Le principali associazioni del biologico nazionale guardano da differenti prospettive l’acquisizione di Suolo e Salute, big del controllo e certificazione per il biologico in Italia, da parte di Cotecna Certification Italia S.r.l. controllata al 100% dalla svizzera Cotecna Inspection che appartiene al manager francese Frank Piedelièvre (vedi news).
Premessa la cautela e la prudenza nel commentare un’operazione i cui dettagli definitivi devono essere resi ancora noti, FederBio, tramite la presidente Maria Grazia Mammuccini, osserva a GreenPlanet che la caduta in mano straniera “è un elemento che avremmo preferito non succedesse”, mentre il presidente di AIAB, Giuseppe Romano, afferma “orgoglio” per la considerazione sul biologico italiano da parte di fondi e investitori stranieri che esprimono operazioni di questo genere.
Ma vediamo nel dettaglio i commenti su questa acquisizione rilasciati a GreenPlanet dei presidenti di FederBio, AIAB e AssoBio.
Maria Grazia Mammuccini, presidente di FederBio: “Sicuramente il fatto che il Ministero dell’Agricoltura abbia posto dei paletti è un fatto molto importante e lo valutiamo positivamente. Chiaro che, guardando a un sistema biologico in crescita come è quello italiano, vedere le strutture fondamentali che operano sulla certificazione andare in mano straniere è qualcosa che avremmo preferito non succedesse”.
“Mi chiede perché è successo? – prosegue la presidente FederBio – Si sono diffuse così tante tipologie di certificazione che, rispetto a strutture specializzate sul biologico come è Suolo e Salute, ha evidentemente pesato, come ha pesato il carico burocratico richiesto e quindi si cede a partenariati di questo tipo che non possiamo definirli negativi di per sé. Però è anche vero che un sistema biologico come il nostro ha sempre avuto la caratteristica di sistemi di certificazioni nazionali, e perdere questo non si può considerare positivo”.
Giuseppe Romano, presidente Aiab: “Parlo nel massimo della prudenza, l’operazione non è ancora del tutto definita. Ritengo che il biologico italiano non sia messo a repentaglio da queste operazioni. Il fatto che fondi e società straniere vengano a investire in Italia sui nostri organismi di controllo, ci dovrebbe rendere orgogliosi e ci dovrebbe far capire che, quando noi andiamo a massacrare organismi di controllo e aziende agricole con norme vessatorie tipo il decreto legislativo 148, stiamo frenando il sistema, stiamo facendo del male a un sistema considerato e valutato da operatori stranieri come strategico su cui investire”.
Nicoletta Maffini, presidente AssoBio: “Prematura una valutazione su questa acquisizione; una cosa è certa, è una notizia che è giunta inaspettata”.
Cristina Latessa