Piogge senza tregua: a rischio le produzioni bio delle CAB di Ravenna

Cab Ravenna

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Dopo l’alluvione del 2023 che aveva colpito la Romagna, le cooperative agricole braccianti (CAB) di Ravenna stanno di nuovo affrontando una serie di difficoltà a causa delle abbondanti piogge cadute dalla fine del 2024.
Le precipitazioni incessanti di questi mesi hanno reso impraticabili i terreni, ostacolando le semine, le lavorazioni e i trattamenti necessari per la difesa delle colture. In particolare per le produzioni bio, la situazione ad oggi risulta davvero complessa.

Cereali bio in difficoltà: semine compromesse e difesa impossibile

Le criticità maggiori si registrano in generale per i cereali autunno-vernini.
In diverse cooperative, tra cui CAB Fusignano e CAB Bagnacavallo, non è stato possibile seminare circa 20 ettari di grano biologico, mentre su altri 30 ettari le semine sono avvenute in forte ritardo, con piante in sofferenza per asfissia radicale e marcescenza.
Non solo, il mancato diserbo e la mancata concimazione dei pochi campi in produzione rischiano di compromettere la resa finale, aggravando ulteriormente un’annata già segnata dall’instabilità climatica.

Colture primaverili bio: ritardi e incertezze sulle semine

Le colture primaverili a conduzione biologica sono altrettanto a rischio. La programmazione delle semine è stata più volte modificata per via dei terreni impraticabili. In particolare, il pisello da industria biologico, una delle colture cardine per la rotazione agronomica, non è ancora stato seminato su circa 150 ettari nelle cooperative di riferimento. Anche la semina di erba medica bio è in forte ritardo, compromettendo la disponibilità di foraggio per gli allevamenti biologici.

Terreni bio compromessi: problemi strutturali e gestione agronomica in emergenza

L’impraticabilità dei terreni drenati, che risultano ancora completamente saturi d’acqua, rappresenta un problema che si protrarrà anche nei prossimi mesi. Non solo le semine e le lavorazioni attuali sono compromesse, ma l’accumulo eccessivo di umidità avrà ripercussioni anche sulla stagione estiva: i terreni destrutturati rischiano di non trattenere a sufficienza l’acqua, aumentando la necessità di irrigazione e rendendo più difficoltosa la gestione delle colture bio.

Anche lo spandimento di compost e ammendanti organici, fondamentali per il mantenimento della fertilità del suolo nei sistemi biologici, è stato rallentato dalle condizioni climatiche avverse. In particolare, nelle cooperative colpite dall’alluvione di settembre 2024 (oltre al 2023 anche lo scorso autunno è stato pesante per le realtà agricole della Romagna con allagamenti ed esondazioni di minor portata ma comunque gravi per alcuni produttori, ndr), come CAB Bagnacavallo, il danno si somma a quello già subito a fine estate, rendendo ancora più complessa la gestione agronomica del bio.

Nella foto: i campi impraticabili di CAB Massari

Un’annata senza margini di recupero per il bio?

La situazione per le colture biologiche appare ancora più preoccupante rispetto all’annata 2023/24. Se il meteo non migliorerà nelle prossime settimane, molte superfici destinate al bio resteranno incolte nel 2025.

Le cooperative agricole di Ravenna chiedono interventi mirati per supportare le produzioni biologiche: queste realtà si trovano oggi ad affrontare non solo le sfide del cambiamento climatico, ma anche la difficoltà di mantenere una gestione agronomica sostenibile in condizioni meteorologiche sempre più estreme.

Nella foto di apertura: i campi di CAB Bagnacavallo dopo le continue piogge di questi mesi.

Chiara Brandi

 

Notizie da GreenPlanet

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