Alce Nero, guida spirituale e uomo medicina, è stato forse il primo nativo americano a lasciare una traccia scritta delle tradizioni del suo popolo. Tradizioni che negli anni Settanta hanno cominciato a divenire un riferimento per i movimenti culturali giovanili e che hanno ispirato un gruppo di giovani che, oltre 40 anni fa, nelle Marche ha sperimentato un modo diverso di produrre il grano e che hanno individuato in Alce Nero un simbolo per il loro progetto, che oggi comprende oltre 300 prodotti.
Per presentare tutti i valori associati al marchio, Alce Nero ha lanciato il progetto di comunicazione “Se dici bio”, che racconta cosa c’è dietro e dentro al biologico attraverso 16 parole. Ognuna di esse rappresenta uno dei valori del marchio – e più in generale del biologico – è narrata attraverso una pubblicazione cartacea, un poster e un video ed è collegata a un prodotto o una filiera. Autori dei testi sono esperti su temi quali alimentazione, agronomia, sostenibilità, sociologia che hanno sposato nella loro vita i valori del biologico. Infatti, la presentazione del progetto si è trasformata in un’occasione per riflettere sul biologico e le criticità che sta affrontando.
“I consumi di alimenti biologici – racconta Chiara Marzaduri, Responsabile Comunicazione Alce Nero – sono in un momento difficile, perché hanno un prezzo superiore alla media del mercato e in questo momento il consumatore guarda alla battuta di cassa. Il nostro intento con questo progetto è di spostare l’attenzione dal prezzo al valore del prodotto e di far capire che spesso quello che c’è dietro un prodotto molto economico è un costo invisibile, ma che si paga in termini ambientali, di salute, di rispetto dei lavoratori, di benessere in senso ampio”.
Sono questi i temi che sono stati approfonditi da alcuni degli autori delle pubblicazioni redatti da Alce Nero, a cominciare dalla salute, un tema affrontato da Fiorella Belpoggi, Direttrice Scientifica Emerita dell’Istituto Ramazzini. “Nella mi attività di ricercatrice – spiega – mi sono interrogata sugli effetti di sostanze assunte in bassissime dosi ma per lunghi periodi, come i pesticidi che, seppure singolarmente sono inferiori alle dosi ammissibili per legge, in miscela hanno dimostrato avere degli effetti nocivi sulla salute. L’Europa ha messo nero su bianco concetti come il Grean Deal e l’approccio One Health, ma queste parole devono essere applicate. Il primo passo è sostituire il glifosate con delle alternative”.
D’altronde, se l’agricoltura è tra i settori che più incide sull’inquinamento del pianeta, contemporaneamente è uno di quelli che più ne subisce gli effetti. “L’agricoltura italiana – commenta Arturo Santini, presidente di Alce Nero – negli ultimi anni ha subito attacchi pesanti: la siccità del 2021 del 2022, le gelate di aprile, l’alluvione, le grandinate… Non ricordo situazioni simili da oltre 40 anni. Rispetto all’agricoltura tradizionale, quella biologica è ancora più vittima di questi eventi, perché ha a disposizione solo strumenti blandi per difendersi. Anche se oggi l’agricoltura convenzionale è cambiata, rispetto a quando ho iniziato a lavorare, ed è più sostenibile, credo che si debba fare ancora un passo avanti. A mio parere l’agricoltura biologica non può essere la risposta globale alla fame del mondo, almeno per ora, ma in Italia, che per la sua conformazione non si presta ad un’agricoltura industrializzata, il biologico deve essere uno strumento per valorizzare le tipicità e unicità che contraddistinguono il nostro territorio”.
Secondo Santini è però fondamentale che l’agricoltura biologica sia un’attività remunerativa, per chi la pratica, per non rischiare la chiusura delle attività e l’abbandono dei terreni. “Bisogna coltivare in ogni area le culture per cui essa è più vocata, con il supporto della tecnologia e dell’innovazione. Ancora più che nel convenzionale, nel biologico servono tecnici specializzati e competenti”.
L’esperienza di Benedetto Fracchiolla, Consigliere di Alce Nero e Presidente di Finoliva Global Service testimonia come questa necessità sia sentita anche nella filiera dell’olio di oliva biologico. “Fare agricoltura è diventato difficile – afferma – farlo al Sud è ancora più complesso e lo diventa ulteriormente se si sceglie di applicare il metodo biologico. L’agricoltura, come la intendiamo noi, tiene in considerazione le persone, i sistemi produttivi, i territori. Ci sono realtà difficili da gestire, ma proprio per questo ci sono molti stimoli”.
Questa consapevolezza del forte legame tra l’agricoltura, l’uomo e il pianeta è uno dei punti di forza del biologico, come auspica Daniel Lumera, biologo naturalista, autore e riferimento internazionale nelle scienze del benessere e nella pratica della meditazione: “Spero che le aziende agricole prendano in carico la grandissima responsabilità di trasformarsi in enti etici e gentili che si prendano cura degli esseri umani”.
L’obiettivo del progetto di Alce Nero è proprio quello di trasmettere in che modo il marchio riflette questi valori. “Questo progetto – conclude Chiara Marzaduri – nasce nel tentativo di distillare la responsabilità e la ricchezza che c’è dietro il nostro marchio: centinaia di volti, di ettari di terre, decine di stabilimenti, migliaia di piante e tantissime storie. È una comunità che agisce ogni giorno per costruire pezzi di agricoltura e di industria più equi, con le persone e la Terra, con il nostro futuro. Una “rivoluzione gentile”, che costruisce e che si racconta, perché la fiducia si stabilisce nella relazione, continuando ad agire per includere le persone e il loro benessere, che sappia essere un inno alla vita”.
Elena Consonni
Le parole protagoniste del progetto #SeDiciBio e le materie prime collegate sono le seguenti: Futuro - Miele Nutrimento – Olio extravergine di oliva Varietà – Pomodoro Suono – Frutta Saper Fare – Legumi Risorse – Riso Giusto – Cacao, Zucchero e Caffè certificati Fairtrade Bellezza - Ortaggi Fertilità - Farro Resilienza – Sorgo e Miglio Responsabilità – Grano duro Comunità – Grano duro Cappelli Gusto – Cibo Vita – Biologico Cura – I prodotti Alce Nero – Le origini del marchio