La dieta mediterranea fa bene ma, se fatta con alimenti biologici, gli effetti salutari sono addirittura potenziati. È quanto emerge dalla fase conclusiva dello studio guidato dall’Università di Roma Tor Vergata e pubblicato sulla rivista scientifica Microorganisms. Quattro settimane di dieta mediterranea biologica sono infatti sufficienti per modificare in modo misurabile la composizione del microbiota intestinale e aumentare l’abbondanza di batteri considerati benefici, con miglioramenti antinfiammatori, antiossidanti e immunomodulanti.
Lo studio dimostra che, a parità di calorie e nutrienti, è la qualità degli alimenti a fare la differenza: la scelta del biologico amplifica gli effetti positivi della dieta mediterranea. Entrambe le diete aumentano la presenza di acidi grassi a catena corta, molecole centrali per il benessere dell’organismo, con effetti sull’immunità, sul metabolismo e sulla salute della barriera intestinale. Tuttavia, nella dieta mediterranea biologica, gli incrementi di diversi batteri benefici sono più marcati rispetto a quella convenzionale.
Tra questi, Faecalibacterium prausnitzii ha evidenziato un incremento circa quattro volte superiore nel gruppo che ha seguito la dieta biologica. Anche Anaerostipes hadrus, noto per la sua capacità di produrre acidi grassi a catena corta, ha registrato un aumento più che doppio nel gruppo bio rispetto al convenzionale. Anche i Parabacteroides distasonis, che migliorano l’assorbimento dei grassi e la digestione, hanno mostrato un aumento del 125% nel bio, mentre nel gruppo convenzionale sono diminuiti. Inoltre, i risultati della ricerca hanno dimostrato che, a parità di dieta, sono le donne a beneficiare maggiormente del miglioramento del microbiota intestinale apportato dalla dieta mediterranea biologica.
I risultati sono stati divulgati a Roma, all’interno della campagna “Il Bio Dentro di Noi”, promossa da FederBio, AssoBio e Consorzio il Biologico. Dopo la presentazione del report da parte di Laura di Renzo, direttrice della Sezione di Nutrizione Clinica e Nutrigenomica dell’Università degli studi di Roma di Tor Vergata, si è acceso un dibattito alla presenza, tra gli altri, della presidente di FederBio Maria Grazia Mammuccini, della presidente di AssoBio Nicoletta Maffini, della direttrice del Consorzio Il Biologico Alessia Ferrucci Morandi e del presidente di NaturaSì Fabio Brescacin.
“L’ effetto potenziato della dieta mediterranea con prodotti biologici può essere attribuito alla maggiore qualità nutrizionale e all’assenza di residui di pesticidi e additivi sintetici tipica degli alimenti biologici, fattori che favoriscono una maggiore diversità microbica e una riduzione dello stato infiammatorio sistemico”, ha sottolineato Laura di Renzo, aggiungendo che “Integrare alimenti biologici all’interno di una dieta mediterranea è inoltre associato anche a una più elevata capacità antiossidante plasmatica e a un maggior contenuto di composti fitochimici bioattivi”.
In un precedente studio (Di Renzo et al., Eur Rev Med Pharmacol Sci, 2007) era già stato osservato che, dopo sole due settimane di dieta mediterranea con alimenti biologici, la capacità antiossidante del plasma aumentava in media del 21% rispetto alla versione convenzionale. Inoltre, gli alimenti biologici mostravano un contenuto significativamente più elevato di antiossidanti e polifenoli, con differenze che raggiungevano fino al +312% rispetto agli equivalenti convenzionali.
“Si tratta di risultati importanti che confermano il valore della scelta biologica nell’alimentazione quotidiana” – ha osservato Maria Grazia Mammuccini, presidente di FederBio. “Se da tempo la scienza ha mostrato il ruolo dell’agricoltura biologica per la biodiversità, la fertilità del suolo e il contrasto alla crisi climatica, oggi la ricerca dell’Università di Tor Vergata, sostenuta dal Ministero della Salute, dimostra che il biologico fa bene anche alla salute delle persone. Con la campagna ‘Il Bio dentro di noi’ vogliamo rafforzare l’alleanza tra mondo scientifico e associazioni del biologico, divulgare gli esiti della ricerca e favorire una corretta informazione ai cittadini, e chiedere di investire maggiormente sulla prevenzione, a partire dalla diffusione della dieta mediterranea bio nelle mense scolastiche”.
Ha espresso soddisfazione per i risultati della ricerca anche la presidente di AssoBio Nicoletta Maffini: “Siamo consapevoli – ha detto – che l’agricoltura biologica rappresenti il metodo di coltivazione e di allevamento più sostenibile, sia per la nostra salute che per quella del pianeta. I risultati della ricerca condotta dall’Università di Roma Tor Vergata confermano che questo tipo di alimentazione migliora significativamente la salute del microbiota intestinale, con benefici particolarmente evidenti nella popolazione femminile”. “Siamo molto soddisfatti di questi risultati – ha proseguito Maffini – e orgogliosi di promuoverne la diffusione, nella consapevolezza che il percorso verso una salute migliore inizia proprio dal momento dell’acquisto: scegliendo cibi biologici, di stagione e in linea con la dieta mediterranea”.
Anche il Consorzio Il Biologico, per bocca della direttrice Alessia Ferrucci Morandi, si è detto “ particolarmente lieto” dei risultati del progetto di ricerca IMOD. “Di particolare valore è, altresì – ha proseguito Ferrucci Morandi – aver convogliato mondo della ricerca, istituzioni ed organizzazioni, ognuno nel proprio ambito e con il proprio contributo, a lavorare insieme verso un comune obiettivo: favorire l’adozione di uno stile di vita biologico con scelte consapevoli, che prediligano prodotti e pratiche rispettose della salute e dell’ambiente”.
Un altro studio condotto dallo stesso gruppo di ricerca, e pubblicato alla fine di agosto sulla rivista scientifica Metabolites, conferma ulteriormente il valore della dieta mediterranea biologica come strategia nutrizionale vincente. I ricercatori hanno valutato la presenza di metaboliti urinari in gruppi sottoposti a dieta mediterranea convenzionale e biologica. Entrambi gli interventi hanno migliorato alcuni parametri urinari alterati. Tuttavia, la dieta mediterranea a base di cibi biologici ha portato benefici più ampi e importanti: ha aumentato alcune sostanze utili per il metabolismo energetico, come gli intermedi del ciclo tricarbossilico (TCA), e di composti naturali delle piante come la trigonellina, riconosciuti per le loro proprietà antiossidanti e protettive. Parallelamente, aumentano molecole che derivano dalla collaborazione tra il nostro organismo e il microbiota intestinale, fondamentali per mantenere l’ equilibrio del sistema immunitario e si riducono sostanze meno salutari, legate a fermentazioni sbilanciate o alla esposizione a sostanze chimiche esterne presenti negli alimenti.
Gli studi sono parte del progetto MOOD – Modello di progettazione della rete dei sistemi di sicurezza alimentare, qualità nutrizionale e nutrigenomica della Dieta Mediterranea per la difesa della salute in Italia, e finanziato dal Ministero della Salute attraverso il Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (FSC). I pasti biologici per il gruppo IMOD sono stati forniti da NaturaSì, con il presidente Fabio Brescacin intervenuto nel dibattito sui risultati dell’indagine osservando la valenza scientifica e anche etico e morale della pratica biologica e degli alimenti bio, che non solo supportano la salute dell’uomo ma la salute di tutto il pianeta che mai come oggi soffre a causa dell’inquinamento e altre azioni umane.