Regge sui mercati internazionali l’aceto balsamico di Modena bio e biodinamico di alta fascia mentre soffre nelle vendite quello di fascia media.
Così l’acetaia Guerzoni, specializzata nella produzione di aceto bio e biodinamico che esporta in quaranta Paesi di tutto il mondo, sta per stilare un piano industriale che punta ad alzare l’asticella degli standard produttivi portando le referenze premium, il cui andamento di mercato è in crescita, dal 30% a circa la metà del fatturato.
“Nonostante la crisi, siamo riusciti a chiudere il fatturato 2022 in stabilità rispetto all’anno precedente, a 2 milioni di euro”, ci spiega il titolare Lorenzo Guerzoni che abbiamo incontrato presso lo stand aziendale a Biofach.
“Sulla scia dell’andamento in salita dei prodotti di fascia alta – precisa -, stiamo studiando nuove ricette di aceto ma anche di succhi di uva, ad esempio, o di succhi di frutta, da proporre ai mercati in cui i prodotti premium sono richiesti, come ad esempio, quelli arabi, dove abbiamo appena iniziato ad esportare, dallo scorso settembre. Tra un mese andremo in missione in questi Paesi per capire come intercettare la loro domanda, dopo di che attiveremo il nostro laboratorio interno di ricerca e sviluppo per realizzare nuove ricette, non molte, da posizionare su un segmenti premium. L’obiettivo per il 2023 è quello di consolidare il fatturato”.
L’acetaia Guerzoni, che trasforma prodotto anche per conto di altre grande acetaie, ha una filiera chiusa ed è collegata ad un azienda agricola di proprietà omonima, di circa dieci ettari e conta sui conferimenti di aziende agricole esterne per un totale di 50-60 ettari.
“Nonostante abbiamo eroso i nostri margini del 3-4% per contenere la spinta inflattiva, siamo riusciti ad arrivare al pareggio rispetto al 2021. Complessivamente, ogni anno movimentiamo circa mille quintali di prodotto finito pari a 3/5mila quintali di uva”.
Mariangela Latella
maralate@gmail.com