PAC post 2027: all’assemblea di Consorzio il ​Biologico​ e AssoBio il settore​ chiama all’unità

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Il 16 luglio ​sarà una delle scadenze più delicate per il futuro dell’agricoltura europea. ​Una giornata​ in cui la Commissione presenterà la propria proposta sul nuovo bilancio UE, che includerà anche la riforma della PAC post-2027. Una proposta che, se confermata nei termini attuali, rischia di indebolire l’impianto unitario della Politica Agricola Comune, riducendo le risorse complessive e delegando la gestione a singoli Piani nazionali intersettoriali sul modello del PNRR.​ Se ne è parlato a lungo durante l’assemblea pubblica di AssoBio e il Consorzio il Biologico a Bologna.

“Si punta alla semplificazione, ma si rischia una maggiore confusione e, in sostanza, una riduzione del budget”, ha commentato Simona Caselli, capo affari europei di Legacoop Agroalimentare. “L’ipotesi di un unico Fondo per la competitività, che accorpi sviluppo rurale e coesione, potrebbe segnare il definitivo smantellamento della politica comune, rendendo più complessa la governance per i singoli Stati membri. Una modalità di gestione che prefigurerebbe la rinazionalizzazione delle politiche agricole, laddove c’è invece grande bisogno di mettere le forze a fattor comune ed utilizzare al massimo il potenziale del mercato unico UE”.

Secondo le stime IFOAM, se non verranno aumentati i contributi dei singoli Paesi membri, si potrebbe registrare una riduzione del 10-15% delle risorse PAC. Una prospettiva che mette in allarme l’intera filiera biologica europea, che pure continua a essere riconosciuta come modello strategico per la transizione.

“Il biologico è menzionato nella Vision europea come leva generazionale e riferimento per la sostenibilità, ma dobbiamo assicurarci che questa visione venga tradotta in azioni concrete”, ha sottolineato E​duardo Cuoco, intervenuto in rappresentanza di IFOAM Organics Europe. Tra le priorità immediate: il riconoscimento del valore degli attori del bio nei servizi ecosistemici e la promozione della ​Bussola di Sostenibilità, lo strumento sviluppato dalla federazione internazionale dei movimenti per l’agricoltura bio per comunicare chiaramente i valori del bio.

A livello italiano, tuttavia, la situazione resta complessa. “Siamo ancora bloccati dagli effetti dello shock normativo sul decreto contaminazioni. È il momento di farsi sentire, anche in vista della scadenza del 16 luglio”, ha affermato Maria Grazia Mammuccini, presidente di FederBio. “Il biologico continua a essere citato come modello green per definizione, ma nel documento di semplificazione è sparito ogni riferimento esplicito al Green Deal. Usare la semplificazione per aggirare gli obiettivi ambientali è un rischio reale”.

L’analisi si lega alla necessità di affrontare una crisi produttiva e strutturale che colpisce l’intera agricoltura italiana: costi in aumento, rese in calo, export in difficoltà. Da qui l’appello a rilanciare una strategia unitaria: ricostruire filiere, rafforzare i legami tra produzione, trasformazione e distribuzione, lavorare sul giusto prezzo e sul valore ambientale, puntare sulla fiscalità ecologica e sul Made in Italy.

“La cooperazione può giocare un ruolo strategico – ha affermato F​rancesco Torriani​, presidente del settore biologico di Confcooperative​ – ma serve una politica che dia strumenti adeguati: oggi il sistema dei servizi non funziona e l’architettura dei dati sta diventando un ostacolo, non un’opportunità”.

Sul fronte politico, la responsabilità è condivisa. “Più che il bio, è scomparso il Green Deal. Dobbiamo recuperare forza politica e imparare a lavorare con gli emendamenti​ per fare squadra a livello nazionale. Serve una semplificazione vera, che non si traduca in meno ambiente”, ha dichiarato J​acopo Orlandov​ice presidente di AssoBio.

In chiusura, l’appello corale a un’azione congiunta. “Da domani ognuno, secondo il proprio ruolo politico, deve lavorare per portare avanti un obiettivo comune”, ha detto Nicoletta Maffini​, presidente di AssoBio, insieme al presidente del Consorzio il Biologico Massimo Monti. Fare squadra, coordinare le attività di AssoBio, FederBio e IFOAM, per farsi sentire a Bruxelles come sistema: è questa la strada tracciata verso il 16 luglio, per il futuro del biologico e per quello dell’agricoltura europea.

Chiara Brandi

Notizie da GreenPlanet

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