positive), il costo resta comunque un tema sentito. Circa i due terzi degli intervistati si aspettano che il differenziale di prezzo con il convenzionale sia al massimo del 20%. Solo il 12% si attende maggiorazioni superiori al 50%. Maggiore è la conoscenza del valore e degli attributi del biologico, maggiore è il differenziale di prezzo che i consumatori americani sono disposti a sostenere.
L’indagine si è estesa anche al mercato tedesco, degli Emirati Arabi e del Giappone. In tutti questi Paesi il claim biologico è considerato rilevante, con punte del 75% in Germania e del 95% negli Emirati. Qui il 60% degli intervistati si è dichiarato disposto a sostenere un incremento di prezzo rispetto al convenzionale, quota che si ferma al 48% in Germania e al 31% in Giappone. Sostenibilità, assenza di pesticidi, salubrità sono i principali valori associati al concetto di biologico, seppure con diversa incidenza nei tre Paesi.
In Danimarca, uno dei mercati più fiorenti per il bio in Europa, nel 2024 i consumi sono cresciuti del 7,5%, contro il +3,1% del totale food, secondo i dati forniti da Organic Denmark. La quota di mercato media del biologico nel 2024 si è attestata al 12,2%. Quasi tutte le categorie del bio sono in crescita, eccetto surgelati e prodotti da forno. Un terzo del mercato del bio in valore è rappresentato dalla verdura (34,2%), seguito dalla frutta (24,3%) e dai derivati del latte (20,2%). Tra i consumatori danesi, la fascia di popolazione più interessata all’acquisto dei prodotti bio sono le coppie over 55 senza figli, che da sole rappresentano il 31% del mercato. Gli acquisti bio sono comunque in crescita in tutte le fasce d’età, tranne le famiglie con figli di oltre 8 anni e i single over 55.
Un altro mercato di grande interesse è la Svizzera, dove il 24% dei consumatori, secondo dati FiBL, ha consumato ogni giorno un alimento bio nel 2024. Solo il 2% della popolazione non lo ha mai fatto lo scorso anno. Le donne e coloro che vivono nei centri urbani, con un alto livello di istruzione sono tra maggiori consumatori, mentre i giovani che vivono nelle aree rurali sono i meno abituati a questo consumo. Tra le ragioni per l’acquisto di alimenti biologici spicca l’assenza di pesticidi, mentre l’alto costo è la principale barriera alla scelta di questi alimenti. Nonostante i forti consumi c’è però ancora una certa confusione sulle reali differenze tra prodotti bio e convenzionali.
Al di là delle specificità, quello che accomuna tutti i mercati analizzati è come sia necessario aumentare l’informazione sui prodotti biologici per incrementare la base di consumatori e migliorare l’accettabilità del differenziale di prezzo rispetto al convenzionale.
Elena Consonni