Con le coltivazioni bio 10% di uccelli in più. WWF e Huawei insieme per la biodiversità

WWF e Huawei

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L’agricoltura biologica ha un impatto positivo sulla biodiversità. Nelle aree coltivate con questo metodo, si trova in media quasi il 10% di specie di uccelli in più rispetto a quelle gestite in agricoltura convenzionale, dipendenti dall’uso di pesticidi. Sono i risultati della II edizione del progetto di monitoraggio bioacustico “Guardiani della Natura” di WWF Italia e Huawei, presentato a Roma, che ha raccolto oltre 8mila ore di registrazioni, confrontando la ricchezza di biodiversità fra aree agricole gestite con metodo biologico e convenzionale.

“Da lungo tempo siamo impegnati a mettere a disposizione le nostre tecnologie per supportare progetti di sostenibilità in tutto il mondo attraverso il nostro programma di Corporate Social Responsibility TECH4ALL. Siamo convinti che con tecnologia, ricerca e sviluppo possiamo dare un contributo valoriale per una crescita economica sostenibile”, afferma il vicepresidente Business Development di Huawei Europe, Eduardo Perone.

All’interno di otto Oasi WWF in 7 regioni italiane, dal Trentino Alto-Adige alla Sicilia, sono stati installati 48 dispositivi “Edge Audiomoth” per il monitoraggio bioacustico, forniti dal partner tecnico Rainforest Connection (RFCx). Nei 16 terreni agricoli, metà coltivati con metodo biologico e altrettanti con la stessa varietà di coltura ma con metodo convenzionale, i dispositivi hanno permesso di raccogliere oltre 500mila registrazioni audio di 60 secondi ciascuna (oltre 8mila ore totali). La piattaforma Arbimon, basata su Cloud e Intelligenza Artificiale, ha analizzato la mole di dati sonori e riconosciuto 57 delle 63 specie di uccelli target sulle quali era stato allenato l’algoritmo, ottenendo un campione di studio di 8.420 singole identificazioni validate di specie.

“Il progetto con Huawei e Rainforest Connection ha per noi un’importanza enorme, per fare ricerca e raccontare cosa sta succedendo alla nostra natura, in modo che sia coltivata con sistemi più attenti alla biodiversità e far vedere che la tecnologia ci può assistere in un percorso utile a ridare slancio alla natura”, afferma la direttrice Conservazione, WWF Italia, Isabella Pratesi.

Fonte: ANSA

 

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