Puglia, la ripartenza passa dai bio-distretti

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In Puglia le principali associazioni del bio – BioAs, AIAB Puglia e Forum Agricoltura sociale – sono al lavoro con istituzioni e imprenditori per costituire entro l’anno Entità che diano maggiore slancio al settore.

La Puglia è tra le regioni italiane che sta mostrando un maggiore fermento dal punto di vista delle iniziative di agricoltura sociale. Questa tendenza trova conferma anche nell’impegno che le principali associazioni nazionali del settore stanno conducendo su vari fronti in quel territorio. “Stiamo cercando di accelerare la fase di costituzione di alcuni biodistretti, che è stata avviata da oltre un anno ma che registra un forte ritardo dovuto alle problematiche connesse alla pandemia”, ha spiegato Paola Maciariello, di recente nominata referente di BioAs per la Puglia.

“Insieme alla presidente di AIAB Puglia (Associazione italiana agricoltura biologica), Patrizia Masiello, e al referente del Forum Agricoltura sociale, Fabrizio Guglielmi, stiamo lavorando a diversi progetti, in particolare a questo che punta a promuovere un’entità che dia maggiore slancio al settore. Naturalmente abbiamo coinvolto tutte le istituzioni interessate a questo argomento, perché si tratta di un lavoro di sinergie e collaborazione. Confidiamo di arrivare alla meta entro l’anno”.

Di particolare interesse risulta il biodistretto che si vuole istituire nel territorio di Cerignola (Foggia), con uno “sconfinamento” nella vicina Basilicata. “Qui – conferma Maciariello – ci sarebbe una doppia vocazione: quella tipicamente legata alla bioagricoltura e quella sociale. Sono coinvolti in questo percorso i proprietari di alcuni terreni della zona, le associazioni di categoria e anche coloro che sono impegnati sul fronte della povertà educativa e con i giovani a rischio di marginalità. Non dimentichiamo che le grandi difficoltà nel trovare lavoro spesso spingono i più giovani a finire tra le braccia della criminalità organizzata. È un processo importante ma, come tutti i processi di grande rilevanza, richiede tempi lunghi. Diciamo che la pandemia non ha agevolato il percorso, tuttavia si sta cercando di accelerare per arrivare al traguardo”.

La risposta del territorio fa ben sperare. “Stanno rispondendo in maniera positiva alcuni grandi imprenditori ma anche i singoli agricoltori o comunque persone che possiedono delle proprietà terriere attorno a Cerignola”, ha spiegato Maciariello. “Naturalmente ci sono alcuni soggetti che stanno già all’interno di altre reti. Ma questo periodo di crisi sta inducendo molti a riconsiderare il ritorno alla terra o comunque vedere da una prospettiva diversa la possibilità di un lavoro in campagna, all’aria aperta seppure con modalità differenti rispetto al passato. C’è chi già lavora in questo settore e chi vuole iniziare da zero, magari affiancandosi a chi conosce la materia, perché nessuno può improvvisarsi. C’è poi chi, sino ad oggi, non era interessato al versante biologico ma che si sta informando e ora sembra aperto a questa possibilità. Il quadro, come si può vedere, è piuttosto dinamico e variegato. Tanto per restare in tema, diciamo che abbiamo piantato una serie di semi, molti dei quali daranno frutto a breve”.

Un ulteriore percorso di realizzazione di un biodistretto si sta realizzando nel territorio dell’Alta Murgia con il coinvolgimento dei Comuni di Altamura, Gravina in Puglia, Cassano delle Murge, Santeramo in Colle e del Parco nazionale dell’Alta Murgia. L’idea è quella di costituire un biodistretto che promuova la cultura del biologico attraverso un percorso partecipato di coinvolgimento delle Comunità locali.

“In questo periodo di lockdown – ha concluso Maciariello – sono state promosse diverse iniziative di informazione/formazione online per favorire l’interesse rispetto ai contenuti e alle potenzialità dei biodistretti. In generale, stiamo pensando al reperimento delle necessarie risorse (comunitarie, nazionali e regionali) per sostenere queste iniziative, con il coinvolgimento di aziende che possono contribuire in maniera importante e partecipata”.

Fonte: Vita

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