Il 2022 ha registrato un calo del 9% nei volumi di acquisto dell’ortofrutta biologica in Italia. A confermarlo è Daria Lodi di CSO Italy dalle pagine web di FreshPlaza. Questa diminuzione potrebbe essere influenzata da cambiamenti nelle preferenze dei consumatori e dai prezzi più alti dei prodotti biologici.
Nonostante l’interesse crescente verso i prodotti biologici, la quota di ortofrutta biologica rimane stabile intorno al 6% del consumo totale, suggerendo una migrazione dei consumatori meno ampia del previsto.
Il terzo trimestre ha segnato un aumento degli acquisti, soprattutto per la frutta, che rappresenta l’88% degli acquisti estivi. Gli ortaggi biologici guadagnano importanza, ma la predominanza della frutta persiste. “Tuttavia – sottolinea Lodi – è incoraggiante notare che la componente degli ortaggi biologici sta guadagnando importanza nel mercato, il che potrebbe indicare un aumento dell’interesse per i prodotti in questa categoria”.
Nel 2022 gli acquisti di frutta biologica hanno segnato una contrazione del -10% in termini di volume, anche se il prezzo medio di acquisto è aumentato del +3%. Tuttavia, l’aumento dei prezzi non è stato sufficiente a compensare la diminuzione degli acquisti in quantità, portando a una diminuzione del -7% nella spesa complessiva rispetto all’anno precedente.
I dati indicano che nel 2022 c’è stato un leggero calo del -2% nei volumi di acquisto di ortaggi biologici, portando la macrocategoria a poco meno di 37 mila tonnellate.
Le grandi catene di distribuzione sono la principale fonte di acquisto (64%), ma hanno anch’esse subito contrazioni nell’ultimo anno.
A livello regionale, si notano differenze nelle abitudini di acquisto e nei prezzi medi. Il Nord Ovest è in calo del 6%, il Centro e la Sardegna in aumento dell’8%, mentre il Sud e la Sicilia registrano un calo significativo del 19%.
Per il 2023, l’ortofrutta biologica continua a subire l’inflazione e la tendenza degli acquirenti verso prodotti convenzionali. Nonostante l’incremento del 9% nell’acquisto di prodotti biologici nei primi nove mesi del 2023, attestandosi a 2,39€/kg (mentre il convenzionale ha registrato un +11%), i volumi complessivi hanno subito un decremento del 7% rispetto all’anno precedente. Questo ha comportato una spesa complessiva superiore del +2%, evidenziando una contrazione nelle quantità acquistate.
A meno che l’ultimo trimestre del 2023 non ci riservi sorprese difficili da immaginare – conclude Lodi su Frashplaza -, il solco per questa annata è ben chiaro e definito.
La Redazione
(fonte Frashplaza)