E’ un momento di difficoltà, inutile nasconderlo. Le aziende sono tartassate da uno Stato che deve fare cassa perché a corto di soldi e – per di più – il settore è frenato da un eccesso di burocrazia. L’atto di coraggio e di coerenza di Federbio e del suo presidente nel caso sollevato dall’inchiesta ‘Gatto con gli Stivali’, con la costituzione della federazione a parte civile nel processo avviato a Verona, sono la testimonianza di un impegno ma anche di una difficoltà.
Il biologico italiano non si sente abbastanza capito, protetto e valorizzato a livello ministeriale. Questa nicchia straordinaria del made in Italy agro-alimentare soffre di un eccesso di incomprensioni. Soffre il peso della burocrazia ministeriale romana, accusata di avere atteggiamenti poco chiari, di essere inefficiente.
Lo scriviamo perché sappiamo che è questo l’umore del settore in questi ultimi mesi e settimane, in particolare dalla fine dello scorso anno, con l’esplosione dell’inchiesta di Verona, ma sappiamo pure che le incomprensioni non sono utili a nessuno e che sarebbe conveniente trovare un’armonia per mirare allo sviluppo.
Il Paese è in crisi, un po’ a tutti i livelli, ed è in queste condizioni ancora più grave frenare lo sviluppo laddove è ancora possibile. E il biologico è uno di quei settori in cui lo sviluppo è possibile, eccome, come dimostrano tutti questi anni di crescita. Dunque, non basta ne sia convinto il ministro, serve un sostegno più ampio e concreto.
A deprimere il ‘quadro’, ci si è messo anche il terremoto, un terremoto strano, che non colpisce una sola volta, ma che si ripete con forza e dà l’impressione (avvalorata dall’opinione di molti esperti) di non aver concluso il suo ciclo. Le scosse uccidono alcuni, impauriscono tutti, danneggiano molti. E c’è un deficit di comprensione che rende le prospettive incerte e mette l’ansia addosso. Il nostro Paese, per fronteggiare le emergenze, non ha bisogno di un generico scatto di orgoglio, deve imboccare una strada nuova, capire il valore di un’economia basata sul rispetto e sulla comprensione dell’ambiente.
Antonio Felice