Azienda F.lli Renzo, primi in Calabria a portare il presidio Slowfood la Dolce di Rossano

Gli artigiani dell'extravergine

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Olivi e piante di agrumi a perdita d’occhio nella fertilissima Piana di Sibari. Qui nell’alto Ionio, a pochi minuti dalla città bizantina di Rossano e dal mare, ora c’è l’azienda agricola F.lli Renzo.

C’era una volta, invece, un monastero costruito tra il 1500 e il 1600. Dalla proprietà ecclesiastica passò ad una famiglia nobile pugliese poi ad un prozio di Cesare e Vincenzo. Dal 2000, dopo essere stato ristrutturato, è diventato un B&B dove i due fratelli accolgono i loro ospiti, circondati da 28 ettari di olivi secolari di Dolce di Rossano e altri 22 di agrumi e altri olivi.

Sono stati i primi, in Calabria, a portare a Presidio Slow Food questa varietà autoctona il cui nome rivela le caratteristiche dell’olio che se ne ricava: un buon fruttato medio-leggero, dai sentori prevalenti di mandorla e a seguire erba e carciofo.

La Dolce non la conosceva nessuno. È una bella varietà – dice orgoglioso Renzo – ha una propria identità anche se non è super potente come la Coratina o il Moraiolo. Ma con le nuove tecnologie, la raccolta anticipata e facendo più prove, siamo riusciti ad ottenere un ottimo prodotto che si è ritagliato un proprio mercato”.

Nelle due generazioni che hanno preceduto l’attuale proprietà la conduzione dei terreni era affidata a fattori che si sono avvicendati negli anni. Il grande passo è stato fatto poco più di dieci anni fa. “All’inizio ero solo, fino ad allora mi ero occupato dell’ospitalità, poi è arrivato anche mio fratello che cura in particolare gli agrumi: ora ci troviamo ad aver realizzato un progetto che continua a crescere. I primi due anni sono stati tremendi, non avevo mai avuto a che fare con l’olio”.

– Perché hai fatto questa scelta?

Sono stati tre gli stimoli. Il primo è arrivato dal mio piacere di viaggiare: quando andavo in Toscana o in Umbria, vedevo sui tavoli dei ristoranti (mi piace anche la cucina e sono un discreto cuoco) un olio del territorio. Invece qua i riferimenti ad aziende locali sui tavoli non ce n’erano. Il secondo è stata una sfida: molti mi dicevano “ma che vuoi fare, non capisci niente, non è il tuo lavoro”. Il terzo è stato l’incontro con Marco Oreggia (padre ed editore di Flos Olei, guida ai migliori 500 extravergini del mondo, ndr). Mi ha dato consigli dopo avermi detto “qua non ci siamo proprio”. Non sapevo chi fosse.

– Immagino la delusione, tutti pensano che il proprio olio sia il migliore…

Sono rimasto attonito, immobile. Ho partecipato a un’edizione di Olio Capitale pensando che fosse buono, lo chiamavano “il verdone” e poi lo avevo venduto tutto, altri colleghi che mi stavano attorno, invece, pochissimo. E mi son detto: tutti si son comprati il mio olio e questo tipo mi dice queste cose, ma che succede? Non gli ho risposto subito, ma ho cercato di ascoltarlo. Per fortuna ho preso quella tirata d’orecchie come una buona lezione da cui partire.

– L’azienda è certificata biologica, ma non il prodotto finale. Perché? 

Vivendo a Roma e stando molto tempo con la mia famiglia non posso permettermi più di 30 giorni. Ho un accordo con mia moglie. Parto i primi di ottobre e dopo 30 giorni devo tornare a casa. Sarebbe troppo lavoro. Già per fare oli performanti devo seguire tutto da solo, non perché non mi fido, ma perché mi piace.

– Quindi è una questione di famiglia?

È una questione di tempi tecnici, mi dispiace anche non poter partecipare, ad esempio, al Biol, però non riesco. Forse l’anno prossimo, perché dovremmo realizzare una nuova sala di stoccaggio. Vediamo. La vendita di olio parte subito dai primi di novembre, anche questo mi ha fatto scegliere di non imbottigliare bio. Comunque siamo biologici da sempre, non sono mai stati usati pesticidi, dimetoato e quant’altro. E poi l’azienda agricola è certificata e l’etichetta bio ce l’ho già pronta!

– D’estate e fino a novembre in campagna e d’inverno in città…

Sì, d’estate vengo qua quando s’inizia con l’accoglienza. Abbiamo ampliato la struttura ricettiva con la sala degustazione dove proponiamo assaggi e minicorsi. Già da anni parliamo di oleoturismo, mi piace tanto raccontare la storia dell’azienda e aneddoti che fanno parte di quel luogo e delle persone che ci hanno vissuto, dell’interesse storico. È importante per gli ospiti, gli stranieri poi rimangono a bocca aperta.

– C’è il frantoio nei progetti?

No, mi trovo benissimo a lavorare con due frantoi esterni. Gli oli, provengono dalle stesse olive e sono filtrati. La differenza sta solo nella trasformazione, pur essendo in entrambi i casi a ciclo continuo, uno è di ultima generazione.

Oltre al monocultivar di Dolce di Rossano (con cui si fa anche il panettone ed il gelato), Renzo si dedica con orgoglio a due blend, di cui uno prodotto in edizione limitata di mille bottiglie dove la Dolce di Rossano viene miscelata alla più forte Coratina e alla Nocellara. “Una persona meravigliosa che purtroppo non c’è più, Palma Esposito, mi ha insegnato l’arte del blend. Con lei ho fatto il corso per diventare assaggiatore e ho scoperto di avere una dote quasi naturale nella blendizzazione degli oli. Ora molti amici mi danno gli oli e mi chiedono di fargli il blend”.

Progetti per il futuro: la certificazione bio, divulgare la conoscenza della Dolce, nuovi pacchetti legati all’oleoturismo che comprendano anche altri prodotti del territorio. L’olio dei fratelli Renzo arriva in diverse regioni italiane e, all’estero, in Belgio, Olanda, Polonia e Giappone.

Daniela Utili

Prezzo:

OrOlio Il Monocultivar Dolce di Rossano Presidio Slow Food 0,50 l, 15 €

OrOlio L’Extravergine Blend 0,50 l, 16,50 €

OrOlio Limited Edition 0,50 l, 18 €

Info: 328 1073552

info@orolioextravergine.it 

https://www.tenutaterrarossa.it/

https://www.facebook.com/profile.php?id=100075919568213 

https://instagram.com/az.agricola.flli.renzo?igshid=YmMyMTA2M2Y=

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