Dalla gestione del suolo a quella della risorsa idrica, dalle nuove pratiche agronomiche a quelle di difesa dai parassiti. E’ soprattutto su questi aspetti legati alla coltivazione biologica delle ciliegie che il Progetto Oltre.bio “Gestione innovativa della cerasicoltura e viticoltura da tavola” ha portato avanti una sperimentazione durata due anni. I risultati del progetto sono stati presentati nel corso di una giornata dimostrativa che si è tenuta lunedì 20 giugno presso l’azienda Tenute D’Onghia di Gioia del Colle in provincia di Bari. Una scelta non casuale visto che la Puglia è tra le regioni italiane più vocate alla coltivazione biologica di uva da tavola e ciliegie.
L’evento è stata l’occasione non solo per presentare i risultati raggiunti e fare il punto sull’avanzamento dei lavori ma anche per incontrare gli operatori del settore, tecnici e ricercatori e condividere le esperienze in campo. Un momento di confronto dedicato alla cerasicoltura bio, sulle pratiche agronomiche e di difesa applicate della sperimentazione dove ampio spazio è stato dato alle innovazioni applicate alla gestione del suolo, della risorsa idrica, delle avversità e del postraccolta. Incontri concreti durante i quali i partecipanti sono stati accompagnati nelle postazioni allestite nel ciliegeto per dimostrazioni pratiche degli approcci innovativi utilizzati.
“Uno degli obiettivi del progetto – ha aggiunto Liliana Gaeta, CREA-AA – è quello di aumentare la fertilità del suolo migliorandone la ritenzione idrica e, di conseguenza, lo stato idrico della coltura. Il monitoraggio dello stato idrico del ciliegeto può essere eseguito con diverse tecniche che valutano la risposta fisiologica del ciliegio alle diverse condizioni ambientali. Individuare un protocollo che permetta una elevata efficienza d’uso dell’acqua oltre ad un vantaggio ecologico corrisponderebbe ad un vantaggio economico per l’agricoltore, senza compromettere la produttività e la qualità del prodotto. Con il primo anno di attività in questo progetto abbiamo osservato un miglioramento dello stato idrico del ciliegeto quando era prevista l’applicazione di ammendante. Tra i diversi ammendanti utilizzati, il trattamento con l’ammendante compostato sembra aver risposto meglio anche dal punto di vista di funzionalità fotosintetica influendo positivamente sulla formazione delle gemme a fiore e migliorandone la futura potenziale produzione”, ha concluso.
Un ambito di particolare interesse ad esempio è quello della riduzione dei marciumi post raccolta delle ciliegie causati prevalentemente da funghi patogeni che infettano le drupe durante la fioritura restando latenti fino alla conservazione. Perdite particolarmente rilevanti nel caso della coltivazione biologica. In questo caso sono stati sperimentati trattamenti preraccolta (microrganismi antagonisti, biostimolante a base di alghe rosse e chitosano cloridrato) che hanno mostrato risultati incoraggianti.
Per quanto riguarda invece la lotta ai parassiti, il principale problema per le ciliegie in particolare biologiche è rappresentato dal moscerino dagli occhi rossi, la Dropsohila suzukii insetto “alieno” che attacca tutta la frutta colorata in pre-raccolta. In questo caso la strategia di attacco e contenimento dell’insetto si è basata sulla lotta biologica. La sperimentazione ha previsto l’introduzione di un micro-imenottero parassitoide, il Ganaspis brasiliensis che parassitizzando la Dropsohila suzukii ne riduce il numero e ne impedisce la riproduzione.
Fonte: Ufficio stampa Oltre.bio