Un consumatore “educato” sa distinguere un prodotto di alta qualità, con profumi e sapori unici e per questo è disposto a pagare di più. È questa la strategia per vendere il bio da produttore. Ne è convinto Corrado Cataldi, imprenditore agricolo del Siracusano.
“Nella mia azienda produciamo limoni, pompelmi rosa, olio extra vergine d’oliva, seminativi – frumento o foraggio. Tutte le produzioni sono rigorosamente biologiche. Da oltre un ventennio aderiamo ad una Organizzazione di Produttori – O. P. Agrinova Bio 2000 – attraverso la quale conferendo il prodotto riusciamo a commercializzare in Italia e in Europa con ottimi risultati. Sin dall’inizio si è prescelto di produrre in biologico: inizialmente mossi da fattori economici, contributi statali/europei, ma oggi, più di ieri, la scelta è doverosa per la nostra e le future generazioni. I cambiamenti climatici e il rispetto per il pianeta sono argomenti sempre più stringenti per chi ha a cuore i nostri figli e i nostri nipoti. Il biologico non è solo un modo di fare, ma è una scelta di vita: la chimica è stata abbandonata a favore di concimi organici e prodotti naturali, inoltre con l’uso di insetti amici che acquisto alla Biofabbrica di Ramacca (CT) si evitano o riducono i trattamenti antiparassitari. Le lavorazioni del terreno sono volte a trinciare le erbe spontanee per consentire di non disperdere la sostanza organica che viene ridata al terreno e quindi alla pianta”.
Tra le cultivar della selezione biologica di casa Cataldi esiste una varietà che più di tutte è capace di catalizzare l’attenzione del consumatore. Si tratta del Femminello Siracusano con la sua bellissima forma allungata e con la punta in fondo. Nel periodo estivo-autunnale di colore verde, in inverno-primavera di un acceso colore giallo.
“Oltre alla vendita del limone fresco, comincia sempre più la richiesta di limone per trasformati pertanto negli ultimi anni avere un limone biologico con alte caratteristiche organolettiche ci ha consentito di sperimentare l’estrazione di oli essenziali, nonché l’utilizzo della buccia per fare canditi, vodka o liquori aromatizzati, cioccolato aromatizzato, olio aromatizzato”. Ha detto, ancora, Corrado Cataldi.
Come in tutte le storie di biologico che raccontiamo, esistono alcune ombre che rendono quantomeno più faticoso il percorso di ogni produttore. Scopriamo qual è il tallone d’Achille della valle biologica del Siracusano. “Indubbiamente i punti di debolezza sono caratterizzati dalla concorrenza di altri Paesi europei e non: Spagna, Turchia, Argentina nonché l’aspetto della logistica. Tutto il trasporto è fondamentalmente su gomma: con l’aumento dei carburanti e del petrolio in genere, i trasporti e gli imballaggi aumentano e questo comporta un rimbalzo in su dei prezzi finali di vendita. Le regole europee impongono rigidi protocolli di controllo per i prodotti biologici che invece non vengono rispettati dai concorrenti fuori UE. Negli ultimi anni abbiamo puntato anche all‘e-commerce per la vendita dei prodotti attraverso il sito con pagamento tramite Paypal e spedizione con corriere espresso: la filiera corta è un grande aiuto per il produttore con ulteriore vantaggio per il consumatore che può trovare alta qualità e un prezzo adeguato. Purtroppo la vendita online è ancora insufficiente ad assorbire la nostra produzione annuale pertanto seppur la vendita diretta è un’ottima strada per la commercializzazione del nostro prodotto è sempre necessario il ricorso alla vendita tradizionale nella piccola e media distribuzione. I canali nei quali siamo maggiormente presenti sono grossisti, vendite al dettaglio, piccola e media distribuzione; le destinazioni più frequenti sono Nord Italia e Nord Europa – Belgio, Regno Unito, Germania, Danimarca”.
Maria Ida Settembrino