Maffini è la nuova presidente di AssoBio. L’ex Zanoni: Positivo il bilancio di fine mandato ma necessario un ricambio generazionale

Maffini - Zanoni

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Tre mandati e moltissime cose fatte per il presidente di AssoBio Roberto Zanoni, che si congeda, alla vigilia del rinnovo del nuovo direttivo dell’Associazione nazionale delle imprese di produzione, trasformazione e distribuzione dei prodotti biologici e naturali, con la consapevolezza di un impegno di lungo corso premiato da risultati di gran rilievo e soddisfazione. “Soprattutto negli ultimi tre anni – racconta il presidente Zanoni a GreenPlanet – , smessa l’attività manageriale (fino al 2019 è stato CEO e direttore generale di EcorNaturaSì, ndr), ho potuto dedicare più tempo all’attività associativa e abbiamo registrato uno sviluppo importante degli associati, da 80 a 133. Sono entrate aziende importanti; sul fronte della GDO l’ultima a entrare, pochi giorni fa, è stata Sigma. Già erano associate Carrefour, Conad, Crai, Coop, Pam e Vegé, Abbiamo una fetta importante della GDO, e possiamo ben dire di coprire un po’ tutto il settore, dalla produzione alla trasformazione e distribuzione. Rappresentiamo circa il 70% delle vendite di bio in Italia, una quota sicuramente significativa”.

– Ecco presidente, parliamo delle vendite dei prodotti bio, il periodo difficile dell’ultimo anno sembra essere alle spalle…

“Fortunatamente negli ultimi mesi si segnala una forte ripresa delle vendite, sia a livello di GDO ma soprattutto nel mondo dello specializzato che, dopo un periodo critico, sta invertendo la rotta con aumenti delle vendite a due cifre a valore, con un incremento anche a volume”.

– Che sfide attendono ora il settore?

“Una montagna di sfide! Vediamo i punti di forza. Partiamo sicuramente dal buon dato sulla superficie coltivata a bio in Italia, il 17,5% contro una media Ue dell’8-9%. Anche nel numero delle aziende siamo i primi in Ue, con oltre 86mila realtà. Poi siamo molti bravi nell’export, siamo i primi assieme agli Usa, rappresentiamo il 6% di tutto l’ export agroalimentare tricolore. Non siamo invece ancora bravissimi sul fronte di sviluppare i consumi, c’è da lavorarci, ma il mercato si sta riprendendo e c’è da sottolineare il conforto di una recente ricerca che abbiamo promosso con FIPE e ISMEA circa la diffusione del biologico nell’Ho.Re.Ca., da cui emerge che oltre il 50% dei bar e l’80% circa dei ristoranti utilizzano prodotti bio. Da queste rilevazioni discende che probabilmente l’incidenza del biologico non si attesta sul 3,4% del totale consumi ma siamo su una quota superiore. C’è poi l’aspetto della comunicazione e della diffusione della conoscenza e dei valori del bio su cui fino ad oggi non si è fatto abbastanza ma la buona notizia è che il MASAF ci ha presentato una ventina di giorni fa la campagna di informazione sul biologico che partirà tra settembre e ottobre e sia avvarrà anche di un valido testimonial per spingere i consumi bio. Sicuramente la comunicazione è un aspetto importante, e bisogna puntare a coinvolgere la platea dei più giovani. Dobbiamo far presente loro che il biologico è un settore molto attento alla salute della terra, dell’ambiente, delle persone. Venerdì scorso ho incontrato il direttore generale del Ministero della Salute per ragionare su cosa si può fare insieme e da parte del Ministero abbiamo avuto un’apertura sul fatto di collaborare su progetti di ricerca, inserire esami di nutrizione nel corso di Medicina, spingere sull’ aumento del prodotto bio nelle mense ospedaliere. Sono tutti aspetti significativi che potranno dare buoni frutti nel futuro”.

– Presidente, se non ci fosse stato il limite dei tre mandati avrebbe pensato e avuto voglia di ricandidarsi?

“Ma no, età e fatica si sentono, giusto ci sia un ricambio generazionale, non a caso puntiamo su un presidente, probabilmente donna e anche più giovane”.

– Che cammino prenderà ora Assobio?

Con i vicepresidenti Jacopo Orlando e Nicoletta Maffini abbiamo avviato un po’ di progetti che certamente andranno avanti. Abbiamo lavorato molto sul credito di imposta, perché non è giusto che aziende attente a non inquinare siano costrette a pagare certificazioni onerose, pesanti anche burocraticamente. Oltretutto è una gravosa incidenza che pesa anche sul prodotto finale. Poi c’è il progetto della piattaforma digitale di tracciabilità per seguire il prodotto bio dal campo alla tavola. La nostra richiesta è che il MASAF validi una piattaforma, gestita da ISMEA, dedicata a tutti i prodotti bio, sia di origine italiana che di importazione. Sarebbe un elemento di trasparenza fondamentale per garantire sicurezza ai consumatori. Poi c’è il crescente impegno sull’utilizzo di sementi biologiche, per il quale abbiamo stretto un accordo con la Fondazione “Seminare il Futuro”. Poi ricordo che, inerente al tema di un crescente sviluppo della comunicazione sul bio, quest’anno abbiamo istituito la prima Settimana del biologico (con eventi, campagne itineranti e di comunicazione, ndr) che ci auguriamo diventi un appuntamento sempre più importante e di riferimento. Continueremo anche a promuovere indagini e dati strutturali sul settore, tornerà quindi l’indagine su Ho.Re.Ca e prodotti bio, così come abbiamo stilato un protocollo con Nomisma, BolognaFiere, FederBio e Ice per realizzare studi e analisi sul settore da divulgare al pubblico. Continuerà anche la partecipazione a fiere e collettive, saremo protagonisti a “Rivoluzione Bio” come momento di riflessione e punto di analisi sulla situazione e sulle strategie del settore. Si continuerà a lavorare molto sul piano internazionale, c’è di positivo il fatto che come responsabile italiano di IFOAM è stato eletto un consigliere di Assobio, Marco Santori. Poi sicuramente si vedranno i risultati dell’attività svolta dai nostri sei gruppi specialistici, su cui personalmente scommetto molto. Sono team di lavoro dedicati ai rapporti con le altre realtà associative, ai rapporti con le istituzioni, allo sviluppo della comunicazione, a innovazione e ricerca, e alla cosmetica biologica. Ma ne stiamo attivando altri, a breve ne partirà uno sull’olio e uno sul vino che sta andando alla grande sul fronte export”.

All’assemblea AssoBio 2023 tenutasi ieri a Roma è stato nominato il nuovo consiglio direttivo: Nicoletta Maffini, DG di Conapi Mielizia, dopo tre anni alla vice-presidenza  raccoglie il testimone di Zanoni e diventa la prima presidente donna dell’associazione nazionale delle imprese di produzione, trasformazione e distribuzione dei prodotti biologici e naturali. Alla vicepresidenza è stato confermato Jacopo Orlando, agronomo, Agricultural Public Affairs, Impact & Sustainability manager del gruppo Aboca Italia.

 

Cristina Latessa

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