Al termine dell’udienza preliminare erano stati rinviati a giudizio 23 operatori per l’ipotesi di reato di associazione a delinquere transnazionale finalizzata alla frode nell’esercizio del commercio. Sul banco degli imputati erano stati messi due enti di certificazione italiani e sei aziende di trasformazione bio che avrebbero dovuto rispondere anche di illecito amministrativo, perché il reato sarebbe stato commesso nel loro interesse.
“Abbiamo sempre avuto fiducia nella Giustizia – commenta Angelo Costa, presidente di Suolo e Salute -. La nostra storia nasce da profonde motivazioni etiche e raccoglie l’eredità di uno dei primi movimenti che hanno portato alla nascita della virtuosa esperienza dell’agricoltura biologica italiana. Il buon nome del bio italiano e la nostra reputazione non potevano essere messi in discussione”.
“C’è da esprimere profonda soddisfazione – afferma da parte sia l’avvocato Maurizio Cannistraro, del Foro di Siracusa e difensore di Suolo e Salute e di altri imputati – per l’esito positivo di una vicenda giudiziaria che ci ha tenuti impegnati negli ultimi anni anche con la celebrazione di due udienze a settimana. Si è chiusa una stagione di aspro confronto che non è rimasto confinato nelle aule giudiziarie, ma che ha imperversato sugli organi di informazione non solo italiani ma di tutta Europa”.
“L’inspiegabile duplicazione del nome dell’indagine, denominata dapprima Green War e poi Vertical bio, – precisa l’avvocato – ha finito per raddoppiare l’attenzione mediatica sulla vicenda, danneggiando la reputazione del biologico italiano soprattutto all’estero”. “Dopo 59 udienze istruttorie – stigmatizza l’avvocato – tenutesi in circa 4 anni (Covid incluso), l’impianto accusatorio che ha determinato i presupposti per avviare un vero maxiprocesso, con tanto di implicazioni transnazionali, non ha retto al vaglio del Tribunale. Se si pretende di contestare un reato grave come quello di cui all’art. 416 del codice penale (associazione a delinquere) per riceverne disponibilità di strumenti di indagine riservati ai processi di rilevante allarme sociale (nove arresti in questo processo e fiumi di intercettazioni) si deve poi fornire il supporto probatorio adeguato: l’organo dell’accusa non è riuscito ad adempiere a tale onere”.