Sono state migliaia le visite alle aziende biologiche italiane in questo ultimo mese consacrato alla Primavera bio. Si è chiusa infatti domenica scorsa 25 maggio la campagna di AIAB che dal 25 aprile ha aperto al pubblico le aziende bio su tutto il territorio italiano con l’obiettivo di far conoscere la cultura del biologico.
La Primavera bio ha visto tutte le sedi regionali dell’AIAB impegnate a promuovere in azienda iniziative con al centro il biologico: visite, degustazioni, laboratori per adulti e bambini, corsi di preparazione di alimenti, consigli pratici per coloro che stanno avviando orti e giardini urbani.
Un approccio concreto per far conoscere ai cittadini la produzione di cibi di alta qualità e, allo stesso tempo, la salvaguardia dell’ambiente e del territorio.
Quest’anno la Campagna AIAB è stata dedicata all’agricoltura familiare, un modello di gestione celebrato in tutto il mondo nell’anno nominato dall’Onu ‘Anno internazionale dell’agricoltura familiare’ nonché il modello più diffuso in Italia.
Secondo l’ultimo censimento Istat, infatti, su un totale di 1.620.844 aziende agricole e zootecniche, circa il 99 per cento fa ricorso a manodopera familiare.
AIAB, proprio ricordando che la dimensione media di un’azienda in Italia è di circa 8 ettari, ben al di sotto, dunque, dei 30 ettari che rappresentano la misura di una azienda di grandi proporzioni, ha colto quest’occasione per sottolineare ancora una volta l’importanza del modello familiare nella produzione di cibo, nel nostro paese.
‘L’agricoltura familiare – dice Maria Grazia Mammuccini, vicepresidente AIAB – è tuttora il modello più diffuso e più sostenibile per quanto riguarda la produzione alimentare in Europa e nel mondo. Le aziende agricole a conduzione familiare producono beni pubblici e privati, garantiscono una produzione alimentare efficiente, creano occupazione, pur conservando lo stile di vita delle comunità rurali, ma anche le risorse naturali e la biodiversità.
Queste realtà tradizionali che si uniscono alle nuove realtà di agricoltura urbana sono quelle che maggiormente valorizzano il territorio, i mercati locali ed offrono concrete occasioni di lavoro per i giovani mentre il modello agricolo di tipo industriale al quale sono orientate tutte le politiche e le norme attuali mostra il proprio fallimento anche sul piano economico. E’ urgente secondo noi cambiare le politiche e adottare nuove normative che sappiano dare valore a tutte queste realtà e l’Anno internazionale per l’agricoltura familiare può essere la giusta occasione’.
Obiettivo della Primavera Bio è stato quello di offrire la possibilità di conoscere la realtà delle aziende agricole familiari, accorciando le distanze tra tessuto urbano e rurale e promuovendo un rapporto più stretto e diretto tra consumatori e produttori. ‘Perché siamo convinti – dice ancora Mammuccini – che il cambiamento degli stili di vita può avvenire solo con l’alleanza tra tutti i soggetti coinvolti e ricostruendo connessioni tra la città e il territorio rurale’.
Il successo dell’iniziativa e la consistente partecipazione di cittadini, scolaresche, famiglie alle visite e agli eventi organizzati dalle aziende bio conferma ancora una volta quanto forte sia di questi tempi l’attenzione verso le produzioni che mettono al primo posto la qualità del cibo, la salvaguardia dell’ambiente, la valorizzazione della biodiversità e il rispetto per i lavoratori.