È finalmente stata inserita in programma a febbraio la votazione alla Camera del ddl 988, la cosiddetta Legge sul bio, rimasta prima ferma al Senato per più di due anni (dove alla fine, nel maggio scorso, era passata quasi all’unanimità con un solo voto contrario e un astenuto – vedi news ) e poi per altri 8 mesi alla Camera.
La norma prevede strumenti e opportunità per sostenere gli investimenti degli agricoltori in questo settore: dal marchio bio italiano alla limitazione dell’uso dei fitofarmaci nei distretti biologici. Una legge nazionale che può valorizzare, tutelare e promuovere un comparto cruciale, che ha tra le priorità la transizione ecologica e la sostenibilità ambientale.
Ad oggi l’Italia ha una percentuale SAU dedicata al biologico circa doppia rispetto alla media europea; ambire al 25% di campi bio entro il 2030 – come previsto dalle strategie comunitarie – è dunque un traguardo possibile, soprattutto se il comparto sarà sostenuto da una legge che ne tutela la competitività.
Maria Chiara Gadda, capogruppo di Italia Viva in Commissione Agricoltura, è prima firmataria: “Un provvedimento atteso da anni dagli operatori e coerente con i nuovi indirizzi europei. Il biologico è un settore in continua crescita, siamo i secondi produttori al mondo. Al contempo aumenta sempre più l’attenzione dei cittadini nei confronti di modelli produttivi attenti all’impatto sociale e ambientale. Approvare la legge è dunque fondamentale per consentire al settore di strutturarsi maggiormente, nella direzione della trasparenza un piano strategico in grado di cogliere le sfide di un mercato sempre più competitivo. Auspico una approvazione a larga maggioranza e un dibattito costruttivo scevro da polemiche sterili”.