Quando si arriva in prossimità della fine dell’anno si impone l’obbligo di fare il punto della situazione e di trarre utili indicazioni per proseguire nel cammino di un’impresa, sia essa un organismo di certificazione che una dedita alla produzione.
Nonostante la difficile congiuntura economica, nell’ambito delle produzioni biologiche i risultati produttivi e di mercato attestano una crescita del settore: a livello produttivo (dicembre 2012), le superfici biologiche sono cresciute rispetto allo scorso anno del 6,4%, mentre gli operatori sono aumentati del 3% e la domanda interna, nei primi 9 mesi del 2013 rispetto all’analogo periodo del 2012, del 7,9%. Sono dati importanti che attestano l’interesse del consumatore verso una categoria di prodotti che “mantengono le promesse” di maggiore sostenibilità, giustizia ed equità.
Nonostante questi dati incoraggianti il settore deve però sempre pensare a migliorare la propria redditività e la credibilità perché il prezzo e la garanzia sono due elementi indissolubili che possono garantire la crescita del settore anche negli anni futuri. Lungo la filiera è necessario che ogni componente veda premiati gli sforzi e i rischi che assume; questo non necessariamente porta i prodotti biologici a dover costare di più, anzi una maggiore efficacia e un incremento della produzione dovrebbe portare il settore ad offrire i prodotti in un modo più economico.
Purtroppo però questo non sta ancora accadendo e la base produttiva italiana è sostanzialmente quella del 2001-2002 mentre altri paesi europei hanno avuto nel frattempo crescite considerevoli. La mancata disponibilità di materie prime pone inoltre il settore in una situazione di debolezza circa la garanzia qualitativa delle materie prime importate e la difficoltà di reperire sul mercato fonti proteiche per la mangimistica. È necessario un progetto per lo sviluppo della produzione biologica in Italia, tale da caratterizzare il nostro paese come uno dei paesi più vocati a questo metodo di produzione. Luci ed ombre, come spesso accade, ma se confrontiamo le performaces del settore dobbiamo affermare che ad oggi prevalgono le luci, il bagliore di una crescita che ci fa sperare in una maggiore capacità di risposta rispetto ad altri settori che purtroppo sono in fase regressiva e testimoniano le difficoltà economiche dell’Italia e dell’Europa.
Sul fronte della certificazione di prodotto CCPB ha sviluppato l’attività di ispezione conforme alla norma ISO 17020 divenendo nei primi mesi del 2014 un organismo di ispezione accreditato ai sensi di questa norma, ha esteso il proprio accreditamento allo standard tedesco QS, sta ampliando la propria attività sotto accreditamento alla certificazione EPD, o Dichiarazione Ambientale di Prodotto, che consente di certificare la sostenibilità dei processi e dei prodotti. Quest’ultimo servizio allarga gli orizzonti di CCPB a una tematica concettualmente affine alla produzione biologica che nasce appositamente per accrescere la sostenibilità e perpetuare i cicli produttivi garantendo così ai nostri figli le risorse necessarie per migliorare le condizioni qualitative del Pianeta.
L’obiettivo di CCPB persegue nel solco di assicurare al sistema produttivo un servizio serio e qualificato affinché le produzioni possano sempre più essere apprezzate sul mercato, sia quello nazionale che soprattutto quello internazionale. Non dimentichiamo che in questi ultimi anni la crescita del sistema agroalimentare è stato possibile grazie in particolare all’export che nel 2012 è aumentato, per l’industria agroalimentare, dell’8% ed ha consentito di contenere la riduzione della produzione al -1,4% rispetto all’anno precedente.
Un impegno notevole che, grazie ad investimenti specifici in nuovi schemi di certificazione, ci ha consentito di offrire servizi sempre più apprezzati sul mercato, in linea con le nuove esigenze di un mercato e di un consumatore che desidera essere sempre più garantito sia sulla sicurezza, prerequisito inderogabile, e sulla qualità. Quest’ultima sempre più abbinata alla bontà e all’equità, inserendo nell’equità la sostenibilità ambientale e quella sociale.
FABRIZIO PIVA – amministratore delegato CCPB
(fonte: newsletter CCPB)
Piva: Serve un piano per aumentare la produzione bio
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Quando si arriva in prossimità della fine dell’anno si impone l’obbligo di fare il punto della situazione e di trarre utili indicazioni per proseguire nel cammino di un’impresa, sia essa un organismo di certificazione che una dedita alla produzione.
Nonostante la difficile congiuntura economica, nell’ambito delle produzioni biologiche i risultati produttivi e di mercato attestano una crescita del settore: a livello produttivo (dicembre 2012), le superfici biologiche sono cresciute rispetto allo scorso anno del 6,4%, mentre gli operatori sono aumentati del 3% e la domanda interna, nei primi 9 mesi del 2013 rispetto all’analogo periodo del 2012, del 7,9%. Sono dati importanti che attestano l’interesse del consumatore verso una categoria di prodotti che “mantengono le promesse” di maggiore sostenibilità, giustizia ed equità.
Nonostante questi dati incoraggianti il settore deve però sempre pensare a migliorare la propria redditività e la credibilità perché il prezzo e la garanzia sono due elementi indissolubili che possono garantire la crescita del settore anche negli anni futuri. Lungo la filiera è necessario che ogni componente veda premiati gli sforzi e i rischi che assume; questo non necessariamente porta i prodotti biologici a dover costare di più, anzi una maggiore efficacia e un incremento della produzione dovrebbe portare il settore ad offrire i prodotti in un modo più economico.
Purtroppo però questo non sta ancora accadendo e la base produttiva italiana è sostanzialmente quella del 2001-2002 mentre altri paesi europei hanno avuto nel frattempo crescite considerevoli. La mancata disponibilità di materie prime pone inoltre il settore in una situazione di debolezza circa la garanzia qualitativa delle materie prime importate e la difficoltà di reperire sul mercato fonti proteiche per la mangimistica. È necessario un progetto per lo sviluppo della produzione biologica in Italia, tale da caratterizzare il nostro paese come uno dei paesi più vocati a questo metodo di produzione. Luci ed ombre, come spesso accade, ma se confrontiamo le performaces del settore dobbiamo affermare che ad oggi prevalgono le luci, il bagliore di una crescita che ci fa sperare in una maggiore capacità di risposta rispetto ad altri settori che purtroppo sono in fase regressiva e testimoniano le difficoltà economiche dell’Italia e dell’Europa.
Sul fronte della certificazione di prodotto CCPB ha sviluppato l’attività di ispezione conforme alla norma ISO 17020 divenendo nei primi mesi del 2014 un organismo di ispezione accreditato ai sensi di questa norma, ha esteso il proprio accreditamento allo standard tedesco QS, sta ampliando la propria attività sotto accreditamento alla certificazione EPD, o Dichiarazione Ambientale di Prodotto, che consente di certificare la sostenibilità dei processi e dei prodotti. Quest’ultimo servizio allarga gli orizzonti di CCPB a una tematica concettualmente affine alla produzione biologica che nasce appositamente per accrescere la sostenibilità e perpetuare i cicli produttivi garantendo così ai nostri figli le risorse necessarie per migliorare le condizioni qualitative del Pianeta.
L’obiettivo di CCPB persegue nel solco di assicurare al sistema produttivo un servizio serio e qualificato affinché le produzioni possano sempre più essere apprezzate sul mercato, sia quello nazionale che soprattutto quello internazionale. Non dimentichiamo che in questi ultimi anni la crescita del sistema agroalimentare è stato possibile grazie in particolare all’export che nel 2012 è aumentato, per l’industria agroalimentare, dell’8% ed ha consentito di contenere la riduzione della produzione al -1,4% rispetto all’anno precedente.
Un impegno notevole che, grazie ad investimenti specifici in nuovi schemi di certificazione, ci ha consentito di offrire servizi sempre più apprezzati sul mercato, in linea con le nuove esigenze di un mercato e di un consumatore che desidera essere sempre più garantito sia sulla sicurezza, prerequisito inderogabile, e sulla qualità. Quest’ultima sempre più abbinata alla bontà e all’equità, inserendo nell’equità la sostenibilità ambientale e quella sociale.
FABRIZIO PIVA – amministratore delegato CCPB
(fonte: newsletter CCPB)
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