Con il rallentamento dell’inflazione e un confermarsi dell’interesse del consumatore a spendere per la propria salute e il benessere, ci sono segnali postivi per il biologico. Lo ha affermato Silvia Zucconi, chief operating officer di Nomisma, nell’anticipazione dei dati che verranno ampiamenti discussi e approfonditi nella prossima edizione di RivoluzioneBIO.
Le vendite di biologico nel 2023 sono arrivate a 5,4 miliardi di euro, +9% rispetto al 2022. “Se la GDO – ha sottolineato Zucconi – con 4,2 miliardi è ancora il canale più importante; il Fuori Casa (con vendite per 1,2 miliardi di euro), con un +18% rispetto al 2022, mostra un potenziale di crescita formidabile, rispetto agli attuali dati. Anche i mercati internazionali sono un canale fondamentale per il biologico Made in Italy, con un valore di export di 3,6 miliardi di euro, in crescita dell’8% rispetto al 2022. Va detto però che i dati più aggiornati, relativi alla grande distribuzione, segnano una ulteriore crescita del 4%, un incremento molto significativo perché l’inflazione è ferma, quindi non ha effetti sui dati delle vendite”.
La ripresa è confermata dalla quota delle vendite del biologico sul totale di Iper e Supermercati, che dopo essere calata, dal 2020 allo scorso anno, oggi ha ricominciato a recuperare, tornando al 3,2%.
Nel retail, i prodotti di più venduti sono uova di gallina (99,1 milioni di euro), gallette (75 milioni di euro), confetture e splamabili di frutta (65,9 milioni) e sostituivi del latte UHT (65,5 milioni di euro). A crescere maggiormente sono l’Olio extravergine di oliva (+51%), le creme spalmabili dolci (+27,9%) e la frutta conservata (+21,2%). Di contro ci sono ancora ottime opportunità di crescita per molte categorie, come affettati, caffè macinato, latte UHT, merendine, mozzarelle, tonno e pasta di semola.
Passando al Fuori Casa, i dati Nomisma confermano che il 75% dei ristoranti e il 61% dei bar hanno almeno una referenza food biologica nei propri menù, quota che sale rispettivamente all’85% e al 71% per il vino.
Sono diversi i motivi per cui i ristoratori inseriscono prodotti bio nei menù: scelte etiche, legate alla sostenibilità e alla qualità del prodotto, ma soprattutto per il crescente interesse della clientela.
“Il mondo del Fuori Casa – ha sottolineato Zucconi – ha però bisogno di saperne di più sul biologico: solo un terzo degli operatori dichiara di avere abbastanza informazioni in merito”.
Guardano dal lato del consumatore, il 73% degli italiani hanno consumato biologico fuori casa negli ultimi sei mesi, però una quota di consumatori vorrebbe trovare maggiore scelta bio, soprattutto nelle mense.
Elena Consonni