Rapporto Bio Bank, all’Italia riconosciuto un ruolo trainante

Rapporto Bio Bank 2022

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È uscito nei giorni scorsi l’ultimo rapporto Bio Bank, analizza il comparto del bio in Italia secondo i propri censimenti e alla luce delle ultime questioni sorte sulla legge del bio e sul comparto biologico in generale.

Il biologico, si scrive nel rapporto, è centrale nella transizione ecologica. L’Unione europea punta a dimezzare l’utilizzo di pesticidi, ridurre del 20% quello di fertilizzanti e triplicare le superfici bio arrivando al 25% entro il 2030, contro l’8% del 2019.

All’Italia, che guarda avanti e prosegue la sua corsa, con un mercato che vale 7,5 miliardi di euro nel 2021 (export compreso), viene riconosciuto un ruolo trainante nel panorama internazionale del bio. In Europa (quella a 47, non solo l’UE), l’Italia nel 2019 si trova al primo posto per export (2,4 miliardi di euro) e aziende di trasformazione (21.419), al secondo per produttori agricoli (70.540), al terzo per vendite al dettaglio (3,6 miliardi di euro) e superfici (1,99 milioni di ettari), al sesto per quota delle superfici bio sulla SAU totale (16%).

La fotografia di 3.700 attività bio censite da Bio Bank nel 2020 evidenzia che nell’arco degli ultimi cinque anni il numero totale di attività bio delle tre tipologie alimentari monitorate è cresciuto solo del 4,6%. Erano infatti 2.265 nel 2016, sono salite a 2.370 nel 2020. Al primo posto si confermano i siti di e-commerce di alimenti bio, con una crescita nuovamente a doppia cifra pari al 67,8%. Un trend già positivo, che ha subito un’ulteriore accelerazione per effetto della pandemia, ampliando notevolmente la platea dei clienti virtuali. Al secondo posto le attività di ristorazione, con una crescita di appena il 3,1%. Situazione di stallo già esistente, che si è confermata nel 2020 per le chiusure forzate a causa del Covid.
Calo consistente invece, pari al 9,3%, per i negozi specializzati, che in cinque anni scendono da 1.423 a 1.291. Nel canale storico del settore è in atto una vera e propria razionalizzazione della rete, mentre la concorrenza di supermercati, discount e non solo resta altissima.

Il ruolo delle superfici di vendita non specializzate cresce molto in questo settore, anche a dimostrazione di un interesse che va sempre di più oltre la ‘nicchia’ degli appassionati. In termini economici, i supermercati hanno raggiunto nel 2021 un giro d’affari di 2.153 milioni di euro, mentre gli altri canali, che sono però considerati tutti insieme (specializzati, online, vendite dirette, farmacie, erboristerie e ristorazione), hanno raggiunto i 2.420 milioni. Supera comunque entrambi l’export, che è arrivato a sfiorare i 3 mila milioni. Particolarmente importante in questo settore anche il tema della sicurezza, tanto che uno spazio significativo all’interno del rapporto è dedicato agli organismi di controllo.

Si aggiunge poi, quest’anno per la prima volta, un approfondimento sul biodinamico, che vede l’Italia come primo Paese esportatore al mondo di prodotti certificati Demeter e terzo produttore in Europa.

Fonte: Bio Bank

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