È stato pubblicato nei giorni scorsi dal Ministero dell’Agricoltura spagnolo il report sulla produzione biologica nel Paese, che nel 2020 ha raggiunto volumi pari a 3,05 milioni di tonnellate (+17,30% rispetto al 2019) per un giro d’affari pari a 2,5 miliardi di euro (+7%), raggiungendo una quota pari al 2,48% del totale della spesa alimentare, che, tradotto in termini pro capite significa 53,41 euro (+6,10%).
Tra i prodotti biologici più consumati dalle famiglie spagnole ci sono la frutta fresca, con una quota del 15,5% del paniere bio, seguono le verdure (3,9%), il pane, i biscotti, i dolci, l’olio e il vino.
A livello commerciale, la Spagna è al nono tra i principali esportatori di prodotti bio, con un fatturato totale di 1,2 miliardi di euro (+17%), mentre le importazioni sono state pari a 1 miliardo di euro ( -5,2%).
Tra le principali voci in uscita ci sono gli ortaggi freschi (25% del totale delle esportazioni vegetali), gli agrumi (19%), altra frutta (11%), olio d’oliva (15%), vino (7%), cereali e derivati (6%) e verdure in scatola (6%).
Riaspetto alle superfici dedicate a biologico, infine, il documento parla di 2,44 milioni di ettari (+3,52%), per un totale di quasi il 10% della SAU. Di tutta la superficie biologica, tuttavia, il 52% è costituito da pascoli, seguono oliveti, cereali, noci e vigneti.