I distretti bio hanno ricevuto l’attenzione che si meritano a SANA Food, in questa strana edizione 2025 con tante istituzioni, tante associazioni, tanta politica e poche, pochissime aziende, pochi, pochissimi produttori.
Il bio muove ancora importanti interessi ma agli agricoltori resta in mano poco, troppo poco. Non si è parlato di questo a Bologna, ma i bio distretti potranno forse fare qualcosa per chi in campagna resta a presidiare il biologico perché ci crede. Abbiamo dunque avuto conferma con soddisfazione che ci sono ben 34 bio distretti di 12 Regioni che hanno presentato progetti finanziabili dal Fondo per l’Agricoltura Biologica, che era finalmente approdato sulla Gazzetta Ufficiale lo scorso dicembre e che prevede interventi complessivi per 24 milioni di euro spendibili nell’arco di due anni.
Nove progetti riguardano il Lazio, 5 l’Emilia-Romagna, 3 il Veneto e la Campania, 2 la Toscana, la Puglia, la Lombardia, le Marche, la Calabria e la Sardegna, uno la Sicilia, come hanno ricordato lunedì a SANA esponenti ministeriali.
Ci auguriamo che almeno una parte, quella più sana, delle 84 mila aziende biologiche italiane, tante come da nessun’altra parte in Europa ma purtroppo spesso troppo piccole per affrontare il mercato, ne tragga un qualche beneficio nell’ottica di filiere progressivamente più aggregate.
Dal gran parlare di questo piccolo SANA rimane questa speranza: che il 2025 sia l’anno dei Distretti Bio, della messa in campo della loro attesa e concreta operatività. (a.f.)