Legge sul Bio. L’appello di Mammuccini a GreenPlanet

Maria-Grazia-Mammuccini

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Tempi inspiegabilmente dilatati per la votazione finale alla Camera per la legge sul Bio. Di fronte al rischio di rinvii che potrebbero tradursi in uno stop alla norma e fermo restando l’accordo politico raggiunto in Senato, le organizzazioni di rappresentanza del settore hanno sollecitato il Legislatore, pochi giorni fa, con una nota congiunta con cui si invocava l’approvazione della legge entro la fine dell’anno.

“Questo ritardo sul voto alla Camera non ce lo spieghiamo – afferma Maria Grazia Mammuccini, presidentessa di Federbio -. Consideri che il voto al Senato è avvenuto a marzo. A luglio scorso, la Commissione Agricoltura della Camera ha dato l’ok al testo modificato a Palazzo Madama e l’ha mandato in aula per la calendarizzazione del voto. Davamo per scontato che si sarebbe votato in settembre e invece adesso c’è il rischio che non si voti neanche per la fine dell’anno”.

La preoccupazione che l’approvazione della legge possa slittare al 2022 è aggravata anche dal fatto che rischia di arenarsi di fronte alla discussione che si aprirà in Parlamento il 18 gennaio per la nomina del nuovo presidente della Repubblica.

“Tenga presente anche – precisa Mammuccini – che dal prossimo primo gennaio entrerà in vigore il nuovo regolamento UE sul Bio, rinviato di un anno a causa della pandemia. Contemporaneamente entro il 31 dicembre o poco dopo, l’Italia dovrà presentare il suo Piano Strategico Nazionale. Va da sé che è un treno che non si può perdere. È giusto che anche il settore Bio abbia i suoi strumenti per potere decollare”.

Nella legge, in ballo ormai da più di dieci anni, si parla non solo di distretti Bio, marchio Bio made in Italy o tavolo promozionale ma anche di interprofessione Bio. Uno strumento che, in linea generale, sta attingendo a nuova linfa vitale in Italia, dopo anni di stagnazione e che potrebbe favorire, attraverso il dialogo con i big retailer, la crescita della domanda di prodotto Bio in parallelo agli obiettivi di crescita delle superfici, voluto dall’Europa.

“Consideriamo fondamentale che il testo venga approvato entro l’anno – dice Mammuccini – per non mettere l’Italia in posizione di ulteriore ritardo rispetto agli altri Paesi europei. Tanto più che siamo il secondo Paese esportatore nel mondo di Bio e quindi leader indiscussi di mercato”.

Il Bio Italiano vale un giro d’affari di circa 7 miliardi di euro di cui circa 2,9 destinati all’export. Cifre destinate a crescere grazie alla spinta europea che continua a concretizzarsi in azioni specifiche a sostegno della categoria. Come, ad esempio, l’approvazione europea, lo scorso marzo, del Piano d’azione europeo per il Bio o, ancora, l’istituzione della giornata europea del Bio, il 23 settembre, voluta coralmente da Commissione, Parlamento e Consiglio Europei.

“Non voglio fare supposizioni su questo inspiegabile ritardo – precisa Mammuccini – perché non voglio alimentare il fuoco della polemica che servirebbe solo a creare del fumo inutile rispetto all’obiettivo ossia, la necessità di approvare al più presto questa legge”.

Mariangela Latella 

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