La Regione ha riconosciuto ufficialmente il distretto biologico della Maremma. Il nuovo arrivato va ad arricchire il patrimonio toscano dei distretti biologici dove sono già presenti quelli di Fiesole (il primo, nato due anni fa), della Val di Cecina, di Calenzano, del Montalbano e del Chianti.
Con il distretto della Maremma salgono così a sei in Toscana le realtà dedicate alla coltivazione, all’allevamento, alla trasformazione e alla commercializzazione dei prodotti agricoli e alimentari ottenuti con metodo biologico.
Il distretto biologico della Maremma nasce dopo un percorso di condivisione degli obiettivi portato avanti da diversi mesi nei Comuni di Capalbio, Castiglione della Pescaia, Grosseto, Magliano in Toscana, Manciano, Orbetello e Scansano. Neo presidente il sindaco di Grosseto Antonfrancesco Vivarelli Colonna.
Il territorio del distretto, che corrisponde ai confini amministrativi dei sette Comuni, ha una superficie agricola utilizzabile (SAU) di quasi 96.000 ettari, di cui il 41% condotti con il metodo dell’agricoltura biologica, grazie anche alle circa 300 aziende biologiche che partecipano al progetto economico territoriale integrato del distretto.
“Anche un territorio che riveste un ruolo così importante per l’agricoltura toscana e nazionale – ha detto la vicepresidente e assessora all’Agroalimentare Stefania Saccardi – ha fatto la scelta di dotarsi dello strumento del distretto biologico. Siamo una regione che vuol fare di un’agricoltura sana, di qualità e ambientalmente sostenibile un modello da diffondere”.
Per Saccardi la Toscana è sulla buona strada “se si considera che l’Europa ha dato l’obiettivo del 25% della superficie coltivata a biologico per il 2025 e già adesso la Toscana è al 35% e abbiamo riconosciuto il sesto distretto biologico della Toscana. È un numero alto, destinato a crescere ancora”.
Fonte: Toscana Chianti Ambiente