“Stop Pesticidi 2021”: il 35% del campione ha uno o più residui

stop pesticidi 2021

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In tema di pesticidi, il 35% dei campioni agricoli esaminati presenta uno o più residui, sebbene entro i limiti di legge. La frutta si conferma la categoria più interessata, con oltre il 50% dei casi. A fotografare la situazione, è il nuovo dossier Stop Pesticidi 2021, realizzato da Legambiente in collaborazione con Alce Nero, che ha preso in considerazione 2.519 campioni di alimenti di origine vegetale, includendo anche i prodotti derivati da apicoltura, pur se non appartenenti propriamente alla categoria, di provenienza italiana ed estera.

Per Legambiente “È urgente approvare la legge sul biologico e adottare Piano strategico per l’applicazione della PAC che miri alla riduzione della chimica di sintesi in agricoltura”. Intanto la normativa di settore è ancora ferma alla Camera, sembra che ad opporsi all’approvazione ci siano forze politiche controcorrente. “Dal primo gennaio ci sarà il Regolamento del biologico, quindi era importante averla prima anche perché ora arrivano i sette mesi di fine mandato per Mattarella, il così detto semestre bianco in  cui non è possibile legiferare” . Questo, il commento di Maria Grazia Mammuccini, presidente FederBio.

Tornando al dossier, i pesticidi più abbandonati sono in prevalenza fungicidi e insetticidi, in particolare, in ordine decrescente: boscalid, acetamiprid, metalaxil, fludioxonil e dimethomorph. Degna di nota è la presenza di residui di thiacloprid rinvenuti su campioni di miele (2 campioni), lamponi, melograno, mirtilli, mele (5 campioni), pere, pesche (2 campioni) e tè verde, così come tracce di imidacloprid sono state rinvenute in campioni di peperoni e tè verde. Queste due sostanze attive sono particolarmente pericolose per la salute delle api e il loro impiego non è più consentito dai Reg. CE 2020/23 (thiacloprid) e Reg. CE 2020/1643 (imidacloprid) la cui data di entrata in vigore potrebbe aver permesso l’accettabilità dei campioni.

Nonostante la presenza totale di campioni non autorizzati sia bassa, sono state osservate irregolarità nelle categorie ortofrutticole. La causa è da attribuire principalmente al superamento del limite massimo di residuo per tutti i campioni considerati dove il dimethoate rappresenta la sostanza con maggiori irregolarità.

Nel dossier Legambiente, infine, si fa riferimento anche al trend in ascesa del biologico in Italia. Dal 2012 al 2021 la percentuale di famiglie che scelgono bio è in deciso aumento. Sono 23 milioni i nuclei familiari che hanno acquistato bio almeno una volta nell’ultimo anno. Ad avvicinarsi ai prodotti biologici non sono solo le persone che adottano uno stile di vita salutista (76% della categoria) ma anche famiglie con figli di età inferiore ai 12 anni (62% della categoria) e persone con alti livelli di istruzione come laurea, dottorato o master (59% della categoria). Si conferma ancora una volta che la propensione al biologico viene dai giovani, i cosiddetti millennials.

Per scaricare il dossier clicca qui

Maria Ida Settembrino

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