Forse è stata una provocazione ma non troppo. Giampaolo Ferri, ex buyer GDO oggi consulente di aziende della produzione, al seminario “Ortofrutta Bio: stato dell’arte e prospettive”, indetto da Confagricoltura a Macfrut 2024, ha suonato il campanello d’allarme: “C’è un calo di fiducia nel biologico da parte della GDO”, ha affermato senza mezzi termini. E gli interventi che sono seguiti sono stati principalmente una reazione ad una affermazione così grave e preoccupante.
Per Domenico Corradetti, direttore di Assocertbio, l’associazione nazionale dei certificatori, è necessario spingere sulla comunicazione dei valori del biologico, dalle pratiche di produzione ai sistemi di controllo tra i più rigorosi in Europa. “Sono gli schemi su cui si basa la produzione biologica – ha sottolineato Corradetti – la garanzia maggiore per il consumatore di aver acquistato un prodotto come nessun altro salubre e rispettoso dell’ambiente”.
Da parte sua un produttore come Gabriele Longanesi di Natura Nuova ha affermato che “truffare il consumatore non conviene a nessuno e l’agricoltura di precisione aiuta oggi a produrre bio facendo tutto per bene, con la massima trasparenza, a beneficio del consumatore che vuole mangiare cibo sano”.
Antonio Capelli, consigliere del Biodistretto Appennino Bolognese, ha parlato del bio come la strada maestra per recuperare i terreni abbandonati dell’Appennino, grazie soprattutto all’impegno di giovani agricoltori.
Il seminario è stato coordinato da Silvia Piconcelli, delegata per l’agricoltura biologica di Confagricoltura (nella foto di apertura), nell’ambito della Direzione Politiche Sviluppo Sostenibile e Innovazione. (a.f)