Etica contro Estetica. Per Calabrese (Probios) il bio non è più solo un trend ma un valore

Renato Calabrese

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Prosegue il viaggio di GreenPlanet lungo la filiera del biologico, a partire dalla produzione, arrivando alla trasformazione, passando per il comparto zootecnico. Ciò che si fa sempre più chiaro, in questo percorso, è la virtuosità che contraddistingue la scelta del metodo biologico, l’unico effettivamente rispettoso dell’ambiente. 

“Il biologico è un ciclo virtuoso: più i consumatori scelgono bio, e più diamo maggiori chance di preservare la biodiversità del nostro suolo e di sviluppare un sistema agricolo basato su tecniche che non prevedono l’utilizzo di pesticidi o sostanze di derivazione chimica”, spiega Renato Calabrese, amministratore delegato e direttore generale di Probios, azienda leader in Italia nella distribuzione degli alimenti biologici vegetariani. 

Da oltre 40 anni Probios si adopera nella direzione della coltivazione di materie prime che siano rispettose dell’uomo e della natura, commercializzando anche prodotti adatti per certi regimi alimentari.

Del resto, già nell’etimologia del nome dell’azienda si racchiude il senso della scelta compiuta alcuni decenni fa: pro significa a favore e bios significa vita e attorno a questo significato si è costruito l’insieme dei principi e dei valori che hanno portato alla nascita dell’azienda e permesso di proseguire nel percorso di crescita.

“Scegliere bio significa fare del bene al pianeta e alla nostra salute ed è un dato di fatto di cui i consumatori sono sempre più consapevoli”, il parere dell’amministratore delegato dell’azienda.

Quando si sceglie il bio, infatti, si dà espressione e concretezza ad una convinzione, quella secondo cui il business non debba essere l’unico motivo per fare impresa.

Probios, infatti, nasce nella convinzione che vendere prodotti biologici aiuti a spingere comportamenti che possano rendere il mondo migliore. Per farlo occorre fare delle scelte precise: affidarsi a metodi di coltivazione delle materie prime che non facciano ricorso all’uso di diserbanti, antiparassitari, concimi chimici e di sintesi, organismi geneticamente modificati, “che inquinano la  terra, le nostre acque e la nostra aria”, come si legge nella presentazione stessa dell’azienda.

Il bio, dunque, per Calabrese, “non è più solo un trend”, oggi, ma “è un valore sinonimo di alta qualità delle materie prime, filiera corta, attenzione alle persone, maggiore gusto e bontà”. 

L’AD di Probios è convinto, infine, che l’attenzione e la sensibilità dei consumatori sia negli anni molto aumentata e ciò significa che, anche “in un mercato apparentemente altalenante come quello italiano, ci siano buoni presupposti per un futuro dove il bio abbia ancora tante possibilità di crescita, sia dal punto di vista culturale che sul piano economico”.

Chiara Affronte

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